Asilo nido di Vibo, il Tar dà ragione al precedente gestore ma il Comune non lo reintegra
Dura denuncia del Codacons: «I genitori domani manderanno i bimbi all'asilo senza sapere chi e cosa troveranno». Colelli (Pd) rincara: «Gestione improvvisata delle politiche sociali»
Si torna a parlare dell’asilo nido comunale di Vibo Valentia, il cui affidamento è già stato oggetto di un contenzioso tra la Cooperativa Vibosalus – già gestore del servizio – e il Comune di Vibo Valentia. Il Tar, chiamato a dirimere la questione, ha riconosciuto le ragioni della società ricorrente, condannando Palazzo Luigi Razza al pagamento delle spese legali e obbligandolo a reintegrare la precedente gestione. Cosa che, denuncia adesso il Codacons, non è ancora avvenuta. L’associazione dei consumatori parla di una «vicenda che purtroppo ha messo in rilievo le evidenti difficolta con le quali l’Amministrazione deve fare i conti per gestire servizi così importanti. Certamente è doveroso dare atto degli estremi sforzi che i dipendenti profondono per far fronte alle difficoltà oggettive organizzative dell’Ente. Ma ciò non basta, per un servizio come questo serve programmazione e pianificazione nel lungo termine».
L’asilo nido, scrive il Codacons «deve essere il luogo che accoglie i bambini in tenerissima età ed assicura e garantisce serenità ai genitori che li affidano a maestre preparate e ad un sistema efficiente. L’asilo nido è quindi un servizio educativo e sociale di interesse collettivo che garantisce alla prima infanzia le condizioni di un armonico sviluppo psico-fisico e sociale attraverso un intervento educativo di cui il bambino è il vero protagonista».
Il Codacons aveva già chiesto che il servizio asilo nido fosse «pensato, gestito e valutato nel contesto di un programma e di un significativo inserimento nel tessuto sociale, in quanto l’Amministrazione comunale ha il dovere oltre che la prerogativa di gestire il sistema educativo integrato promuovendo la condivisione delle finalità e degli orientamenti educativi dei servizi per l’infanzia, sostenendo progetti di interazione tra i bambini e le insegnanti dell’asilo nido comunale e delle scuole materne statali e paritarie del territorio, anche attraverso incontri di formazione e aggiornamento che coinvolgono le educatrici. Condizioni che presuppongono continuità sia didattica sia formativa, ma soprattutto gestionale. Ed ecco che le vicende che hanno riguardato l’ultimo bando, l’intervento del Tar e l’ultima determina comunale del primo aprile oggi sembrerebbero dare spazio ad una situazione di assoluta incertezza. Oggi 7 aprile l’attività è ripresa ma ancora l’Amministrazione non ha consegnato il servizio alla ditta che lo gestiva prima del bando annullato».
Ed allora il Codacons fa sapere di «aver richiesto formalmente al Comune di concludere con immediatezza le procedure per dare esecuzione alla pronuncia del Tar, ricorrendo, ove necessario – e per il Codacons è necessario – anche alla consegna con urgenza ed in via anticipata del servizio essendo prioritaria l’esigenza di assicurare continuità e armonia, oltre che dare voce alle paure, richieste ed aspettative dei genitori che domani manderanno i bimbi all’asilo senza sapere chi e cosa troveranno».
Colelli (Pd): «Gestione improvvisata delle Politiche sociali»
Dura anche la reazione del segretario cittadino del Pd Francesco Colelli che ripercorre le tappe della vicenda: «Ad anno in corso, il Comune pubblica un nuovo bando per assegnare l’asilo nido comunale; nonostante i fortissimi dubbi sollevati dal Partito democratico e da altre forze politiche di minoranza, il Comune va avanti per la sua strada e assegna la gestione ad una nuova cooperativa; la vecchia cooperativa fa ricorso motivato al Tar e lo vince; con un parere perentorio del Tar, ad oggi, l’ente non ha provveduto a riassegnare ufficialmente la gestione alla cooperativa Vibosalus».
Per Colelli: «La gestione delle politiche sociali continua ad essere improvvisata, in barba a tutte le disposizioni. In tale situazione, la sindaca, non può, in alcun modo, continuare con la storiella de “gli uffici cattivoni”. Se gli uffici sbagliano, con questo silenzio, gli si sta offrendo una grande copertura politica».