La Valle dei Mulini di Sorianello, uno dei percorsi più suggestivi della Calabria
Nel Vibonese uno dei tre itinerari famosi per il loro intreccio tra arte e natura, dal sentiero dei tre ponti di Rogliano, alla Via dei Trappeti a San Pietro a Maida
di Serena Laterza
La Calabria è una terra sorprendente e meravigliosa, che dalle coste dei due mari alle montagne della Sila, regala una varietà di angoli naturali nascosti e scorci mozzafiato: un territorio ricoperto da 600 mila ettari di superficie forestale e occupato per il 91% da zone montane e collinari, con tre parchi regionali e uno nazionale, 30.000 sorgenti censite e 1.000 percorsi di acqua. [Continua in basso]
Dati che bastano a dare l’idea dell’immensa ricchezza ambientale e paesaggistica in cui viviamo, un patrimonio inestimabile di cui essere fortemente orgogliosi e che, ogni anno, attira un gran numero di visitatori e, soprattutto, di appassionati di escursioni e trekking. Sono tantissimi i percorsi all’aria aperta di cui godere immersi in una ricca vegetazione, acque dolci e cristalline e, volendo, anche testimonianze storiche. A tal proposito, tre itinerari degni nota e famosi per il loro intreccio tra arte, storia e natura, sono il sentiero dei tre ponti nei pressi di Rogliano (CS), la Via dei Trappeti a San Pietro a Maida (CZ) e la Valle dei Mulini a Sorianello (VV).
Il sentiero dei tre ponti a Rogliano
Il Sentiero dei tre ponti è un itinerario di carattere naturalistico, storico e archeologico lungo il fiume Savuto, nel comune di Rogliano, che attraversa tre antichi ponti conservati nella fitta e incontaminata vegetazione della zona: il Ponte Tavolaria, edificato nel 1592 e localizzato a 200 metri più a valle del punto dove il torrente Cannavina affluisce nel Savuto con la sua spettacolare cascata, tra i territori di Rogliano, Marzi e Parenti; l’alto Ponte delle Fratte, costruito nel 1954, di cui oggi rimane un rifacimento tardo-medioevale di una struttura preesistente, probabilmente di origine romana e localizzato tra i territori di Rogliano, Marzi e Carpanzano; il Ponte di Sant’Angelo (II secolo a.C.), detto di Annibale, che rappresenta uno dei collegamenti di epoca romana ancora esistenti più antichi della sua specie, realizzato lungo l’antica Via Popilia (o Annia) che collegava Roma a Reggio Calabria e che indicativamente rientra oggi nei territori tra Scigliano, Altilia e Belsito.
Il percorso, lungo 20 km e curato dai giovani locali dell’Anir (Associazione nazionale dei rocciatori), costeggia le sponde del fiume tra la biodiversità della zona, a tratti tortuosa, a tratti dolce, e momenti di sosta dedicati al racconto di storie, legende, miti e culti eroici, per un’esperienza piacevole e allo stesso tempo carica di emozioni.
La Via dei Trappeti a San Pietro
Un altro percorso da non perdere è La via dei Trappeti a San Pietro a Maida, piccolo centro abitato nella provincia di Catanzaro, noto per la forte vocazione agricola, dove è possibile percorrere un suggestivo sentiero immerso nella natura che, dal paese conduce alla valle del fiume Pilla, lungo il quale sono visibili e visitabili i resti di piccoli opifici.
La zona si presenta con un suggestivo paesaggio ricoperto da circa 800 ettari di alberi di ulivo, dove la pianta Carolea regna sovrana. L’agricoltura e le sue tradizioni, infatti, hanno rappresentato per la popolazione del luogo una risorsa importante in passato e tutt’oggi, omaggiate finalmente nel 2015 con l’inaugurazione della Via dei Trappeti, quale patrimonio storico della zona.
Il tragitto si presenta in discesa ed è lungo qualche centinaio di metri attraverso una fitta cornice di arbusti di corbezzoli e imponenti alberi di sughero. L’arrivo è coronato dalla vista del frantoio sulle sponde del fiume, una struttura in pietra che colpisce per le sue dimensioni e per la sua disposizione interna, nonché testimonianza di un passato contadino non troppo lontano. Il sentiero, infatti, era il tragitto che ogni giorno percorrevano coloro che si recavano ai trappeti (gli antichi frantoi) a lavorare e dalle donne che scendevano al fiume a lavare il bucato. La valle diventava, così, luogo di incontro, dove uomini e donne si lusingavano. In questa atmosfera di rievocazione storica, legata al lavoro contadino della nostra terra, il percorso è oggi ben organizzato, con cartelli e corrimano in legno e un’area circostante adibita di aree pic-nic dotate di arrostitoi, panchine e tavoli coperti da grandi tettoie.
Il museo a cielo aperto a Sorianello
Un’altra destinazione carica di storia e tradizione assolutamente da visitare è la Valle dei Mulini a Sorianello, in provincia di Vibo Valentia, un interessante percorso storico-ambientale che permette ai visitatori di approfondire alcuni aspetti antropologici relativi alla vita contadina della zona.
L’area circostante, in posizione poco più elevata di Soriano Calabro, tra il Monte Poro e le Serre Vibonesi, è caratterizzata, infatti, da una forte produzione agricola e, in particolare, dalla lavorazione dei cereali, per cui, in epoche passate, furono istallati dei mulini, favoriti dallo scorrimento di diversi corsi d’acqua che caratterizzavano la vallata. La meraviglia di queste costruzioni fu anche decantata dal viaggiatore britannico Henry Swinburne nei suoi racconti, colpito dall’eccezionale integrazione dei mulini nella foresta circostante e dei suoi alberi secolari.
Dopo anni di abbandono, il complesso è stato riqualificato in un vero e proprio museo a cielo aperto, dove permangono e sono visitabili i resti architettonici di quelli che possiamo definire degli esempi di archeologia industriale del passato: visibile è ancora la struttura di canalizzazione dell’acqua e la ruota in legno azionante, nonché la camera molitoria posta all’interno dell’edificio del mulino. Immerso nel verde e attraversato dal torrente Cornacchia, il parco rievoca una forte atmosfera storica, dove a corredo dei mulini sono presenti statue e riproduzioni del passato, oltre al circondario caratterizzato dai ruderi degli antichi insediamenti dei monaci basiliani.
- Tags
- sorianello