giovedì,Novembre 21 2024

Raccolta rifiuti, la denuncia di Slai Cobas: «Lavoratori senza servizi igienici né spogliatoi»

Il sindacato: «Sono costretti a tornare da mogli e figli con gli indumenti sporchi dopo una giornata di lavoro, favorendo così la diffusione di agenti biologici». Dito puntato contro società e Comuni

Raccolta rifiuti, la denuncia di Slai Cobas: «Lavoratori senza servizi igienici né spogliatoi»

La Slai Cobas di Vibo Valentia denuncia la mancanza di servizi igienici e adeguati locali spogliatoio per i lavoratori che si occupano del trattamento di rifiuti solidi urbani nella provincia di Vibo Valentia – con la sola eccezione di quelli che operano nella città capoluogo. «La scrivente organizzazione sindacale- è scritto in una nota a firma del responsabile provinciale, Nazzareno Piperno – ha nel corso del tempo inoltrato decine di segnalazioni al fine di denunciare le gravi inottemperanze in materia igienico-sanitaria e di sicurezza sul lavoro sistematicamente commesse da pressoché tutte le società del comparto operanti sul territorio».

Nessun riscontro sarebbe però mai arrivato, «né si è mai assistito ad una sola azienda che si sia preoccupata di mettersi in regola con la legge per tutelare i propri dipendenti». «Silenzio assoluto che ha trovato peraltro facile sponda anche nei Comuni appaltanti che certo non si sono attivati dal canto loro per garantire la sicurezza dei lavoratori, vigilando sul rispetto delle normative e così mettendo a rischio anche la salute pubblica».

«Al riguardo, infatti – si legge ancora -, è necessario sottolineare come la mancanza di spogliatoi e servizi igienici costringa di fatto i lavoratori a tornare a casa con indosso gli stessi indumenti di lavoro utilizzati durante la prestazione, favorendo in maniera esponenziale la diffusione di agenti biologici non solo in ambito lavorativo ma anche nei comuni ambienti di vita, a cominciare dalle proprie famiglie. Basti pensare all’utilizzo delle loro vetture private con indosso gli indumenti sporchi dopo una giornata di lavoro e su cui poi salgono i loro figli, magari in tenera età e le loro mogli».

E ancora: «Nessuna delle istituzioni interpellate, tuttavia, si ripete, ha mai ritenuto necessario intervenire per delle inadempienze che non solo rappresentano una vera e propria violazione di legge ma che portano con sé una grave rischio per la salute di tutti, trattandosi di inadempimenti che certo facilitano la diffusione di agenti patogeni nella collettività. Rischio esistente sempre ma che oggi, con la pandemia ancora in atto, assume una valenza ed un grado di pericolo ben maggiore. Eppure nessuno è intervenuto per un inadempimento che riguarda pressoché tutte le aziende operanti nel settore ad esclusione del Comune di Vibo Valentia».

«Per questi motivi e con l’augurio che ciò non accada, non potremo che considerare responsabili tutte le istituzioni che hanno competenza in materia per gli eventi – infortuni, malattie professionali ecc. ecc. – dovessero eventualmente verificarsi a causa dei sopradetti inadempimenti a danno dei lavoratori e delle loro famiglie, non potendosi certo tali responsabilità limitare alle sole società datrici di lavoro che, pur rappresentano i primi soggetti inadempienti. Nel silenzio assordante di chi quelle regole è chiamato a farle rispettare e a vigilare che ciò avvenga. Sotto tale profilo, e sempre augurandoci di non trovarci mai nelle condizioni di doverlo fare, la scrivente O.S. – è la conclusione – non esiterà un attimo a denunciare tutti i Comuni corresponsabili, se non altro per omissione, in concorso con le società del comparto».    

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