martedì,Novembre 26 2024

Operazione Nemea | La droga dei Soriano di Filandari nascosta a casa della nonna defunta

Numerose munizioni di vario calibro trovate dai carabinieri in un camion in disuso, in un magazzino ed all’interno di un tubo occultato nel terreno

Operazione Nemea | La droga dei Soriano di Filandari nascosta a casa della nonna defunta

Non solo estorsioni, danneggiamenti ed incendi. L’operazione “Nemea” contro il clan Soriano di Filandari ha assestato un duro colpo anche allo spaccio di sostanze stupefacenti, portando al contempo pure al sequestro di diverse munizioni di vario calibro. Nello specifico, la detenzione al fine di vendita, e comunque della successiva cessione a terzi di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente, viene contestata a Leone Soriano (in foto in basso), alla cognata Graziella Silipigni (moglie del defunto Roberto Soriano, fratello di Leone), Francesco Parrotta, Caterina Soriano (figlia della Silipigni), Luca Ciconte (marito di Caterina Soriano), Giacomo Cichello e Giuseppe Soriano (altro figlio della Silipigni). All’interno dell’abitazione della defunta nonna di Giuseppe Soriano, di cui gli indagati avrebbero avuto diretta disponibilità, i carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo hanno trovato: quattro grammi di marijuana, un bilancino di precisione, 3,2 grammi di eroina, altri 29,9 grammi di marijuana, 17,5 grammi di sostanza da taglio tipo mannitolo. Occultati all’interno di un camion in disuso sito a pochi metri dal terreno dei Soriano, i militari dell’Arma hanno poi trovato: tre involucri contenenti marijuana per 410,3 grammi, 407 grammi e altri 432 grammi. Quindi, nascosti dentro un magazzino adibito a deposito sito nel terreno di proprietà dei Soriano, i carabinieri hanno trovato 540 grammi di cocaina, 209 grammi di eroina, 2,5 grammi di hashish, nove dosi di preconfezionate di eroina per un totale di 10 grammi, altri 132,4 grammi di cocaina occultati nel retro del magazzino. Le contestazioni in materia di stupefacenti – che risalgono al febbraio scorso – sono aggravate dal fine di agevolazione dell’attività del clan Soriano.

In materia di armi, agli stessi indagati – in concorso fra loro – viene invece contestato di aver detenuto all’interno di un tubo di plastica occultato nel terreno confinante a quello di proprietà dei Soriano 44 munizioni da guerra calibro 9×19, trenta munizioni calibro 7,65 Browning, 50 munizioni calibro 9×21 Magneteck, 50 munizioni calibro 7,65 P.B., 51 munizioni calibro 45 Auto, 94 proiettili calibro 9×21. Altre 17 munizioni calibro 357 magnum sono state invece trovate dentro un camion in disuso. Anche in questo caso i reati sono aggravati dalle finalità mafiose. 

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