L’alluvione nel Vibonese: il 3 luglio 2006 non ha insegnato nulla. Fatto poco o nulla
Cosa accadrebbe se una bomba d’acqua come quella abbattutasi sulle Marche dovesse interessare il territorio? Eppure gli eventi estremi continuano a verificarsi con sempre maggiore insistenza
Il 3 luglio 2006 un’alluvione colpì il territorio vibonese, in particolare le frazioni costiere, provocando vittime e danni ingenti all’economia locale. Sono trascorsi sedici anni, cosa è stato fatto in questo lungo arco temporale per evitare il ripetersi di quel tragico evento? Poco o nulla. Tutto è passato nel dimenticatoio, anche gli interventi di messa in sicurezza dalla collina al mare, compresi i sottopassi ferroviari. I finanziamenti stanziati per il post-alluvione sono evaporati, salvo qualche lavoro per arginare situazioni d’urgenza. E infine la recente beffa dei sette milioni di euro stanziati a favore del territorio vibonese per interventi a sostegno degli imprenditori per i danni provocati dall’alluvione e stornati dalla Regione a causa del “mancato utilizzo dei fondi” (sic). [Continua in basso]
L’alluvione del 2006 non ha insegnato nulla
Le piogge, tanto attese e mancate negli ultimi mesi, probabilmente stanno per arrivare e nel bacino del Mediterraneo si prevedono perturbazioni molto intense, violente e dunque pericolose, con fenomeni piuttosto estremi, dato il calore- spiegano gli esperti- elevato del mare . Cosa accadrebbe se una bomba d’acqua come quella abbattutasi sulle Marche dovesse interessare il territorio vibonese? Forse questa è una domanda retorica, la risposta è data dalle condizioni idrogeologiche in cui versa gran parte del territorio. Purtroppo l’alluvione del 2006 non ha insegnato nulla e la situazione è rimasta pressappoco quella di sedici anni fa: nessun serio controllo delle acque fino al mare, dissesto idrogeologico della collina oggetto di incendi e cementificazione, assenza di opere di messa in sicurezza del territorio, tra cui gli attesi lavori di adeguamento dei sottopassi ferroviari, più volte preannunciati come imminenti; ed ancora: le condizioni dei fossi-canale come il Sant’Anna e il torrente La Badessa che attraversano l’abitato di Vibo Marina, rimasti privi di una periodica pulizia e di un libero sbocco in mare e solo di recente interessati da interventi da parte dell’amministrazione comunale.
La messa in sicurezza del territorio oggetto di una nuova riunione
In breve, se arrivasse anche da noi un evento estremo come quello abbattutosi sulle Marche, sarebbero dolori. Non basta l’annuncio di allerta diramato dai vari enti, con il corollario di raccomandazioni sui comportamenti da seguire in caso di forti perturbazioni. Sarebbero serviti, invece, la manutenzione ordinaria e straordinaria dei fossi e dei torrenti per evitare situazioni di pericolo. Non è con gli avvisi che si possono evitare le tragedie, ma con la prevenzione e la continua salvaguardia delle condizioni del territorio. La messa in sicurezza del territorio è stata oggetto di una riunione del Centro operativo comunale nel corso del quale è stato fatto il punto sugli interventi finora eseguiti e su quelli pianificati per il prossimo futuro. L’auspicio è che ci sia ancora tempo per intervenire e che i lavori vengano eseguiti con criterio, altrimenti non resta che incrociare le dita.
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