Il verde “mutilato” da Vibo a Pizzo, quando gli enti locali non fanno gli interessi dei cittadini
Alberi abbattuti o potati alla meno peggio hanno di fatto cancellato un ricco patrimonio ambientale. Gli ultimi casi con i cedri del Liceo Classico e la determina del Comune di Pizzo che vuol tagliare diverse piante nella pineta Colamaio e alla Marinella
Non c’è pace per gli alberi nel Vibonese. Fra Comuni (specie quelli montani) che mettono all’asta interi lotti boschivi per fare cassa ed altri che non trovano di meglio che abbattere il verde pubblico dei propri paesi con la scusa del pericolo costituito da alcuni rami, i cittadini – loro malgrado – continuano ad assistere a scelte a dir poco discutibili. Le ultime a Vibo Valentia ed a Pizzo. La città di Vibo è in particolare da anni disattenta al verde pubblico e i “disastri” si susseguono l’uno dietro l’altro fra l’indignazione generale che è riuscita solo in parte a fermare autentici scempi. Chi conserva ancora un briciolo di memoria ricorda infatti quanto avvenuto a Vibo Marina nel settembre del 2013 (sindaco Nicola D’Agostino) con il taglio degli storici pini che da oltre 40 anni ornavano il lungomare “Cristoforo Colombo” a ridosso del porto. I lavori, voluti dall’amministrazione comunale – che ritenne i pini pericolanti e quindi da abbattere – portarono al taglio totale di 10 pini su 12 che costituivano il “cuore” della storica pinetina, uno dei simboli di Vibo Marina. Per salvare gli ultimi due, diversi cittadini presidiarono all’epoca i luoghi del taglio in maniera permanente. [Continua in basso]
A Vibo Valentia, invece, dopo 60 anni di vita si è dovuto assistere all’abbattimento (ben 46 alberi) della storica pinetina di piazza Annarumma, rasa al suolo (senza un progetto alternativo) – con quattromila euro di spesa – per decisione dell’allora assessore comunale all’Ambiente, Pietro Comito (giunta sempre guidata dal sindaco Nicola D’Agostino), con la “scusa” di qualche pigna caduta per via di un evento del tutto eccezionale: una nevicata nel febbraio 2015. Nel corso degli anni, poi, non sono mancati “tagli selvaggi” di alberi in altre zone di Vibo Valentia, da viale Affaccio a via Alcide De Gasperi, da via Dante Alighieri alla villa comunale sino al recente abbattimento in piazza Spogliatore. Si tratta in tutti i casi di lavori non concordati per nulla con la popolazione e – nella città in cui un premio per la “tutela dell’ambiente” non si nega a nessuno – molte volte denunciati, con precise ipotesi di reato, anche alla Procura della Repubblica senza però che si sia poi visto alcun esercizio dell’azione penale.
Quando non è il Comune di Vibo a “fare danni”, ci pensa la Provincia. L’ultima denuncia pubblica arriva infatti dall’avvocato Alessandro Caruso Fresca per il taglio (capitozzatura) dei maestosi e secolari cedri del Libano piantumati più di 200 anni fa nel giardinetto del Liceo Classico di Vibo Valentia. In attesa che su tale operazione di taglio dica la sua il dirigente scolastico dell’istituto, Raffaele Suppa – che un tempo non troppo lontano lo si ricordava come esponente dei Verdi –, l’avvocato Frezza ha fatto presente che «l’attuale vigente PSC vieta nell’Atu del centro storico qualsiasi modifica degli aspetti paesaggistici e storici, imponendo la conservazione dell’esistente come nel caso dei grandi alberi, beni culturali tutelati dalla legge».
Ancora peggio ha fatto l’Asp di Vibo Valentia che non ha trovato di meglio nel novembre dello scorso anno che radere al suolo l’intero giardino dell’ospedale Jazzolino.
I pini che si vogliono abbattere a Pizzo
Ancora più paradossale quanto – salvo auspicabili interventi da parte del sindaco Sergio Pititto – potrebbe verificarsi a breve a Pizzo dove il settore Ambiente del Comune non ha trovato di meglio che adottare una determina per l’abbattimento di diversi alberi nella pineta Colamaio e nella zona della Marinella. Motivo? Creare nuovi accessi per la spiaggia. Una decisione che ha fatto insorgere ambientalisti, cittadini e quanti hanno a cuore il patrimonio ambientale di Pizzo, visto che – fra l’altro – la pineta Colamaio si trova a ridosso delle Dune dell’Angitola, già Sito di importanza Comunitaria e Zona Speciale di Conservazione secondo la Direttiva Habitat. Una decisione allo stato incomprensibile (“dare la possibilità ai turisti di usufruire di alcuni tratti di spiaggia altrimenti difficili da raggiungere”, questa la motivazione), atteso che dalla determina in questione non si evince né quanti alberi saranno abbattuti, né si capisce se erano possibili altre soluzioni alternative.
Poche righe per motivare scelte che interessano invece un’intera comunità e che rischiano di rendere l’amministrazione Pititto (e sarebbe il colmo per una figura come la sua che proviene dal sindacato e, quindi, abituato all’ascolto delle ragioni altrui) uguale a tante amministrazioni del Vibonese (del presente e del passato) che una volta investite del mandato popolare non danno più conto a nessuno e fanno dell’arroganza il loro “modus operandi” principale. Si è ancora in tempo per bloccare tutto a Pizzo e salvaguardare la pineta di Colamaio e della Marinella, ma soprattutto rendere pubblici e trasparenti tutti gli atti e tutte le decisioni che – se di tale portata (l’abbattimento di alcuni alberi) – non possono essere affidate a quattro righe di una determina del settore Ambiente “buttata” sull’Albo pretorio. I cittadini hanno il diritto di conoscere nel dettaglio scelte che vanno ad impattare sull’ambiente e sul patrimonio di Pizzo e spetta al sindaco garantire tutto ciò.
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