Terreni abbandonati, i Cinque Stelle propongono una legge regionale per il loro recupero
La proposta è stata depositata al Consiglio regionale su iniziativa del capogruppo pentastellato Tavernise. Tra i punti salienti, la valorizzazione del verde pubblico e l’istituzione di orti urbani
Valorizzazione del verde urbano, l’istituzione degli orti urbani e il recupero dei terreni abbandonati. Su queste direttrici si snoda la proposta di legge depositata nelle scorse ore al Consiglio regionale della Calabria su iniziativa del capogruppo M5s Davide Tavernise. [Continua in basso]
«La Regione Calabria – è scritto nelle finalità della proposta di legge – riconosce l’importanza del verde nei contesti urbani e ne promuove lo sviluppo, l’incremento e la qualificazione come strumento di valorizzazione del paesaggio e della biodiversità, di contrasto e contenimento delle emissioni nocive in atmosfera e componente strutturale del sistema cittadino per aumentare la comodità e il benessere urbano e favorire il risparmio energetico e la prevenzione del rischio idrogeologico e degli incendi».
«La proposta di legge – afferma Tavernise – punta alla valorizzazione del verde pubblico urbano, mediante l’emanazione di linee di indirizzo che fungono da guida e stimolo per le amministrazioni locali. Per favorire la riqualificazione urbana e il miglioramento dello stile e della qualità della vita, occorre, inoltre, promuovere l’istituzione degli orti urbani e socio-terapeutici così come il recupero delle terre abbandonate. Si tratta di strumenti utili per favorire una vita salutare, a contatto con la natura, per promuovere lo sviluppo sostenibile. Diversi i vantaggi per cittadini e amministrazioni locali: la riscoperta del valore della terra; la collaborazione tra cittadini e agricoltori per produrre frutta e verdura fresca; la sensibilizzazione delle nuove generazioni rispetto a idee di città più sostenibili e “green”; la possibilità per adulti e anziani di fare attività fisica all’aria aperta e produrre alimenti nutrienti senza l’uso di sostanze chimiche e pesticidi». «Si incentiva così – conclude Tavernise – un meccanismo, poi, virtuoso che aiuta a combattere l’esclusione sociale e la solitudine tipica degli agglomerati urbani, e di spendere meno grazie a una filiera agroalimentare corta. L’orto socio-terapeutico è, infatti, un ausilio delle terapie mediche/psicologiche di recupero di condizioni di disagio o disabilità».
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