‘Ndrangheta: processo “Mediterraneo”, chiesta una dura condanna per Giuseppe Mancuso
Il figlio del boss Pantaleone Mancuso, detto “l’Ingegnere”, imputato a Palmi per narcotraffico. Sotto processo per armi anche un altro vibonese
Si è conclusa con la richiesta di condanna anche nei confronti di due vibonesi la requisitoria del pm della Dda di Reggio Calabria, Roberto Di Palma, dinanzi al Tribunale collegiale di Palmi al termine del processo con rito ordinario nato dall’operazione antimafia denominata “Mediterraneo” scattata nel giugno del 2014. Ben 18 anni di reclusione il pm ha chiesto per Giuseppe Mancuso, di 29 anni, di Limbadi (ma residente a Nicotera), figlio del boss della ‘ndrangheta Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere”, per diverso tempo latitante e catturato il 29 agosto 2014 al confine con l’Argentina.
Cinque anni di carcere sono stati invece chiesti per Claudio Ruffa, di 51 anni, di Rombiolo.
Secondo l’accusa, Giuseppe Mancuso (in foto), unitamente a Giovanni Burzì (28 anni di Joppolo, già condannato in abbreviato a 2 anni) e Domenic Signoretta (33 anni, di Ionadi, già condannato in abbreviato a 12 anni), avrebbe fatto parte di un’associazione dedita al narcotraffico facente capo al clan Mancuso che avrebbe rivenduto lo stupefacente (cocaina e hashisc) al clan Molè di Gioia Tauro con contatti anche a Roma.
Claudio Ruffa e Domenico Galati (37 anni, di Filandari, già condannato in abbreviato a 2 anni e 4 mesi) avrebbero invece ceduto delle armi (due fucili) ad affiliati al clan Molè nel maggio del 2012 con incontri che si sarebbero tenuti nel Vibonese.
Giuseppe Mancuso è difeso dall’avvocato Francesco Sabatino, Claudio Ruffa dall’avvocato Giuseppe Di Renzo.
Giuseppe Mancuso è attualmente imputato anche dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro per il tentato omicidio commesso il 26 maggio 2008 ai danni della zia Romana Mancuso (poi deceduta per cause naturali il 27 aprile 2014 all’età di 69 anni) e del figlio Giovanni Rizzo. Con lui è imputato anche il padre, Pantaleone Mancuso, “l’Ingegnere”. In primo grado sono stati entrambi assolti al termine del processo con rito abbreviato. Il 6 giugno prossimo in tale processo verrà sentito il collaboratore di giustizia Andrea Mantella.
Giuseppe Mancuso, detto anche “Peppe u Zipp”, è imputato pure dinanzi alla Corte d’Appello di Milano dopo un annullamento con rinvio deciso dalla Cassazione. In primo grado, Giuseppe Mancuso era stato condannato a 13 anni di reclusione, al termine del processo con rito abbreviato, per il reato di sequestro di persona, aggravato dalle modalità mafiose, finalizzato a compiere un’estorsione. In Appello era stato però assolto. La Cassazione ha però ordinato un nuovo processo di secondo grado.
Per tutte le condanne in appello del processo “Mediterraneo” nel troncone in abbreviato LEGGI QUI:
‘Ndrangheta: condannato l’armiere del boss Pantaleone Mancuso, alias “l’Ingegnere”
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