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Dal mare sporco al problema rifiuti, le proposte del Wwf ai candidati a sindaco di Pizzo

Pino Paolillo, responsabile settore conservazione Wwf Vibo Valentia-Vallata dello Stilaro, offre idee e suggerimenti per «un grande progetto di restauro ambientale» della città napitina

Dal mare sporco al problema rifiuti, le proposte del Wwf ai candidati a sindaco di Pizzo
Pizzo vista dall'alto
Il Comune di Pizzo

«In vista delle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Pizzo che si terranno il prossimo 12 giugno, il Wwf intende offrire il proprio modesto contributo di idee a chi avrà la responsabilità del governo della cosa pubblica per i prossimi anni. La questione ambientale assume un rilievo fondamentale in un paese che voglia assicurare ai propri cittadini una migliore qualità della vita e un turismo basato soprattutto sulla conservazione e la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e naturalistico, a cominciare dalla pulizia del mare, fattore imprescindibile per lo sviluppo turistico ed economico del futuro». Inizia così la nota con cui Pino Paolillo, responsabile settore conservazione Wwf Vibo Valentia-Vallata dello Stilaro, offre proposte e suggerimenti ai candidati per le prossime amministrative. Proposte che, sottolinea, in buona parte sono state riprese da un passato e analogo documento: «Scritto un po’ di tempo fa. Era il 3 aprile del 2002». [Continua in basso]

«Si tratta di interventi – spiega – che, qualora fossero realizzati, darebbero un volto nuovo al paese, con più verde, una maggiore difesa dall’inquinamento, meno rifiuti, più luoghi di svago e di relax, più occasioni per conoscere e apprezzare angoli sconosciuti o per troppo tempo condannati al degrado e all’oblio, restituendogli quella dignità che meritano. L’auspicio è che queste proposte entrino a far parte del programma elettorale delle liste che si contenderanno il governo del paese e che, soprattutto, trovino un’attuazione nel prossimo futuro».

L’inquinamento marino

Le chiazze oleose in mare a Pizzo
Chiazze oleose nel mare di Pizzo (Foto di repertorio)

Secondo Paolillo, la pulizia delle acque marine deve rappresentare l’impegno prioritario della nuova giunta comunale. «Con i suoi 13 km di costa, il vecchio depuratore di Via Prangi e numerose stazioni di sollevamento dei liquami, Pizzo ha urgente necessità di promuovere un piano generale di risanamento dell’intera rete, che deve iniziare con un vero e proprio censimento, un’indagine seria e meticolosa, sullo stato di (in)efficienza delle varie strutture interessate, al loro adeguamento, e sugli scarichi abusivi ovunque si trovino. La seconda fase dovrà riguardare il collegamento effettivo di tutti gli scarichi con il depuratore, (reso finalmente efficiente dopo il sequestro dovuto al mancato smaltimento dei fanghi) al fine di evitare qualsiasi fuoriuscita incontrollata, comprese quelle legate al cosiddetto “troppo pieno” in seguito a piogge abbondanti o in occasione delle mareggiate, per ottenere un sistema depurativo in grado di assicurare un mare pulito 365 giorni all’anno. Non deve essere più tollerata la vista di chiazze grigiastre di liquami che troppo spesso fanno la loro comparsa e che per decenni sono state ignorate o negate. È ovvio che, per realizzare tutte le opere di ammodernamento ed efficientamento di depuratore e pompe di sollevamento necessarie, bisogna fare ricorso a cospicui finanziamenti, con il contributo dell’ente regionale; senza per questo voler sottacere il compito che tutti cittadini saranno chiamati ad assumere con il pagamento delle imposte dovute. In caso contrario sarebbe ipocrita continuare a lamentarsi della situazione ambientale del paese, senza versare nelle casse del comune quanto serve per l’erogazione dei servizi richiesti, ivi compresi quelli legati alla gestione della depurazione che ha i suoi costi. Insomma, non si può volere la moglie ubriaca e la botte piena». [Continua in basso]

Pulizia delle spiagge

«Un comune che vuole puntare sul turismo per il suo rilancio economico non può permettere che le sue spiagge rimangano sporche per 11 mesi all’anno – prosegue Paolillo -, né è sufficiente affidare alla buona volontà dei privati il compito di mantenere i litorali sgombri da pattume di ogni tipo. Occorre invece che la stessa amministrazione si faccia carico, con un programma ben definito e tempestivo, di provvedere alla pulizia delle spiagge cominciando almeno dai primi di giugno e per l’intero litorale. Turismo a parte, assicurare spiagge e un mare pulito ai pizzitani significa rispondere a un sacrosanto diritto dei residenti».

Il problema dei rifiuti urbani

E ancora, il problema rifiuti: «Nonostante gli indiscutibili progressi riscontrati negli ultimi anni sul fronte della raccolta differenziata (ci siamo lasciati alle spalle lo spettacolo indecoroso dei cassonetti stracolmi di spazzatura e delle strade invase dai rifiuti), la raccolta differenziata dovrà essere incrementata ulteriormente anche mediante una vasta e incisiva campagna di educazione che, partendo dalle scuole, coinvolga direttamente tutte le famiglie. L’obiettivo, da verificare annualmente, è quello di ridurre al minimo la quantità di rifiuti prodotti, destinati a finire in discarica. Tuttavia occorre ricordare che la raccolta differenziata rappresenta un importante passo in avanti nella politica di gestione dei rifiuti, ma non è la soluzione del problema, considerato che non disincentiva comportamenti consumistici perché “tanto si ricicla” (a parte che non tutto quello che viene conferito può essere riciclato). In un’ottica di progressiva riduzione dei rifiuti a monte, sarebbe utile ad esempio vietare nei supermercati l’uso di vaschette di plastica per gli insaccati o i formaggi, vietare l’uso di posate, bicchieri, bottiglie di plastica nelle scuole e nelle manifestazioni pubbliche (sagre ecc.), pensare a un riconoscimento comunale dei locali pubblici (bar, ristoranti, pizzerie ecc.) che adottano particolari iniziative virtuose attraverso pratiche ecologiche tendenti a ridurre la produzione di rifiuti, come ad esempio i distributori alla spina di detersivi e altro nei supermercati  per contrastare il consumo di contenitori in plastica. Inoltre occorre  reprimere il mancato rispetto delle norme che regolano il conferimento della raccolta differenziata, purtroppo ancora diffuso per quanto riguarda i tempi e le modalità, fornendo ai cittadini in regola con il pagamento delle bollette, sacchetti riciclabili e incrementare e potenziare il sistema della raccolta degli ingombranti».

Risparmio energetico

Spazio quindi al risparmio energetico, tema fondamentale in seguito alle ripercussioni che anche in Italia sta avendo la guerra in atto in Ucraina. «Tutti gli edifici pubblici (municipio, scuole, ospedale ecc.) – dice Paolillo –  dovrebbero essere meglio coibentati per evitare le perdite di calore durante l’accensione dei riscaldamenti (è un controsenso, e uno spreco incredibile, come purtroppo accade spesso, tenere accesi i termosifoni e magari aprire le finestre per la temperatura eccessiva). Un’attenzione particolare dovrebbe essere rivolta nel regolare opportunamente orari di utilizzo del riscaldamento e temperatura. È opportuno verificare l’effettivo funzionamento dei pannelli solari già installati su alcuni edifici. Ridurre l’illuminazione di alcuni monumenti (ad esempio del Castello), dotare tutti gli edifici pubblici di lampade a risparmio energetico (LED). Promuovere una campagna educativa nelle scuole e nelle famiglie per il risparmio energetico nelle case, anche in considerazione dell’emergenza climatica legata all’effetto serra, con le drammatiche conseguenze sul pianeta sempre più evidenti,  e di cui tutti siamo responsabili con i nostri comportamenti individuali».

Incremento e gestione del verde urbano

«È davvero singolare – aggiunge – che tutte le più rinomate località turistiche del centro-nord, abbiano maturato e consolidato un grande rispetto per gli alberi, mentre nel profondo sud, dove maggiore dovrebbe essere l’esigenza di godere dei benefici dell’ombra e del fresco nelle infuocate giornate estive, si dichiari guerra all’albero con potature selvagge e tagli indiscriminati giustificati dai più futili motivi. Da troppo tempo il già striminzito patrimonio del verde cittadino è sottoposto a interventi spesso scriteriati, da non confondere con i tagli resi invece necessari da situazioni di effettivo pericolo per l’incolumità pubblica. Per evitare in futuro improvvisazioni e iniziative inopportune, occorre dotarsi di un regolamento comunale per la gestione del verde che individui nella figura di un tecnico agronomo-forestale il responsabile delle decisioni da adottare nelle varie situazioni, sulla base di opportune valutazioni, e che detti delle regole precise per quanto riguarda tempi e modi degli interventi di manutenzione del verde.

Allo stesso tempo si ritiene sia giunto finalmente il tempo per dotare Pizzo di un patrimonio di verde degno di un paese civile, attraverso l’incremento sostanzioso di alberi e siepi in tutto il paese. A tale scopo il Wwf aveva sottoposto per due volte alla terna commissariale un elenco di specie arboree da mettere a dimora, sulla base delle esigenze ecologiche delle varie specie e della loro collocazione lungo le varie arterie del paese, e in tutte le altre zone di Pizzo ritenute idonee. Si tratta di riprendere quel progetto e metterlo in pratica, facendo ricorso ai vivai forestali o al contributo di quelli privati che ricadono nel territorio pizzitano. L’elenco dei benefici prodotti dalla presenza di alberi e arbusti comprende il miglioramento estetico della città, la difesa dall’inquinamento atmosferico prodotto dal traffico, la creazione di aree verdi per piccoli e anziani dove trovare refrigerio nelle giornate di caldo, la produzione di ossigeno. Per ultimo: un nuovo impegno per la riapertura della Villa Comunale, che, dopo i primi anni in cui ha rappresentato un punto di riferimento per intere famiglie, rappresentazioni teatrali ecc., è caduta in una condizione di abbandono e di degrado».

Contrasto agli incendi

E ancora: «Ogni anno in estate alcune zone del paese (quasi sempre le stesse…) sono colpite da incendi che costituiscono un grave pericolo per i cittadini, non solo per i fumi che si sprigionano e che nuocciono alla salute, ma anche per la minaccia che rappresentano per le abitazioni. Tutti ricordano la drammatica situazione creatasi lo scorso 10 agosto, quando la collina fu devastata da un violento incendio che, oltre a incenerire la vegetazione, costrinse interi nuclei familiari ad abbandonare la propria abitazione, o gli incendi che, puntualmente, minacciano un noto supermercato e lo stesso cimitero, quasi fosse un appuntamento estivo ineluttabile e al quale abituarsi.  Ebbene, anche in questo caso, prevenire è meglio che curare: tutti gli incendi, anche quelli più devastanti, iniziano con un focolaio, per cui è subito che si deve intervenire, senza aspettare che un vento particolarmente forte o il seccume della vegetazione alimentino le fiamme. Purtroppo in alcune zone del paese, specie nella parte alta che confina con la campagna, troppo spesso si assiste all’accensione di fuochi,  con la diffusione di fumi anche in pieno giorno, senza che nessuno intervenga per scoprire i responsabili che, nella migliore delle ipotesi, ammorbano l’aria incuranti del danno alla salute e del fastidio che procurano agli altri. La nuova amministrazione dovrebbe pertanto impegnarsi in tal senso utilizzando il Corpo dei Vigili Urbani per la repressione di attività potenzialmente pericolose e facendo ricorso all’installazione di fototrappole».

Realizzazione di un canile comunale

Secondo Paolillo, poi, Pizzo si deve dotare di «un moderno canile per il ricovero dei cani randagi, da affidare eventualmente ad una cooperativa di giovani o a una associazione animalista, che deve sorgere in una località idonea, sufficientemente distante dal centro abitato per non arrecare qualsivoglia disturbo alla popolazione. Si eliminerebbe così la piaga del randagismo che vede numerosi cani, sia cuccioli che adulti, morire miseramente sulle strade o di fame. Si tratterebbe di una grossa conquista di civiltà che sicuramente incontrerà l’adesione di tutti i cittadini».

Recupero e valorizzazione di aree periferiche o degradate 

«Ci sono intere aree del paese che versano da tempo in condizioni di degrado o che comunque aspettano di essere opportunamente valorizzate per come meritano«. Paolillo passa quindi ad elencarle, suggerendo per ognuna gli interventi necessari:

«Discesa Prangi: Sistemare, mettere in sicurezza e attrezzare il sentiero che, dal Bivio San Francesco, conduce giù fino ai Prangi. Si tratta di una delle zone più belle del paese, con un panorama straordinario sulla scogliera sottostante, sicuro richiamo per i turisti e piacevole riscoperta da parte dei pizzitani.

Strada sterrata dalla vecchia stazione FS fino al “Ponte di Ferro”: Messa in sicurezza, attrezzarla con panchine e abbellirla con piante idonee alla vicinanza al mare. Piacevole e facile passeggiata a due passi dal mare. Possibile prolungamento fino a Vibo Marina.

Seggiola: Fin qui la vergogna del paese, che aspetta da mezzo secolo di essere riqualificata. Qualsiasi progetto di recupero ambientale, non può prescindere da un massiccio consolidamento della barriera frangiflutti, ormai del tutto incapace di opporsi alle violente mareggiate che ogni volta scaricano tonnellate di massi e pietre fino a rendere impraticabile la strada per la Seggiola, costringendo il comune a ripetuti e costosi interventi di ripristino, come in una eterna fatica di Sisifo.

Una panoramica della Marina di Pizzo
Una veduta panoramica della Marina

Marina: A distanza di oltre due anni (era il 23 dicembre del 2019) uno dei simboli del paese, “a Pizzapundi” porta ancora i segni della violenza di quella mareggiata, frutto però di mancati interventi di consolidamento della barriera frangiflutti e di allarmi rimasti inascoltati, ciò che ha portato inevitabilmente al crollo della parte anteriore del molo. Più in generale, il lungomare della Marina risulta ancora pericolosamente esposto alla forza dei marosi: un evento forza 8, senza interventi di protezione, rischia seriamente di produrre danni incalcolabili. È necessario e non procrastinabile un progetto di difesa del lungomare con la creazione di una barriera di massi naturali soffolta opportunamente posizionata in relazione alla direzione dei venti (e delle mareggiate) dominanti, onde evitare gli errori del passato che ha visto l’utilizzo di massi del tutto sottodimensionati, puntualmente travolti dalle onde e collocati in posizioni sbagliate.

Quartiere Marinella: Qui esistono tutti gli spazi per realizzare un grande parco delle piante mediterranee, con alberi e siepi, attrezzato con panchine e giochi per bambini. Ne usufruirebbero, con enormi vantaggi in termini di qualità della vita e valorizzazione paesaggistica, i numerosi villeggianti e i turisti.

Pineta Colamaio: La nuova Giunta si deve impegnare per salvaguardare la Pineta Colamaio, impedendo e vietando l’accesso all’interno di auto e moto, riservando la parte ancora libera della pineta per  allenamenti e usi sportivi di lieve impatto (corsa campestre), per il tempo libero (percorsi attrezzati), per la conservazione e l’incremento della flora spontanea (creazione di un giardino botanico e di un’area di tutela per la flora autoctona delle “Dune dell’Angitola”, dichiarate  “Zona Speciale di Conservazione” in base alla direttiva Europea 92/43 CEE detta “Habitat”).

In ogni caso dovrà essere garantito il rispetto del limite dei 300 metri dalla battigia per ogni tentativo di cementificazione e il rispetto della fascia di rimboschimento, impedendo il taglio degli alberi.

Tonnara della Marina: Dopo il notevole intervento di restauro degli anni passati e diverse e sfortunate destinazioni, la vecchia tonnara continua a versare in condizioni di sostanziale abbandono, senza che nel frattempo abbia acquisito una sua precisa e stabile identità. L’ideale sarebbe utilizzarla per concentrare al suo interno tutti quegli elementi che raccolgano, custodiscano e illustrino adeguatamente la storia, le tradizioni, l’economia che hanno legato per secoli Pizzo alla pesca del tonno».

Basta cementificazione

«Negli ultimi decenni Pizzo ha assistito ad un vero e proprio esodo che ne ha radicalmente trasformato l’aspetto, svuotando di fatto il centro a favore dei nuovi quartieri della Nazionale, realizzati senza nessuna pianificazione urbanistica, il più delle volte in maniera caotica e tale da occupare tutti gli spazi a disposizione. Oltre che puntare su una riqualificazione ambientale degli stessi e del centro storico, la nuova giunta si deve impegnare per limitare al massimo nuovi insediamenti, specie nella parte alta del paese, salvaguardano la collina e quella copertura arborea che rappresenta un baluardo prezioso contro frane e smottamenti e che invece, in caso di ulteriore cementificazione e impermealizzazione dei suoli, potrebbe arrecare danni gravissimi nelle zone sottostanti».

Lotta all’inquinamento elettromagnetico

«Sul territorio di Pizzo sorgono già diversi ripetitori per la telefonia cellulare, di cui quello più grande proprio sulla popolosa via Nazionale. La nuova Giunta dovrà impegnarsi per impedire qualsiasi altra installazione del genere».

«Fare di Pizzo un paese sospeso tra il verde e l’azzurro del mare»

«L’idea di fondo – conclude Paolillo – è quella di un grande progetto di restauro ambientale, di una svolta nel modo di intendere e amministrare la cosa pubblica, finalmente votata a difendere l’interesse generale piuttosto che quello personale, intraprendendo la strada della cura e dell’attenzione anche per le piccole cose, che è quella dell’amore per il bello e l’armonia».

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