Operazione “Stammer 2 – Melina” | Smantellata organizzazione criminale dedita al narcotraffico (NOMI-VIDEO)
Venticinque gli arresti in tutta Italia, tra cui tre capi cosca del Vibonese, 46 gli indagati. Sono ritenuti responsabili dell’importazione di circa 5 tonnellate di marijuana dall’Albania per un giro d'affari di 10 milioni di euro. Sequestrati potenti acquascooter e motoscafi. Ecco chi è coinvolto
Dalle prime ore della mattinata è in corso, su gran parte del territorio nazionale, l’esecuzione di decine di ordinanze di custodia cautelare emesse dal Tribunale di Catanzaro e volte a neutralizzare una ramificata organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico dai marcati profili internazionali, capace di far giungere in Italia tonnellate di marijuana dall’Albania. L’operazione denominata “Stammer 2 – Melina”, che rappresenta l’epilogo di una complessa attività investigativa condotta dai militari della Guardia di finanza del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Catanzaro, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) di Roma e coordinata dal procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, dal procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, e dal Sostituto Procuratore, Camillo Falvo, vede impiegati oltre 150 finanzieri, con l’ausilio di unità Antiterrorismo pronto impiego, di unità cinofile e della componente aeronavale del Corpo, per l’arresto di 25 persone (18 in carcere e 7 agli arresti domiciliari, indagati a vario titolo in traffico internazionale di stupefacenti) tra Calabria, Puglia, Sicilia, Lazio, Toscana, Lombardia e Albania e l’esecuzione di numerose perquisizioni.
L’operazione “Stammer 2 – Melina” nasce da uno stralcio della nota operazione “Stammer”, con cui sono state già colpite, nel mese di gennaio dello scorso anno, le ‘ndrine del vibonese solitamente impegnate nel business della cocaina, e costituisce un ampliamento delle indagini che hanno dimostrato come i trafficanti calabresi, fiutando la possibilità di ottenere a facili guadagni, investivano ingenti capitali in un imponente traffico di marijuana.
L’attività odierna documenta proprio come le potenti ‘ndrine vibonesi sono entrate in affari con i narcos albanesi, partner di provata efficienza, che, ad oggi, si possono considerare i più importanti produttori di marijuana del continente, vantando basi logistiche praticamente in tutta Europa. Le indagini hanno, di fatto, consentito di disarticolare un’organizzazione estremamente complessa, basata su un accordo criminoso tra le ‘ndrine Fiarè di San Gregorio d’Ippona, Pititto-Prostamo-Iannello di Mileto, Anello di Filadelfia e Franzè di Stefanaconi.. Tra gli elementi di spicco caduti nella rete della Guardia di finanza compaiono Rocco Anello, cl.’61, indiscusso boss di Filadelfia, Francesco Fiarè, alias “il dottore”, cl.’80, di San Gregorio d’Ippona, e Giovanni Franzè, cl.’62, di Stefanaconi, oltre ad altri soggetti di rilevanza come Pasquale Pititto, cl.’68 di Mileto, Antonio Prostamo, cl.’89, e Domenico Mancuso, cl.’75, di Limbadi, (in foto).
Clan calabresi assolutamente a loro agio nel contrattare con i potenti “Cartelli Albanesi” l’importazione, in poco meno di tre mesi, di circa cinque tonnellate di marijuana, in grado anche di saltare l’intermediazione delle compagini delinquenziali brindisine, storicamente “in affari” con i narcos di stanza nel Paese delle Aquile. Il sodalizio criminale calabrese, se in una prima fase sfruttava gli oramai collaudati rapporti, intessuti nel tempo, tra i trafficanti brindisini ed i produttori albanesi, una volta reperiti i contatti ed aver acquisito la fiducia dell’organizzazione albanese, riusciva, senza alcuna difficoltà, a scavalcare gli intermediari pugliesi per contrattare direttamente con i fornitori.
Secondo gli illeciti progetti, una volta raggiunte le coste pugliesi, i carichi di marijuana sarebbero stati divisi in più partite, pronte per essere cedute sulle molteplici “piazze” dislocate su gran parte del territorio italiano. L’inchiesta ha consentito di identificare tutti le 46 persone coinvolte, alcune delle quali già ristretti per fattispecie contestate nell’ambito dell’Operazione “Stammer”, ognuno dei quali ricopriva un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, dai traduttori ai corrieri, da coloro che avevano il compito di monitorare l’uscita delle vedette della Guardia di Finanza ai personaggi incaricati di curare l’arrivo degli emissari dei narcos albanesi più volte giunti nel nostro Paese, fino ai soggetti demandati per lo stoccaggio e la successiva rivendita della marijuana.
Grazie ad una serie di serrate attività, nell’arco temporale agosto-ottobre 2016 sono stati eseguiti, nel mar Adriatico al largo delle coste brindisine, cinque interventi repressivi che hanno permesso di sequestrare in mare oltre 2770 kg di marijuana, ai quali si sommano ulteriori 90 kg sequestrati presso il porto di Ancona, di ricondurre due ulteriori importazioni di droga, rispettivamente pari a 1178 e 386 kg, oggetto di sequestro da parte della Guardia di Finanza di Brindisi, destinate ai clan calabresi e infine, grazie ad una mirata attività a posteriori, di ricostruire un’ulteriore transazione pari a 400 kg di marijuana che, giunta proprio presso il sedimento portuale di Ancona, raggiungeva la piazza di Milano, ove il sodalizio calabrese vantava eccellenti ramificazioni per l’immissione in commercio del narcotico.
Oltre alla sostanza stupefacente, venivano sottoposti a sequestro anche 2 potenti acquascooter, 4 velocissimi natanti ed un autoarticolato. Le operazioni portavano contestualmente all’arresto in flagranza di 11 persone. L’intera operazione ha, inoltre, permesso di infliggere all’organizzazione rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni. La droga complessivamente sequestrata, infatti, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato ai “grossisti” oltre 10 milioni di euro.
I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI:
Rocco Anello, 57 anni, boss di Filadelfia; Indrit Buja, 37 anni, albanese; Fortunato Baldo, 23 anni, di Mileto; Cristian Burzì, 35 anni, residente in provincia di Bergamo; Mario Calesse, 45 anni, di Sant’Eufemia d’Aspromonte, residente a Muggiò (Mb); Francesco Colangelo, residente a Verano Brianza (Mb); Gianfranco Contestabile, di Brindisi; Francesco Fiarè, 38 anni, alias “il dottore”, di San Gregorio d’Ippona; Rosario Fioretti, 71 anni, di Lecce; Leonardo Francesco Florio, 54 anni, di Vibo Marina;
Ippolito Fortuna, 58 anni, di Vibo Marina; Giovanni Franzè, 56 anni, di Stefanaconi; Gerardo Filippo Gentile, 63 anni, di Zambrone; Elvis Hajdini, 25 anni, albanese; Domenico Mancuso, residente a Roma, 43 anni, di Limbadi; Fabio Melacca, 32 anni, di Brindisi; Shefik Muho,34 anni, albanese; Gregorio Niglia, 35 anni, detto “Lollo”, di Briatico; Giovanni Pastorello, 59 anni, di Maierà (Cs), residente a Milano; Gianluca Pititto, 22 anni, di Mileto; Antonio Prostamo, 29 anni, di Mileto; Rosario Riccioli, 45 anni, di Catania; Claudio Tortora, 38 anni, di Mileto; Francesco Paladino e Antonio Paladino di Rosarno.
Melina Cannatà, 47 anni, di Mileto; Rocco Iannello, 43 anni, di Mileto; Fortunato Lo Schiavo, 47 anni, di Mileto; Salvatore Paladino, 59 anni, di Rosarno; Fabio Melacca, 32 anni, di Brindisi; Massimo Pannaci, 51 anni, di Mileto; Giuseppe Vittorio Petullà, 60 anni, di Mileto; Michell Piperno, 36 anni; Giuseppe Pititto, 26 anni, diMileto; Pasquale Pititto, 50 anni, di San Giovanni di Mileto; Salvatore Pititto, 50 anni, di Mileto; Antonio Varone, 43 anni, di Mileto; Vladimir Leskaj, 51 anni, di Valona (Albania); Adrian Licaj, 51 anni, albanese; Antonio Lococciolo, 68 anni, di Brindisi; Vilson Nelay, 32 anni, albanese; Astrit Paskaly, 45 anni, albanese; Alban Sinani, 35 anni, albanese; Gentian Sulejmani, 41 anni, albanese; Luan Tahiraj, 39 anni, albanese; Oksana Verman, 42 anni, ucraina, residente a Vibo Valentia e per un certo periodo legata sentimentalmente a Salvatore Pititto; Antonio Zecca, 53 anni, di Brindisi.
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