Strade nel disastro in provincia di Vibo, “l’avventura” di Pino Paolillo
“L’odissea” dello storico esponente del Wwf alle prese con indicazioni fasulle, buche e lavori infiniti. Viaggio fra le vergogne di un territorio abbandonato
Da Pino Paolillo, ambientalista ed esponente di punta del Wwf in Calabria riceviamo e pubblichiamo: “Ormai era da tempo che non percorrevo la vecchia ex statale 110 che dal bivio Angitola conduce a Serra e oltre, ma per un appuntamento ecologista nella città del santo tedesco, lo scorso 17 (ma la sfortuna non c’entra niente) mi sono avventurato oltre il familiare tratto parallelo all’amato lago. Già lo smottamento di località “Gigliolo”, sequestrato per mesi l’anno scorso, avrebbe dovuto mettermi in guardia, ma anch’io, come tanti, un po’ mi ci ero abituato: mica siamo in Giappone! Qui le cose brutte e arrangiate durano in eterno, a differenza di quelle belle, che hanno vita breve e travagliata. Mai però avrei immaginato le traversie che mi attendevano prima, ma soprattutto dopo la partenza da Serra. Lasciata la cittadina montana e intenzionato a ripercorrere la via dell’andata, ho seguito “logicamente” le indicazioni per l’autostrada. Ebbene, dopo aver percorso chilometri in perfetta solitudine su quella che dovrebbe diventare la famosa trasversale, allietato quanto meno dal giallo oro delle ginestre dei carbonai, a un certo punto mi vedo costretto a tornare indietro verso…Soverato?! In compenso i cartelli segnalavano con maggiore precisione il paesino di Sorianello, ma io non volevo fare quella strada: più semplicemente riprendere quella da cui ero venuto! Ora, con tutto il rispetto per Sorianello (dico sul serio), ma vi pare che per un turista o viaggiatore non vibonese, per non dire straniero, l’indicazione di cui sopra rivesta una particolare importanza geografica? E’ come se uno che vuole andare a Roma trovasse solo le indicazioni per Zagarolo o Rocca Priora. A meno che non la pensiate come quel mio paesano che, alla richiesta di informazioni su un B&B, rispose tranquillo agli spaesati turisti : “Arrivate dov’è casa mia, fate 500 metri e girate a sinistra”. Tra irripetibili imprecazioni, mi avventuro in una strada segnalata chiaramente come “dissestata” (ripararla no, eh?) e chiedo aiuto ad un gommista, evidentemente abituato a fare da “information centre” per automobilisti allo sbando, che mi indica il percorso da seguire, augurandomi buona fortuna. Del ritorno verso il bivio per Vallelonga ricordo enormi stradoni mai finiti, viadotti sospesi a metà o a un quarto, cantieri fermi chissà da quanto tempo, restringimenti di una carreggiata già misera, e buche, ma che dico, crateri, su una strada che definire “sgarrupata” è dire poco. Arrivati al bivio per Filogaso evito l’inganno di un segnale che indica a sinistra Pizzo e Vibo nella stessa direzione dell’autostrada: come a dire che un ignaro viaggiatore che vuole raggiungere il nord, deve prima passare da Filogaso, prendere lo svincolo a Sant’Onofrio per poi tornare indietro verso quello di Pizzo. Dopo aver cercato inutilmente di evitare tutte le buche, arrivo finalmente al bivio Angitola e noto che, dopo più di un anno, due segnali stradali indicano ancora Monterosso in direzioni opposte, uno a destra e uno a sinistra e l’unico per Maierato in direzione Pizzo. Rimuovere quelli fuorvianti no, eh? In quel momento ho visto un camper con la targa tedesca immettersi sulla famigerata 110: avrei voluto inseguirli per bloccarli, ma non conosco la lingua. Traggo delle conclusioni: quella trasversale delle Serre che doveva togliere dall’isolamento i paesi dell’interno, per adesso li ha isolati del tutto. Speriamo meglio per il futuro: la Calabria è piena di “volani per lo sviluppo” di là da venire. Chi esce da Serra si rassegni ad ammirare per un po’ …la trasversale delle Serre. Forse era meglio la vecchia Statale, ma asfaltata e curata come si conviene ad una strada degna di tal nome. Chi non è dotato di navigatore, speri almeno di incontrare quel gommista. Questa non è una provincia. E’ un disastro.