Basta antenne a Stefanaconi, il Comune adotta un regolamento
Approvato all’unanimità nel corso di un consiglio comunale straordinario convocato ad hoc. Per il presidente del Comitato civico Arcella: «Necessario mettere un freno alle installazioni selvagge»
Un regolamento comunale con la definizione dei criteri di installazione delle antenne di telefonia mobile sul territorio comunale è stato approvato stamattina, all’unanimità, dal consiglio comunale di Stefanaconi.
Consiglio straordinario con un solo punto all’ordine del giorno: l’approvazione del regolamento mirato a disciplinare la dislocazione selvaggia delle antenne, a salvaguardare l’impatto ambientale e prima ancora la salute dei cittadini anche attraverso l’installazione di centraline per la misurazione dei limiti di elettrosmog.
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Da sottolineare gli interventi del sindaco Salvatore Di Sì, del consigliere Nicola Carullo, del vice sindaco Franco Solano, dell’avvocato Anna Maria Santaguida che difende il Comune al Tar e quello del presidente del Comitato volontario dei cittadini Raffaele Arcella, che ha consegnato anche una memoria scritta da allegare agli atti della deliberazione consiliare.
È lo stesso Arcella, riferendosi al regolamento, a parlare di «un provvedimento sollecitato da tutta la comunità che si trova circondata da una serie di ripetitori Tv e impianti di telefonia dislocati sulla collina che sovrasta l’abitato. Comunità che vuole mettere un freno a questa selvaggia invasione e che in questi giorni sta seguendo con particolare apprensione la paventata installazione di un ulteriore traliccio alto 25 metri progettato a ridosso del centro abitato e vicinissimo alla scuola elementare».
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E ancora, Arcella parla di una «sinergia tra Comitato “Non più antenne a Stefanaconi” e amministrazione comunale che incomincia a dare risultati concreti e i cittadini sono fiduciosi sulla decisione che il Tar andrà a prendere nella seduta del prossimo 18 luglio».
Sono tre le denunce sottoscritte da oltre mille cittadini e presentate a Procura e carabinieri di Sant’Onofrio nelle quali «viene rappresentato un abuso edilizio della Wind e soprattutto documentato un evidente falso in atto pubblico nel contesto della pratica presentata all’ex Genio Civile di Vibo ed al Comune di Stefanaconi dalla Wind. Nessuna sentenza del Tar o del Consiglio di Stato – ha dichiarato ancora Arcella – esonererebbe il sindaco di Stefanaconi dal perseguire responsabilità tanto oggettive. Qualora il Tar, nella prossima udienza, dovesse dare ragione alla Wind, il sindaco, che ha nelle mani degli atti che dimostrano in maniera incontrovertibile un falso in atto pubblico attraverso il quale è stato oscurato l’illecito della Wind , non può e non deve dare seguito a quella sentenza perché egli è organo locale dello Stato e quindi, in quanto ufficiale di governo, in attesa delle determinazioni della Procura della Repubblica, non può venire meno a tale sua specifica funzione».