Crisi al Comune di Vibo, Lo Schiavo: «Costa venga in aula a riferire o si dimetta» (VIDEO)
Per il consigliere comunale dei “Progressisti” «non si può continuare a vivacchiare per altri due anni. Se vuole aiuto dall’opposizione serve convergenza su lavoro, lotta alla povertà, degrado e trasparenza»
«Trovo estremamente triste la fase attuale della politica cittadina; non mi convincono i passaggi tattici da maggioranza ad opposizione o viceversa legati a convenienze del momento. Le persone sono stanche di questo modo di fare politica, la città soffre ed è in emergenza e la politica continua a fare giochini e ad essere autoreferenziale. Se il sindaco non ha la maggioranza, io e i consiglieri del mio gruppo siamo pronti domani stesso a presentare le dimissioni davanti ad un notaio. È un impegno e una sfida a chi oggi vuole dissociarsi dalla maggioranza. Vi siete presentati con un programma politico, se avete fallito siate consequenziali. Presentate le dimissioni da consiglieri comunali. Vediamo quanti ci seguono».
Antonio Lo Schiavo, consigliere comunale dei Progressisti per Vibo e già candidato a sindaco contro l’attuale primo cittadino Elio Costa, interviene sull’attuale crisi che agita lo schieramento di maggioranza, proponendo quella che a suo avviso è una delle possibili vie d’uscita dall’impasse.
Per Lo Schiavo «Non si può continuare così, a vivacchiare per altri due anni, e continuare a paralizzare il consiglio comunale con veti e giochini allora io non ci sto. È inutile continuare con la paralisi. Chiedo al sindaco quindi di avere il coraggio di venire in aula (quello il luogo opportuno) di dire chiaramente come stanno le cose e avere l’onesta di dire che siamo in una fase emergenziale e che bisogna azzerare tutto quello che fin ora vi è stato. Se chiederà aiuto all’opposizione (che continuerà ad essere tale) allora io dirò quelle che sono le mie priorità e i punti su cui si può trovare convergenza: lavoro (vertenza Italcementi in primis), povertà (cambio totale di passo nelle politiche sociali e lotta alla povertà che deve divenire la priorità), degrado urbano (periferie abbandonate, Triparni è l’emblema di questo), urbanistica (tutto è paralizzato, serve una rivoluzione), trasparenza (diretta televisiva delle sedute del consiglio comunale)».
Quindi il consiglio al primo cittadino al fine di «farsi aiutare di più nella scelte tecniche dagli ordini professionali e da personalità competenti della società vibonese perché oggi serve qualità, indipendentemente dalle appartenenze politiche. In altri termini consiglierei al sindaco di riappropriarsi della sua funzione. Se fossi stato io al suo posto non ci avrei pensato un secondo, a costo di essere immediatamente sfiduciato. Ma le cose come sapete hanno preso un’altra piega. Infine – conclude – ritengo che nulla di quello da me sperato si verificherà, continueremo così fino alla fine del mandato e avremo perso ulteriore tempo mentre la città muore. Ma anche dall’opposizione, avrò provato a cambiare le cose e non sarò rimasto silente nella mia funzione».
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