Calabria Verde “taglia” gli operai a Nardodipace e Fabrizia, protestano i sindaci
I primi cittadini Fazio e Demasi: «I forestali prima mandati a fare gli spazzini nelle zone di mare, ora dirottati al vivaio di Ariola». Una lettera indirizzata all’assessore regionale Gallo
Protestano contro lo «smantellamento delle squadre di operai» in forza a Calabria Verde, già attive nei territori di Fabrizia e Nardodipace e contro il «loro utilizzo improprio ed opportunistico» con il conseguente «abbandono delle azioni di manutenzione estremamente necessarie nei nostri territori». A vergare la missiva, indirizzata all’assessore regionale all’Agricoltura e Forestazione Gianluca Gallo quale primo destinatario, sono i sindaci di Fabrizia e Nardodipace Francesco Fazio ed Antonio Demasi, che rivendicano il ruolo di «principali responsabili della prevenzione, della sicurezza, del decoro e della manutenzione ordinaria e straordinaria dei propri territori». [Continua in basso]
Fazio e Demasi usano parole forti. «Acuto dissenso» e «triste rammarico», dunque, verso Calabria Verde che – in breve – starebbe ignorando le esigenze dei comuni serresi, già provati in passato da calamità e gravi fenomeni idrogeologici. «Si comincia dal ricordare – incalzano i due sindaci – che gli attuali operai dipendenti dell’azienda regionale Calabria Verde nacquero nel 2001, in seguito all’alluvione di Soverato, come operai del cosiddetto Fondo Sollievo, con il compito di mettere in atto tutte le azioni necessarie alla prevenzione del dissesto idrogeologico, delle frane, degli smottamenti, degli incendi e delle alluvioni». Nel corso del tempo, però, «questo che era il compito principale e primigenio, è stato sempre più ridimensionato per assecondare i crescenti compiti dell’azienda, al punto da aver visto a volte gli operai specializzati nel settore della forestazione divenire inspiegabilmente spazzini delle coste e delle marine vibonesi». E inoltre «oggi si scopre – evidenziano Fazio e Demasi – ripetiamo senza nessuna pianificazione, preavviso o concertazione con le autorità amministrative dei Comuni di Fabrizia e Nardodipace, che “per soddisfare le esigenze di manodopera nel vivaio Ariola risulta necessario impiegare operai afferenti ai cantieri di Fabrizia e Nardodipace (una squadra per ogni cantiere) con turnazione settimanale e bisettimanale”». [Continua in basso]
Insomma, per i due comuni montani, «oltre al danno anche la beffa», nel considerare che maestranze impiegate a tutela di un territorio fragile e provato «le si stanno invece adoperando alla stregua di “tappa buchi”, per svolgere compiti per i quali invece, nel passato, si procedeva ad apposite e importantissime assunzioni aggiuntive come con i contratti stagionali, a tempo determinato o le cosiddette 51 e 102 giornate agricole». Da qui la domanda: «Si evitano dunque necessarie ed opportune assunzioni e si utilizza impropriamente e strumentalmente le risorse lavorative di vitale importanza per i nostri territori? Dovremmo assecondare o tacere questa insensibile ed inopportuna linea direttoriale? Certamente no. È il nostro dovere di rappresentanti legali e vertici della sicurezza e della prevenzione dei nostri territori e dei cittadini che rappresentiamo a imporci un profondo e categorico no».
LEGGI ANCHE: Approvata la legge sui cammini, Lo Schiavo: «Potrà aumentare l’offerta turistica»