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Abusivismo edilizio, la Calabria è al quinto posto su scala nazionale: ecco il dato di Vibo

Il terzo Report di Legambiente fa il punto sulle regioni più esposte, monitorate tra il 2004 e il 2022, e rilancia sei proposte al Governo Meloni chiedendo "più ruolo ai prefetti"

Abusivismo edilizio, la Calabria è al quinto posto su scala nazionale: ecco il dato di Vibo

La Calabria è tra le prime cinque regioni d’Italia in cui è più diffuso l’abusivismo edilizio. In Italia, infatti, il cemento illegale è concentrato soprattutto al sud e lungo le coste e resta difficile da demolire, mentre cresce invece il numero delle ordinanze di abbattimento. E’ quanto emerge dal terzo Report di Legambiente sull’abusivismo edilizio che fa il punto sulle cinque regioni più esposte, monitorate tra il 2004 e il 2022. In Calabria, Campania, Lazio, Puglia e Sicilia le demolizioni eseguite sono state solo il 15,3% dei complessivi 70.751 immobili abusivi per i quali è stato stabilito l’abbattimento da parte di 485 Comuni che hanno risposto in maniera completa al monitoraggio civico promosso da Legambiente. Si tratta del 24,5% del campione totale. Sommando anche le risposte parziali, il numero delle ordinanze di demolizione di fabbricati abusivi emesse arriva a 83.430, con una media di un’ordinanza ogni 310 cittadini. Il cemento illegale spopola nei comuni costieri ma osservate speciali, afferma l’associazione ambientalista, sono anche le isole minori dove si registra un abuso ogni 12 abitanti. Legambiente presenta sei proposte al Governo Meloni chiedendo, tra l’altro, “più responsabilità ai prefetti anche con un nuovo intervento legislativo” e di “potenziare l’attività di demolizione delle case abusive”. “Il Paese – precisano al governo i vertici di Legambiente – non ha bisogno di condoni ma di legalità”. In Calabria il dato è ancora piu’ basso: soltanto il 9,6% delle ordinanze di demolizione è stato eseguito. La provincia calabrese con il maggior numero di ordinanze di demolizione eseguite è Cosenza (361) pari al 9,2% delle ordinanze emesse (3.907), Vibo Valentia ha la maggiore percentuale di ordinanze di demolizione eseguite (195) su quelle emesse ( 1.051) pari al 18.6%, seguono Reggio Calabria e Catanzaro mentre Crotone non ha fornito nessuna risposta completa. In Calabria sono state emesse 6.197 ordinanze di demolizione con una media di 1 ordinanza ogni 297,1 cittadini. Nelle cinque regioni considerate, sommando anche le risposte parziali, il numero totale delle ordinanze emesse si attesta a 83.430. Rilevante l’incidenza del mattone illegale nei comuni costieri dove si arriva ad una media di 395,9 ordinanze di demolizione a Comune, cinque volte quella relativa ai Comuni dell’entroterra.

Legambiente rilancia sei proposte al Governo Meloni chiedendo “più ruolo e responsabilità ai prefetti, restituendo il senso originario all’art.10bis della Legge 120/2020, se necessario, anche con un nuovo intervento legislativo. La norma era stata approvata dal Parlamento per fare fronte alle mancate demolizioni da parte dei Comuni degli abusi non sanabili nonostante tre condoni edilizi, l’ultimo nel 2003, con un’assunzione dell’onere da parte dello Stato. Pochi mesi dopo l’entrata in vigore della norma, un’improvvida circolare del ministero dell’Interno, ne ha di fatto bloccato l’applicazione, restringendola solo agli abusi edilizi accertati dopo l’entrata in vigore della legge e “salvando” così decine di migliaia di manufatti illegali”. Tra le altre azioni da mettere in campo Legambiente chiede di lavorare su: Danno erariale: il ruolo della Corte dei conti è decisivo, per verificare, quantificare e imputare in maniera sistematica l’eventuale danno erariale causato dalle mancate entrate nelle casse comunali del corrispettivo economico dovuto per l’occupazione da parte degli abusivi di immobili non demoliti e diventati di proprietà comunale; Prescrizione e demolizione: per quanto riguarda le demolizioni per via giudiziaria, alla base degli interventi deve essere posta la sentenza che accerta il reato e non, invece, quella di condanna del reo; Ricorsi al Tar: è necessario prevedere lo stop all’iter di demolizione solo in presenza di un provvedimento di sospensione da parte di un tribunale, altrimenti non c’è motivo per bloccare le procedure; Chiusura delle pratiche inevase di condono: Legambiente propone di istituire un fondo di rotazione con uno stanziamento pari a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026; Emersione degli immobili non accatastati: l’Agenzia delle entrate rende disponibili le informazioni relative ai fabbricati non accatastati acquisite sulla base delle immagini aeree e delle verifiche di cui al DL 78/2010, ai ministeri dell’Ambiente e Sicurezza energetica, delle Infrastrutture, ai Comuni e ai Prefetti per la verifica della regolarità edilizia e non solo fiscale.

I dati dei 4 indicatori al centro del Rapporto

Trasparenza: la regione più virtuosa, relativamente al tasso di risposta, è la Sicilia: con 154 comuni su 391 che hanno risposto in modo esaustivo, sfiora il 40% (39,4%) del totale. La Calabria, invece, è ultima con il 13,4%. La provincia più trasparente è quella di Trapani, con il 52% dei Comuni che hanno risposto. La peggiore quella di Crotone, con nessuna risposta. Ordinanze di demolizione e abbattimenti eseguiti: Dai comuni lungo la costa sono state emesse 43.278 ordinanze (corrispondenti al 61% del totale) ed eseguite 6.731 (62,2% del totale). Nei Comuni dell’entroterra, quelle emesse sono state 27.473 (39,1% del totale) e quelle eseguite 4.077 (pari al 38% del totale). La regione con il maggior numero di ordinanze emesse è la Campania (23.635), quella con il migliore rapporto tra ordinanze emesse e quelle eseguite è la Sicilia, con il 19,2%, seguita da Lazio 17,2%, Campania 13,1% e Puglia 10,2%. In fondo alla classifica figura la Calabria, con il 9,6%. La provincia con il migliore rapporto tra ordinanze emesse ed eseguite dai Comuni del suo territorio è quella di Rieti (41,8%), la peggiore è quella di Catanzaro, con appena il 2,7% di abbattimenti eseguiti. Tra i comuni capoluogo tra i peggiori spicca ancora Catanzaro (0,7%). Trascrizione degli immobili abusivi nel patrimonio del Comune: il numero è basso se non addirittura inesistente. La media nelle cinque regioni è del 5,6%. Solo la Sicilia fa un po’ meglio, con il 12,5%. La Calabria registra nel complesso 75 immobili abusivi trascritti al patrimonio immobiliare, appena l’1,2 %. Per quanto riguarda le città capoluogo, la prima è Catanzaro, con il 9,7%, Roma supera di poco il 5%, le altre sono a zero. Trasmissione delle pratiche di demolizione non eseguite da parte dei Comuni ai prefetti competenti per territorio: solo il 2,1% delle ordinanze emesse è stato inviato in base all’art.10bis della legge 120/2020 ai prefetti. In Calabria il dato scende all’1,4%. Limitando l’analisi ai soli Comuni costieri, nelle cinque regioni, con solo 617 ordinanze trasmesse il dato percentuale scende all’1,4%.

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