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Mare sporco, il Comune di Pizzo a Regione e Prefettura: «Servono più controlli»

La commissione straordinaria alla guida dell’ente sollecita un approccio unitario per contrastare il fenomeno: «Ancora chiazze nel nostro mare. S’intervenga»

Mare sporco, il Comune di Pizzo a Regione e Prefettura: «Servono più controlli»

Una maggiore sinergia tra Regione, Provincia di Vibo Valenti e Comuni in stretto rapporto con Arpacal e Capitaneria di porto per analisi, controllo e sorveglianza sul tema del mare sporco. È la sintesi della richiesta del Comune di Pizzo, rappresentato dalla triade commissariale Reppucci, Di Martino e Corvo, indirizzato alle istituzioni.

Il fenomeno del mare sporco nel Vibonese

Il tema dell’inquinamento marino continua ad alimentare il dibattito, alla luce dei fenomeni registratesi durante l’intero periodo estivo.  «Dopo una breve tregua – scrivono i commissari – sono di nuovo comparse nel mare prospiciente la città di Pizzo chiazze, prevedibilmente costituite da liquami di fogne che, oltre a rappresentare uno spettacolo sgradevole e riprovevole, possono costituire un pericolo per la salute pubblica, tenuto conto che le spiagge, per le attuali favorevoli condizioni climatiche, continuano ad essere affollate da turisti e villeggianti».

Il Comune di Pizzo

Scarichi abusivi e inquinamento lungo il litorale vibonese

Da qui si chiede con urgenza di fare chiarezza sulle “preoccupanti presenze” insistenti lungo il litorale nonché sulle cause che le determinano. Indagini che devono interessare enti e organismi coinvolti nelle attività riguardanti le condizioni del mare e della balneabilità. La lotta all’inquinamento, a giudizio della commissione straordinaria alla guida del Comune napitino, richiede «una visione e un approccio unitario». Da qui la necessità di:

  • verifica/ricognizione dei depuratori comunali spesso inadeguati, malfunzionanti, sottodimensionati.
  • verifica dei depuratori dei Comuni montani e costruzione degli stessi se non esistenti;
  • regolare e periodica pulizia dei canali, fossi torrenti (Mesima e Angitola in primis) che portano al mare non sempre acque pulite;
  • controllo nel periodo estivo più capillare di barche e della nautica in generale;
  • repressione e sanzione degli scarichi abusivi di attività connesse al turismo;
  • prevenzione del fenomeno della proliferazione della fioritura algare.

La sinergia tra Comuni, Regione, Arpacal e Capitaneria

Si tratta di un problema complesso e «così impattante negativamente sulla vocazione turistiche che territorio che impone un’azione forte, decisa e energica dei comuni costieri nel contrasto, feroce e fermo, al fenomeno degli scarichi e allacci abusivi». I Comuni, spesso in condizioni di dissesto o pre-dissesto, «riescono a fare ben poco a livello di controllo e sorveglianza per le gravi carenze organiche nel corpo della polizia municipale e ufficio tecnico «come nel caso del Comune di Pizzo, in dissesto dal 2017».

Per i commissari «anche un maggior e più diffuso civismo e senso di responsabilità di chi utilizza la spiaggia è auspicabile oltre ad un’azione comunale più incisiva ed energica a livello sanzionatorio». Il documento, oltre alla Regione, è stato inoltrato alla Prefettura nonché Provincia e Capitaneria di porto.

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