lunedì,Dicembre 23 2024

Agente municipale aggredito a Mileto: «Servono regole su come trattare soggetti difficili»

L’associazione nazionale di categoria “Il fuori coro”: «Corsi e lezioni teoriche non bastano. Manca un protocollo unico»

Agente municipale aggredito a Mileto: «Servono regole su come trattare soggetti difficili»

Nei giorni scorsi Il Vibonese ha raccontato dell’aggressione subita dal vicecomandante di polizia municipale di Mileto Renato Parrone da parte di una persona con evidenti problemi psichici. Il vigile urbano si era recato nella frazione Paravati, insieme al responsabile del Centro di servizio mentale Antonio Mercuri, per verificare le condizioni di un individuo che già il giorno prima aveva rotto con un pugno il setto nasale a un operatore della Prociv, nel piazzale del drive in allestito a Vibo Valentia. Alla vista degli interlocutori l’uomo è andato in escandescenza. Da qui l’inizio di una colluttazione durante la quale il vicecomandante di polizia municipaleè stato colpito al volto, con conseguente rottura degli occhiali e relative escoriazioni.

Oggi, al riguardo, arriva l’attestato di solidarietà da parte dell’associazione nazionale di categoria “Il Fuori Coro”, con tanto di grido d’allarme sulle condizioni in cui sono costretti ad operare ufficiali ed agenti di polizia locale. «Abbiamo appreso dal vostro giornale dell’aggressione al nostro collega. Quanto accaduto a Mileto – denuncia – evidenzia come rimanga ancora irrisolto il problema degli interventi sugli accertamenti, sui Trattamenti sanitari obbligatori o più semplicemente su quegli interventi nei quali ci si trovi a contatto con soggetti difficili oppure molto difficili da trattare. Corsi pratici e lezioni teoriche non risolvono la questione, manca un protocollo unico e generale che dia le giuste “regole di ingaggio” e gli strumenti per intervenire in sicurezza, sia per quella dell’individuo da trattare e sia per la nostra. Sì, per la nostra, perché spesso siamo noi agenti della locale che finiamo al pronto soccorso per farci suturare tagli o per farci medicare, visto che si interviene il più delle volte senza dotazioni oppure con dotazioni individuali di nostra proprietà personale».

A seguire l’associazione di categoria sottolinea come non sia la prima volta che «si ribadisce la necessità di avere delle regole precise per i casi di intervento su Aso e Tso». Allo stesso tempo, però, precisa come poco o niente al riguardo sia cambiato, «nulla a livello legislativo nazionale e poco a livello locale. Pochi comandi, infatti – conclude – hanno dotato i propri agenti di guanti antitaglio, di caschi e delle protezioni necessarie a garantirne la sicurezza. Attendendo a breve sviluppi e migliorie che ci permettano di operare al meglio, esprimiamo la nostra solidarietà e gli auguri di pronta guarigione al collega vicecomandante di Mileto».

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