giovedì,Novembre 28 2024

Il “Serreinfestival” scommette su natura e cultura, dal trekking a Dante

Grande partecipazione di pubblico alla seconda giornata del Festival della montagna, escursionisti a piedi da Santa Maria del Bosco fino a Mongiana

Il “Serreinfestival” scommette su natura e cultura, dal trekking a Dante
Serra San Bruno tavola rotonda seconda giornta di "Serre in Festival"

Prosegue il “Serreinfestival” evento nato con l’intento di dare visibilità al territorio attraverso un contatto non mediato con la natura e di esaltare la cultura come strumento d’insegnamento senza tempo. La seconda giornata è stata incentrata sull’attività di trekking, partita da Santa Maria del Bosco e giunta fino a Mongiana. L’iniziativa è stata spiegata dal direttore del Parco delle Serre Francesco Pititto che ha messo in risalto le caratteristiche dei boschi e la necessità di tutelarli. Le guide turistiche Domenico De Masi e Cosimo Angilletta hanno illustrato le specificità del percorso e rammentato l’importanza delle escursioni dal punto di vista della salute e del rafforzamento del rapporto con il territorio. 

Soddisfatti il presidente dell’associazione “Condivisioni” Bruno Censore e la coordinatrice del festival Maria Rosaria Franzè che hanno insistito sul ruolo che può avere la montagna per lo sviluppo sostenibile e per la crescita, anche culturale, della comunità. In serata, in piazza Azaria Tedeschi, è stata proposta l’analisi della “Divina Commedia” intesa come “opera immortale e sempre attuale e carica d’insegnamenti” attraverso un continuo richiamo di collegamenti fra quanto descritto da Dante Alighieri e l’epoca attuale, devastata dalla pandemia.

In particolare, le docenti Clara Grillo, Anna Solimini Vavalà, Loredana Marzullo e Laura Donatella La Polla hanno sviscerato il tema della “crisi individuale” che è frutto di “una condizione generale in cui possiamo riconoscerci” e che causa “sconvolgimenti anche psicologici”, specificando che le soluzioni e le opportunità che possono nascere dalla crisi “possono non essere immediate”. Ruolo centrale è stata affidato all’amore visto come fonte di “passione, ma anche di sofferenza”, oltre che all’esigenza di “non far prevalere, oggi come ieri, l’irrazionalità”. I Canti danteschi sono stati interpretati come monito e messaggio affinché sia adottata “una visione di lungo respiro” e sia dato spazio a meccanismi inclusivi.

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