Vibo Marina e i fossi della paura, Patania: «Rischiamo un altro 3 luglio 2006» – Video
Gli interventi di messa in sicurezza sul torrente La Badessa mai terminati. Ma è il Sant'Anna ad essere sorvegliato speciale: «Fu questo corso d'acqua che, straripando, provocò il disastro»
Continua il nostro viaggio tra i torrenti che attraversano l’abitato di Vibo Marina, i cui cittadini, ancora oggi, non dimenticano la tragica alluvione del 3 luglio 2006, che portò morte e devastazione. E sono in molti che con l’arrivo delle prime piogge, e dopo i drammatici fatti delle Marche, chiedono la pulizia degli alvei dei corsi d’acqua. [Continua in basso]
Dopo aver documentato le condizioni in cui versa il fosso La Badessa, completamente inghiottito dalle sterpaglie, con Gianni Patania, sindacalista che da anni si batte per il suo territorio, raggiungiamo il torrente Antonucci, destinatario di un finanziamento da parte della Regione Calabria di 140mila euro, «grazie al quale – annunciava il 20 luglio scorso il sindaco Maria Limardo – stiamo supportando il Corap nelle operazioni di prosciugamento del fosso, durante la notte, da acque e fanghi».
Il corso d’acqua è stato ripulito a valle, ma non a monte. «Tutti i torrenti sono così. I lavori di pulizia vengono effettuati solo a ridosso della foce», dice Patania. Nelle medesime condizioni si trova il torrente Bravo. «Eppure – dichiara il segretario provinciale della Confasila – c’è un finanziamento di 7 milioni di euro, dei 17 milioni stanziati nel 2006. Soldi che giacciono da anni in un cassetto. Nel 2018 – ricorda ancora Patania – ci fu una delibera di giunta regionale che diede l’ok per spendere quei soldi, che invece sono rimasti chiusi nel cassetto». Da qui la richiesta al presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto affinché intervenga «con urgenza perché siamo a rischio idrogeologico. Se dovesse piovere insistentemente o verificarsi una bomba d’acqua, qui rischiamo un altro 3 luglio 2006. Basta con le allerte meteo che servono solo a lavarsi le mani e le coscienze dei politici di turno».
E poi c’è il sorvegliato speciale, il torrente Sant’Anna a Bivona, anche qui i lavori di pulizia programmati dal Comune hanno riguardato solo la parte a valle. «Il corso d’acqua ha una portata consistente che durante le piogge arriva agli argini. I muri di cinta li ha fatti costruire la chiesa, ma mancano le briglie esterne», fa notare Patania, che insiste: «Nonostante le rassicurazioni e i buoni propositi, i fatti dimostrano che Comune, Provincia e Regione Calabria hanno abbandonato questo territorio in un momento di alto rischio idrogeologico. Questo – chiosa Patania – è il torrente che nel 2006 straripò devastando le Marinate. È un corso d’acqua che va tenuto pulito e sotto osservazione».