venerdì,Novembre 22 2024

Rinascit-Scott, Pietro Giamborino torna in libertà

L'ex consigliere regionale è sotto processo con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione elettorale e traffico di influenze illecite

Rinascit-Scott, Pietro Giamborino torna in libertà
Pietro Giamborino
Pietro Giamborino

Torna in completa libertà, Pietro Giamborino, 63 anni, di Piscopio, imputato nell’inchiesta Rinascita Scott istruita dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Così ha deciso il Tribunale del Riesame che, dopo l’annullamento con rinvio della Corte di Cassazione, accogliendo le richieste dei difensori – avvocato Anselmo Torchia e Domenico Anania- ha dichiarato l’inefficacia della misura cautelare. L’ex consigliere regionale del Partito democratico, nonché ex consigliere comunale a Vibo Valentia ed ex assessore alla Provincia di Vibo è accusato di associazione mafiosa (accusa riqualificata dal Riesame in concorso esterno in associazione mafiosa)corruzione elettorale ed il reato di traffico di influenze illecite. Gli arresti domiciliari nei confronti dell’ex consigliere regionale erano stati concessi dal Riesame il 20 gennaio dello scorso anno. Per quanto riguarda l’accusa di associazione mafiosa (clan dei Piscopisani), Pietro Giamborino si trova imputato dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel maxiprocesso Rinascita-Scott che si sta celebrando nell’aula bunker dell’area industriale di Lamezia Terme. Per l’accusa di traffico di influenze illecite, il processo a Pietro Giamborino si aprirà invece il 15 aprile prossimo dinanzi al Tribunale di Cosenza. In questo caso insieme a lui sotto processo ci sono: Nicola Adamo, 64 anni, di Cosenza, ex assessore regionale del Pd (difeso dagli avvocato Ugo Celestino e Fabio Viglione); Giuseppe Capizzi, 34 anni, di Maletto (Ct), difeso dagli avvocati Vincenzo Mellea e Vladimir Solano;  Filippo Valia, 39 anni, di Vibo Valentia (difeso dagli avvocati Giosuè Monardo e Vincenzo Gennaro).
La competenza territoriale del Tribunale di Cosenza è data dal fatto che i reati per i quali gli imputati sono stati rinviati a giudizio portano quali luoghi di commissione i centri di Cosenza, Altilia e Grimaldi.

Gli imputati dovranno rispondere del reato di traffico di influenze illecite, introdotto dal legislatore per punire tutte quelle condotte prodromiche rispetto alla commissione effettiva del fatto corruttivo vero e proprio, reprimendo quindi pure quelle condotte classificabili come meri accordi preliminari al reato.

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