Ato rifiuti Vibo, i sindaci si dividono ancora sull’Eco-distretto
Il presidente della Provincia Solano ritiene indispensabile una valutazione in termini di costi-benefici prima di operare qualunque scelta. Il primo cittadino di Filogaso Trimmeliti rimarca come manchi il parere della Regione sul sito di Sant’Onofrio
Si continua a dibattere animatamente intorno all’Eco-distretto provinciale dei rifiuti, che dovrebbe nascere nell’alveo della piena autonomia nel ciclo di gestione della filiera connessa all’Ambito territoriale ottimale cui la Regione delega il settore. Di fronte alla ventilata possibilità, sollevata ad esempio dal presidente dell’Ato Elio Costa, che l’Ato possa farne a meno per continuare a dirottare la spazzatura fuori provincia non sono mancate le prese di posizione a sfavore di tale ipotesi. In primis quella del sindaco di Sant’Onofrio, comune entro il quale l’Eco-distretto ricadrebbe, Onofrio Maragò, cui ha fatto eco il sindaco di Gerocarne e presidente Gal Vitaliano Papillo, senza dimenticare gli interventi dell’ex assessore vibonese all’Ambiente Antonio Scuticchio e del portavoce de Il Sud che sogna Nicola Arcella. A chiarire la sua posizione in merito è anche il sindaco di Stefanaconi, nonché presidente della Provincia, Salvatore Solano, che già in passato si era espresso a sfavore della collocazione dell’impianto in località Vajoti di Sant’Onofrio. «Sono davvero contento che l’Ato di Vibo – afferma – venga percepito come un baluardo da difendere, quasi a volerlo sottrarre a futuri accorpamenti. Questo mi fa immaginare un organismo che ha sempre funzionato e ancor più partecipato. Due aspetti, purtroppo, degni di nota. Con ciò, nessuno ha mai pensato di rinunciare all’autonomia e alla funzione dell’Ato di Vibo. Questo significa anche però discutere del merito delle questioni, che mio malgrado non ho riscontrato in occasione della scelta del sito dell’Eco-distretto e della discarica annessa. Allora come oggi, sarebbe utile, seppur nell’incertezza della decisione regionale sull’idoneità del sito, discutere del merito, che significa valutare costi e benefici. In questa ipotesi la democrazia avrebbe motivo di far prevalere una scelta rispetto ad un’altra». In sostanza per Solano occorre «effettuare un’analisi in termini di costi-benefici che giustifichi una scelta a favore dell’una o dell’altra ipotesi. Non serve – aggiunge -, paventare la perdita di finanziamenti se quei finanziamenti dovessero poi rivelarsi inefficaci a mandare a regime un sistema che ha necessità di funzionare a pieno ritmo per sostenere i costi. Con le somme disponibili, a mio parere, si potrebbe anche ipotizzare di trattare in loco i soli rifiuti differenziati con una piattaforma propria e, vista la disponibilità dell’impianto di Lamezia, conferire lì la frazione indifferenziata».
Sulla stessa lunghezza d’onda è il sindaco di Filogaso Massimiliano Trimmeliti. «I recenti interventi sulla stampa da parte dei colleghi sindaci e di qualche interessato commentatore sulla problematica dei rifiuti e, in particolare, sull’Eco-distretto, non solo non tengono conto delle dinamiche interne alle decisione del sito individuato, ma sono fuorvianti rispetto all’interesse pubblico da tutelare. Il fantomatico accorpamento dell’Ato di Vibo a quello di Catanzaro, nei fatti inesistente – chiarisce il sindaco -, si sta palesando come un tentativo maldestro di eludere il problema principale: la discussione sul merito circa l’utilità o meno dell’Eco-distretto con annessa discarica di Sant’Onofrio. Problematica questa caduta nel dimenticatoio eppure oggetto di apposita deliberazione su cui ad oggi non abbiamo avuto alcun riscontro. Nonostante le censure tecniche mosse dal sottoscritto, e da altri, sulla localizzazione dell’Eco-distretto, con annessa discarica, la Regione ad oggi non solo non si è espressa sull’idoneità del sito, ma ha fatto trascorrere un eccessivo lasso di tempo quasi a significare la volontà di smarcarsi da questa vicenda. Rimaniamo in attesa delle determinazioni regionali in merito». Per Tremmiliti solo «alla luce di tale decisione l’Ato di Vibo potrà anche valutare una diversa soluzione, comunque, imprescindibile rispetto alle valutazioni di carattere tecnico ed economico, con riguardo ai costi e ai benefici che l’eventuale conferimento a Lamezia potrebbe apportare. Su questo punto, la relazione del Duc dell’Ato di Catanzaro, ha dimostrato la convenienza dell’operazione. Comunque, sarebbe per tutti utile sgomberare ogni dubbio, e verificare attraverso una preventiva analisi costi/benefici, quale sia la soluzione migliore, non solo per l’Ato di Vibo ma anche per i cittadini che vi abitano. L’eventualità del conferimento dei rifiuti nell’impianto di Lamezia non significa abdicare al ruolo dell’Ato di Vibo rispetto a quello di Catanzaro, a cui spetterebbe comunque il ruolo di coordinatore e contraente per le decisioni da assumere, sia in merito alle tariffe e sia rispetto alla stessa gestione. Quindi ogni posizione in merito, non corroborata da dati certi, non solo non offre una corretta visione dei fatti ma addirittura ne distorce la realtà. Pur senza voler fare dietrologia la preoccupazione del contributo di 35 milioni di euro senza tenere conto che il sito di Sant’Onofrio ad oggi non dispone di una rete viaria percorribile per i comuni della provincia rischia di far sorgere nella nostra realtà un’altra incompiuta con grave dispendio di risorse pubbliche e con la mancata soluzione dei problemi di gestione. A meno che – conclude ironicamente – non si vuol programmare un trasporto per via aerea. I cui costi sono in via di definizione».
LEGGI ANCHE: L’Ato verso il superamento dell’Eco-distretto a Sant’Onofrio, Maragò: «Scelta incomprensibile»
Ato rifiuti Vibo, per “Il Sud che sogna” è «l’emblema del fallimento della politica»
Rifiuti, ore decisive per l’Ato: Vibo verso l’accorpamento con Catanzaro