Profondo blu, viaggio alla scoperta delle bellezze custodite sui fondali vibonesi -Video
Il sodalizio “The frogmen” diretto da Leonardo D'Orrico è attivo da vent’anni sul territorio: «Le immersioni nei tratti di mare tra Briatico e Zambrone sono apprezzatissime. I turisti vanno via con la promessa di tornare presto a trovarci»
Il litorale della Costa degli dei offre panorami davvero unici. Spiagge bianche alternate a scogliere, fondali sabbiosi, formazioni rocciose, calette naturali. Una varietà che incontra gusti adatti ad una diversificata utenza, dalle famiglie con bambini, ai giovani, agli appassionati di pesca. Ma spettacoli unici vengono garantiti da quanto custodito in fondo al mare. Una ricchissima fauna e flora che permettono agli amanti della subacquea di percorrere veri e propri itinerari alla scoperta delle meraviglie ospitate nel tratto di mare che da Pizzo muove verso Tropea. Tra le realtà che promuovono questi percorsi, vi è l’associazione The frogmen guidata da Leonardo D’Orrico. Il sodalizio, presente sul territorio di Briatico dal 2004, ha la sua sede in zona Marina, nel piazzale antistante la storica Torretta. I progetti portati avanti sono diversi e variano in base all’età dei partecipanti e alla difficoltà delle immersioni o, in caso di bambini, attività di snorkeling (in apnea senza utilizzo delle bombole): «I corsi partono dai 9 anni in su. I bambini rispondono sempre con grande curiosità. Creiamo percorsi a loro adatti per avvicinare alla subacquea ma prima di effettuare le “visite” spieghiamo loro i comportamenti da adottare per poter eseguire le attività in sicurezza. I più giovani si dimostrano rispetto agli adulti meno timorosi, in più apprendono con una facilità disarmante. I percorsi sono sempre condotti e gestiti da personale specializzato».
I percorsi
Tra le tappe privilegiate, figura in primo piano Sant’Irene, località di Briatico. Lo scoglio di Ulisse (5-6 metri), ex peschiera di epoca romana, è la meta prediletta per i percorsi con i bambini e adulti alle prime esperienze. I fondali sono luminosi e permettono ai partecipanti di osservare la flora e innumerevoli varietà di pesci. Di livello più avanzato «è la secca di Sant’Irene (18 metri). Molto apprezzati gli scenari marini offerti dall’area di Briatico, località Brace”». Più difficoltoso, vista la profondità (dai 40 metri) la secca Vacazzo, sita dinnanzi al Paradiso del sub, piccolo gioiello incastonato nel tratto costiero di Zambrone. È formata da una lunga scogliera: «L’acqua è limpida e i fondali sono attraversati dalla luce, l’immersione in questa area è sicuramente tra le esperienze più suggestive».
Tra le zone preferite, c’è poi la porzione di mare a Sant’Irene dove un tempo sorgeva una tonnara. I prodotti ittici venivano lavorati in loco. Proprio qui, si trovano due enormi ancore abbandonate dai pescatori. «Forse erano rimaste incagliate tra gli scogli, forse insabbiate. La loro presenza sui fondali arricchisce le immersioni. Così come lo spettacolo offerto da un arco naturale sottomarino (18 metri di profondità). Nel nostro tratto costiero, possiamo incontrare una gran varietà di specie: dentici, saraghi, cernie, trigoni, polpi, e tanti pappagalli di mare, castagnole, murene, scorfani e barracuda del Mediterraneo.». I riscontri da parte degli utenti sono sempre positivi. «Tanti i turisti dall’Estero che decidono di cimentarsi in questa piccola avventura. E vanno via contenti dell’esperienza, con la promessa – sottolinea D’Orrico-di tornare durante le prossime vacanze. Per noi tutto questo rappresenta un motivo di orgoglio». In merito alla tutela del mare, il rappresentate dell’associazione briaticese non ha dubbi: «Tante volte ci imbattiamo in rifiuti, alcuni provenienti da attività di pesca. Tante reti abbandonate danneggiano la vita delle specie marine, per fare un esempio. È un peccato. Ovviamente non bisogna generalizzare, la maggior parte dei pescatori svolge il proprio lavoro con passione e con profondo rispetto verso il mare e le sue creature. L’auspicio – chiosa – è che ci sia ancora più sensibilità verso il tema dell’inquinamento marino».
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