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Reddito di cittadinanza nel Vibonese e guai con la giustizia: ecco gli indagati e i precedenti

L’inchiesta della Procura, condotta sul “campo” dai carabinieri e dalla Guardia di finanza, ha portato al sequestro di beni per oltre ottantamila euro. E non manca chi è coinvolto in operazioni come Rimpiazzo, Imponimento, Rinascita Scott e Giardini segreti

Reddito di cittadinanza nel Vibonese e guai con la giustizia: ecco gli indagati e i precedenti
Pantaleone Perfidio

Sono tutti volti noti alla giustizia ed alle cronache le 23 persone indagate dalla Procura di Vibo Valentia nell’ambito di un’inchiesta sulle irregolarità nella fruizione del c.d. “reddito di cittadinanza”, che ha portato il gip del locale Tribunale, Marina Russo, a disporre un sequestro preventivo, per un totale di 80.672,53 eurofinalizzato a sottoporre a vincolo reale le somme di denaro indebitamente percepite. I beneficiari, all’atto della presentazione della domanda all’Inps, o durante l’erogazione del beneficio stesso, hanno omesso di comunicare di essere sottoposti a misura cautelare personale, anche a seguito di convalida dell’arresto o del fermo. In ogni caso, fra i beneficiari si trova davvero di tutto quanto a problemi con la giustizia. C’è chi infatti è stato condannato nell’inchiesta “Giardini segreti” e chi nell’inchiesta “Stammer 2”. Non mancano poi indagati sotto processo per le operazioni Rimpiazzo e Rinascita Scott, oltre che coinvolti nell’inchiesta antimafia denominata Imponimento. [Continua in basso]

Pasquale Demarzo

Questo il quadro completo dei 23 indagati e tutto ciò che si trova sul loro conto: Raffaele Figliano, 34 anni di Sant’Onofrio (contestata la percezione illecita di 1.500 euro); Lorenzo Cosentino, 40 anni, di San Nicola da Crissa (percezione contestata di 9mila euro); Salvatore Bonazza, 43 anni, nato in Germania, residente a Serra San Bruno (percezione illecita contestata pari a 8.859,22 euro); Graziano Spasaro, 44 anni, di Briatico (percepito 8.187,41 euro); Federico Aieta Artusa,  44 anni, di Briatico (percepito 9mila euro); Ippolito Fortuna, 61 anni, di Vibo Marina (percepito 4.881,40 euro); Maria Carmela Ciconte, 52 anni, originaria di Sorianello, residente a Vibo Marina (percepito 5.249,80 euro); Nazzareno Castagna, 55 anni, di Briatico (percepito 9.800 euro); Carlo Longo, 42 anni, di Portosalvo (percepito 991,66 euro); Giuseppe Caparrotta, 55 anni, di Bivona (percepito 2.000 euro); Francesco Federici, 57 anni, di Vibo Valentia (percepito 223,50 euro); Francesco Caridà, 53 anni, di Pizzo Calabro (percepito 1.390,19 euro); Giovanni Castagna, 49 anni, di Rombiolo (percepito 2.979,12 euro); Salvatore Forelli, 61 anni, di Tropea (1.999,32 euro); Francesco Mazzitelli, 26 anni, di Tropea (percepito 176,68 euro); Salvatore Carone, 41 anni, di Tropea (percepito 453,83 euro); Francesco De Benedetto, 36 anni, di Tropea (percepito 739,51 euro); Francesco Cortese, 50 anni, di Tropea (percepito 982,42 euro); Benito La Malfa, 85 anni, di Nicotera (percepito 3.146,59 euro); Pantaleone Perfidio, 34 anni, di Nicotera (percepito 1.499,97 euro); Massimiliano Mobilio, 34 di Ionadi (percepito 500 euro); Damiano Ciancio, 64 anni, di Acquaro (percepito 499,97 euro); Pasquale Demarzo, 37 anni, di Dasà, residente a Leccio di Reggello in provincia di Firenze (percepito 3.559,50 euro).

Raffaele Figliano, di Sant’Onofrio, è stato arrestato nel luglio dello scorso anno per detenzione illegale di armi e di munizioni (una pistola calibro 7,65 marca Beretta con matricola punzonata, due caricatori contenenti 23 proiettili dello stesso calibro e un caricatore calibro 22).

Graziano Spasaro è accusato di lesioni aggravate dall’uso di un’arma da fuoco e concorso in tentata estorsione. Viene ritenuto al vertice di una rete di spaccio di stupefacenti.

Ippolito Fortuna si trova attualmente sotto processo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nell’ambito dell’operazione “Rimpiazzo” contro il clan dei Piscopisani. Il 19 novembre scorso è stato condannato in appello alla pena di 2 anni e 4 mesi nell’ambito dell’operazione antidroga denominata “Stammer 2”.

Maria Carmela Ciconte, originaria di Sorianello, residente a Vibo Marina, è imputata nel processo Rinascita Scott insieme al marito Leonardo Vacatello. Secondo l’accusa, marito e moglie avrebbero rivestito il ruolo di addetti al traffico di droga a Vibo Marina, coadiuvando in tale attività Antonio Vacatello, fratello di Leonardo, ed indicato come il capo ‘ndrina di Vibo Marina strettamente collegato al boss di Zungri Giuseppe Accorinti. I traffici di droga sarebbero iniziati nel mese di ottobre 2015 per arrivare all’attualità.

Giuseppe Caparrotta, di Bivona, è invece indagato dal 13 luglio dello scorso anno (prima posto ai domiciliari, poi con obbligo di firma ed attualmente tornato in libertà) in un’inchiesta della Procura di Torino.

Francesco Federici, 57 anni, di Vibo, è stato arrestato il 10 settembre scorso detenzione illegale di un fucile a pompa calibro 12, marca winchester, completo di munizionamento. E’ il padre di Luigi Federici, imputato nell’operazione Rinascita-Scott e ritenuto elemento del clan Pardea.

Il costruttore Francesco Caridà di Pizzo è coinvolto nell’operazione antimafia “Imponimento”. E’ accusato di aver operato direttamente sui cantieri di interesse del sodalizio degli Anello di Filadelfia, occupandosi di recapitare ad altri sodali, ovvero ad appartenenti di altre consorterie, messaggi provenienti dai vertici dell’organizzazione. Avrebbe inoltre permesso al sodalizio di mantenere un canale comunicativo con gli imprenditori vittime delle pretese estorsive, rendendosi disponibile per operazioni finalizzate all’acquisizione da parte della cosca di attività imprenditoriali ed immobili, in maniera schermata.

Giovanni Castagna di Rombiolo è anche lui noto alle forze dell’ordine. Nel giugno del 2019 è stato arrestato dalla polizia per detenzione illegale di 9,7 grammi di eroina, 1,5 grammi di sostanza stupefacente simile alla cocaina, nonché 1,3 grammi di marijuana.

Salvatore Forelli di Tropea è stato invece posto ai domiciliari nell’aprile dello scorso anno per spaccio di sostanze stupefacenti.
Francesco Mazzitelli è invece indagato in un’operazione della Dda di Reggio Calabria con l’accusa di aver preso parte ad un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico con il compito di spacciare sul territorio di Tropea e nei centri limitrofi, ricevendo la sostanza stupefacente da Giuseppe Cacciola di Rosarno.

Salvatore Carone di Tropea si trova imputato nell’operazione Apate della Procura di Vibo con l’accusa di aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata ai furti, così come Francesco De Benedetto, anche lui di Tropea. Francesco Cortese è stato invece arrestato nell’aprile 2018 per il reato di lesioni e poi sottoposto a misura cautelare ai domiciliari il 5 ottobre scorso, mentre Benito La Malfa nel maggio 2018 è stato arrestato (poi misura sostituita con l’obbligo di presentazione alla pg) per la detenzione illegale di una pistola con matricola abrasa.

Pantaleone Perfidio di Nicotera è stato condannato il 17 aprile dello scorso anno a 7 anni e 2 mesi nell’ambito dell’operazione “Giardini segreti”, nata dopo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Emanuele Mancuso, in ordine alle piantagioni di marijuana ritrovate nelle campagne fra Nicotera, Joppolo e Limbadi. Nell’agosto dello scorso anno è stato poi nuovamente arrestato (e quindi sottoposto all’obbligo di firma giornaliero) per detenzione di cocaina e marijuana.

Volto noto anche quello di Massimiliano Mobilio, più volte arrestato per detenzione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti (obbligo di presentazione alla pg dal 31 luglio scorso). Damiano Ciancio di Acquaro ha invece precedenti per ricettazione, falso e truffa ai danni dello Stato. Infine Pasquale Demarzo, 37 anni, di Dasà, è conosciuto dalle forze dell’ordine per reati concernenti gli stupefacenti.

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