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Crollo del costone dell’Isola di Tropea, il geologo: «Inspiegabile il silenzio delle istituzioni»

Il docente Unical Fabio Ietto: «So che all'interno dell'Università stanno cercando di avvicinare il sindaco Macrì ma lui forse predilige altri interlocutori». Ecco i reali pericoli per ulteriori crolli e la delimitazione con semplici paletti che non sta fermando i bagnanti

Crollo del costone dell’Isola di Tropea, il geologo: «Inspiegabile il silenzio delle istituzioni»
Il costone crollato a Tropea e nel riquadro il geologo e docente Unical Fabio Ietto
Tropea, accesso alla grotta

«È assurdo il silenzio tombale delle istituzioni, a tutti i livelli, sul recente crollo avvenuto all’Isola di Tropea e le condizioni di alto rischio per ulteriori cedimenti in cui versa l’intero sito». A dieci giorni di distanza dall’incontro-dibattito “L’Isola e la rupe. Condizioni di rischio e salvaguardia del bene paesaggistico”, organizzato dal consigliere di minoranza Antonio Piserà e svoltosi presso l’ex Pretura di Tropea, il docente associato del Dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra dell’Università della Calabria Fabio Ietto interviene nuovamente sulla questione per mantenere alta l’attenzione su un’area insicura e meta di persone che non tengono conto dell’ordinanza d’interdizione dello specchio acqueo antistante lo scoglio, emessa dalla Capitaneria di porto. «So che ci sono state riunioni alla Regione – prosegue Ietto -, ma tutto per ora tace sotto un falso clima di quiete. So che all’interno della stessa Università della Calabria stanno cercando di avvicinare il sindaco Giovanni Macrì ma lui, a quanto pare, forse predilige altri interlocutori. Le voci su questo convegno e sui reali fattori di rischio trattati sono circolate abbondantemente, anche sui social, e personalmente mi auguravo anche la partecipazione del sindaco a questo incontro ma così, purtroppo per la città di Tropea, non è stato. Sono rimasti spiazzati tutti dalla sua assenza e dal fatto che non abbia così voluto cogliere la disponibilità dell’Unical nell’aiutare ad intervenire sul problema». [Continua in basso]

Interdizione accesso area crollo

«Personalmente – sottolinea il professore Fabio Ietto – con questo incontro ho cercato di sfondare questo muro di gomma che c’è da sempre in Calabria tra enti pubblici e Università. In questa regione, e non si capisce il perché, gli enti non chiedono mai una consulenza all’Unical. Eppure la terza missione delle Università è quella di diffondere alla società e ai diversi enti il proprio sapere. Forse il vero grande ostacolo, che di fatto crea il muro di gomma, è che l’Università vuole che le cose vengano fatte per bene. Smonterebbe troppe lobby, credo, ma è una mia supposizione che però ho voluto sottolineare nel corso del dibattito. Sarebbe invece il caso, questa volta, di coinvolgerla l’Unical e di cogliere la palla al balzo per un aiuto gratuito rivolto alla città di Tropea. Nessuno – ha sottolineato poi Ietto – sta facendo vedere in concreto chi si sta interessando all’Isola, che questo oltre a essere il simbolo di Tropea è un bene comune da salvaguardare nei giusti modi. L’unica spiegazione che riesco a darmi per tutto questo silenzio assordante è che quando arriveranno i finanziamenti si muoverà qualcosa, qualcuno delle istituzioni, magari provinciali o regionali, uscirà allo scoperto per “occuparsi” di Tropea».

È schietto l’intervento del geologo Ietto sulla questione, soprattutto dopo che l’incontro-dibattito «ha molto colpito i presenti, per la situazione passata di quel che era stato preventivato di fare e che poi non si è fatto più per mancanza di fondi e, soprattutto per quello che ha causato questo crollo: vent’anni di mancati monitoraggi continui e di mancati interventi hanno di fatto azzerato quello che si era iniziato a fare. Sostanzialmente oggi tutto lo scoglio dell’Isola è come se non avesse mai ricevuto alcuna attenzione, quindi è davvero molto, ma molto fragile, inutile girarci attorno. Abbiamo stimato che l’Isola arretra di circa 1,7 millimetri all’anno. Ciò significa che in vent’anni il suo volume a mare è diminuito di circa 34 centimetri ed è un tasso di erosione molto alto, ecco perché c’è bisogno di agire con interventi di costante controllo proprio per assecondare il corso della natura. Addirittura l’intervento del 2004 di ripristino della scogliera ha perso totalmente di efficacia poiché la stessa si è abbassata e sta sprofondando».

Foto scattata dal geologo Ietto il 5 maggio scorso

E mentre l’area adiacente al crollo del 7 aprile scorso resta delimitata da semplici paletti in legno legati con dello spago, da tre transenne zincate poste una dietro l’altra ed un paio di foglietti svolazzanti che riportano l’ordinanza d’interdizione, il professore Ietto insiste sul reale pericolo di ulteriori crolli: «Nonostante l’area sia stata delimitata da un canneto, sostanzialmente, che neppure impedisce di accedere alla parte crollata e da alcuni foglietti svolazzanti, con gli studenti dell’Unical siamo tornati sul posto per parlare di quanto accaduto e, foto alla mano, abbiamo visto diversi bagnanti sostare con gli ombrelloni proprio sui massi di arenaria crollati e diverse persone salire sugli stessi per poi tuffarsi in mare senza qualcuno che spuntasse per magari controllare che l’ordinanza affissa venisse rispettata».

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