Istituto di Criminologia, allievi autorizzati a presenziare alle autopsie
Per il rettore Saverio Fortunato si tratta di «un’attività alquanto rara in altri atenei che darà la possibilità di disporre di elementi basilari della medicina legale»
Continua a crescere ed implementarsi il percorso di studi per gli allievi dell’Istituto Italiano di Criminologia di Vibo Valentia. Di recente, il primo gruppo, composto da cinque tirocinanti, ha assistito ad un esame autoptico, all’ospedale Jazzolino di Vibo Valentia. A guidare il gruppo è stata la dottoressa Katiuscia Bisogni, anatomopatologa e tutor dello stesso Istituto vibonese.
A darne notizia è un comunicato stampa. «L’importante attività – prosegue la nota -, che rientra nella cattedra di Medicina legale del luminare Gian Aristide Norelli, permetterà ai fini didattici di accrescere il background dei tirocinanti ed è stata autorizzata da Camillo Falvo, Procuratore Capo della Repubblica di Vibo Valentia».
Piena soddisfazione è stata espressa dal rettore Saverio Fortunato, «per l’acume e la sensibilità dimostrata dal dottor Camillo Falvo nell’avere autorizzato l’Istituto Italiano di Criminologia in un’attività alquanto rara presso altri atenei italiani. La possibilità di assistere ad un’autopsia è stata accolta con grande interesse anche dai tirocinanti, posto che per lo studio della criminologia è importante disporre di elementi basilari della medicina legale, per capire la relazione tra il corpo della vittima, la cui morte si sospetta dovuta a un crimine e il profilo del probabile autore del reato».
Si parla di «rilevanti ed importanti segnali formativi che l’Istituto Italiano offre a quei giovani vibonesi che hanno scelto di restare in questo territorio e continuare a studiare; allo stesso tempo offre a chi da più lontano ha deciso di trasferirsi per motivi di studio nell’ospitale città di Vibo Valentia. Il tutto in controtendenza, posto che stando al report degli analisti della Svimez, circa il 32 per cento degli studenti universitari calabresi risulta iscritto fuori dalla regione. Una mole di giovani – molto vicina a una popolazione pari a 23mila (22.959) – che è praticamente già fuggita dalla Calabria e che difficilmente ne farà ritorno. L’Istituto Italiano di Criminologia è in controtendenza, appunto».