Rinascita Scott a PresaDiretta, il pm Sirleo: «Vibo come il far west, bene che se ne parli»
Dopo che il giudice Sirianni ha invitato i colleghi a non fare i processi in tv come Gratteri, il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro elogia la trasmissione di Iacona per aver informato i cittadini e donato importanti spunti di riflessione
La provincia di Vibo Valentia «terra di nessuno», un «far west o una provincia dello stato di Sinaloa» di cui però «non si parla abbastanza sui giornali». Per questo, in riguardo alla puntata di PresaDiretta dedicata alla maxi-inchiesta Rinascita Scott, il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro Paolo Sirleo scrive: «Ho trovato giusto e doveroso, una volta tanto, che un programma d’inchiesta del Servizio Pubblico abbia trattato, nella poca attenzione del media nazionali, questi temi. Perché ritengo che solo raccontando i fatti si possano suscitare interrogativi».
La puntata della trasmissione di Riccardo Iacona andata in onda lunedì scorso continua dunque a fare rumore. Dopo il botta e risposta tra penalisti e cronisti, un dibattito è sorto anche all’interno della stessa magistratura. Non solo sulla puntata in sé, ma anche sulla figura del principale attore dell’inchiesta: il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri. La lettera aperta del pm Sirleo, ospitata nell’edizione online de Il Fatto Quotidiano, è infatti una risposta a quanto scritto dal giudice della Corte di appello di Catanzaro Emilio Sirianni.
«Non fate i processi in tv come Gratteri»
Nello specifico, Sirianni – in una mail rivolta ai colleghi pubblicata su “Questione Giustizia”, la rivista di Magistratura Democratica -, nel criticare la trasmissione di Rai3, parlando di «processo mediatico-televisivo che precede e affianca quello che s’avvia nell’aula bunker», ha invitato «chiunque indaghi sulla criminalità mafiosa, con toga sulle spalle o stellette sul petto, a non arruolarsi in quella guerra che il Procuratore Gratteri ha evocato in Tv, continuando, molto più banalmente, a fare ciascuno la cosa più difficile: il proprio mestiere».
L’importanza di essere informati e riflettere
Per Sirleo, invece, la trasmissione ha avuto il pregio di mettere i cittadini tutti nelle condizioni di essere informati e di capire. Ha permesso di «riflettere» su «come sia stato possibile che nel territorio vibonese un latitante fosse stato eletto sindaco», scrive, o ancora su come «un elicottero sia atterrato impunemente su una pubblica piazza con il beneplacito delle istituzioni locali» o «come un importante ex parlamentare della Repubblica abbia candidamente ammesso che, per acquisire un resort di lusso, si dovesse ricorrere necessariamente al boss di zona, asserendo di volersi fare egli stesso parte diligente per intercedere con lui».
«Doveroso sapere a prescindere dall’esito del processo»
«Se non ho visto un’altra trasmissione – continua il pm – , sono stati sentiti gli investigatori, che si sono limitati a fornire alcune indicazioni su specifici temi di accusa, senza esprimere giudizi o trarre conclusioni. Non mi pare di avere visto o sentito ‘l’inquirente’, dall’alto del suo scranno, sognarsi di trarre giudizi o conclusioni su questa o quella posizione processuale. A parte il fatto che ha parlato di altro. Se non ho visto un’altra trasmissione, sono stati sentiti anche difensori e imputati, che hanno espresso le loro considerazioni. Per cui l’utente si è fatto una sua idea. Come è giusto che sia. Idea che è altra cosa rispetto al giudizio, che si formulerà nell’unica sede prevista, qual è il processo. È giusto e doveroso che il cittadino sia messo nelle condizioni di capire come viene amministrato un Comune, partendo dal resoconto dei nudi fatti emersi nel corso di una indagine o di un processo in corso di celebrazione. È giusto e doveroso, a prescindere dagli esiti del processo, che magari sancirà che quei fatti, pur risultando oggettivamente espressivi di una cattiva gestione della cosa pubblica, non sono reato».
Sirleo si è quindi detto stupefatto per il fatto che non si parli tanto dell’inchiesta in sé quanto di chi indaga e dell’”inquirente” «rei di avere fornito, in uno con difensori e imputati, delle mere indicazioni a un giornalista per assicurare una corretta informazione. Informazione che riguardava fatti di rilievo che, come tutti i fatti di rilievo, vengono sempre raccontati a caldo e nella immediatezza. Senza aspettare la sentenza definitiva».