Ato rifiuti di Vibo, la Regione latita sul sito e il territorio sfiora una nuova emergenza
Si attende da oltre un anno il parere del Dipartimento ambiente sulla collocazione dell’Eco-distretto a Sant’Onofrio mentre il blocco del conferimento dell’umido all’Ecocall di Vazzano causa non pochi problemi ai sindaci
Un anno era già passato a vuoto. La Regione Calabria, nonostante sopralluoghi e solleciti, non si era espressa in ordine all’idoneità del sito individuato dalla Comunità d’ambito n. 4 di Vibo Valentia per la collocazione dell’Eco distretto consortile dei rifiuti di cui la nuova normativa impone di dotarsi. E quella risposta da parte del Dipartimento ambiente e territorio non è giunta nemmeno allo scadere dei 30 giorni dall’ultimo sollecito inviato dall’Ufficio comune dell’Ato – il 20 febbraio scorso – con l’esplicito invito ad esprimere parere in merito all’idoneità del sito di Sant’Onofrio, individuato dalla delibera dell’ottobre 2017 tuttora efficace. Anche quella comunicazione, vergata dal presidente dell’Ato, commissario del Comune di Vibo Giuseppe Guetta, è rimasta lettera morta. E quel termine dei 30 giorni è stato abbondantemente sforato ingessando ulteriormente un organismo che non ha certo brillato nei mesi scorsi per celerità ed efficienza sul piano burocratico. Con il rischio sempre più concreto di sprofondare in una nuova emergenza rifiuti che causerebbe non pochi problemi ai Comuni, vanificando peraltro gli sforzi compiuti sul fronte della raccolta differenziata che cominciano a dare i primi frutti. Nell’estremo tentativo di sottrarre all’impasse la scottante questione, il commissario Guetta ha così inviato una nuova comunicazione al dipartimento regionale invocando l’invio, con la “massima urgenza”, del richiesto parere conseguente all’avvenuto sopralluogo e aggiungendo con malcelato fastidio che “è appena il caso di ricordare che la questione riveste fondamentale importanza per l’attività di questo ambito”. Si prova così ad accelerare i tempi, dopo mesi segnati di estenuanti discussioni e da un certo immobilismo, rispetto alla piena attribuzione di competenze all’Ufficio comune dell’Ato da parte della Regione e a scongiurare una nuova crisi del settore che metterebbe in ginocchio le amministrazioni locali.
Le stesse già provate, in questi giorni, dal blocco del conferimento dell’umido provocato dal mancato rinnovo della convenzione tra la Regione Calabria e l’impianto di compostaggio e biostabilizzazione dell’Ecocall a Vazzano. Circostanza che ha costretto i Comuni, in molti casi, a differire o sospendere temporaneamente la raccolta porta a porta dell’organico o addirittura a declassare d’ufficio la frazione umida a “rifiuto indifferenziato” pur di smaltirlo in discarica e liberarsene. Con buona pace della raccolta differenziata e con conseguenze dirette sulle percentuali di efficienza faticosamente raggiunte, ingloriosamente crollate nel giro di pochi giorni. Una buona notizia, in questo senso, arriva però dalla stessa Regione Calabria che sarebbe in procinto di formalizzare con l’Ato n. 4 l’accordo di “delega delle funzioni amministrative relative alla gestione di tutti i contratti di servizio dell’intero sistema di trattamento dei rifiuti”. In altre parole, la Regione si farebbe così garante dei pagamenti dei Comuni agli enti terzi cui questi si rivolgono per il trattamento dei rifiuti. Quindi anche verso l’Ecocall. La delega consentirebbe alla Regione di allocare le risorse necessarie a copertura del servizio per tutto il periodo in cui vigerà l’accordo (in questo caso fino a fine anno) superando quindi anche le difficoltà incontrate in questi giorni per lo smaltimento dell’umido. Intoppo che, anche secondo Guetta, ha disvelato in tutta la sua gravità le conseguenze cui vanno incontro i Comuni che non ottemperano ai propri adempimenti. E almeno su questo fronte, nonostante le molteplici criticità, l’Ato di Vibo sarà il primo con cui la Regione Calabria formalizzerà l’accordo di delega. Sollevando molti sindaci dall’incubo di vedere i propri paesi nuovamente sommersi dalla spazzatura.
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