Fondazione Natuzza, è il giorno della verità: si vota per la riforma dello statuto
I soci sono chiamati a porre fine alla diatriba in atto con la diocesi. Il documento, già sottoscritto dal vescovo, è stato inoltrato mesi fa dalla Santa Sede
Ore cruciali riguardo alla telenovela in atto tra diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati, sul tema delle mancate riforme statutarie richieste oltre tre anni fa dal vescovo Luigi Renzo in vista della consacrazione della chiesa della Villa della Gioia, sorta su input della Serva di Dio Natuzza Evolo. È prevista alle 15 di oggi 7 marzo, infatti, l’assemblea con cui i soci dell’Ente morale saranno chiamati a mettere nero su bianco alla bozza di accordo fatta recapitare mesi fa alle parti dalla Santa Sede. E, a quanto pare, la riunione, inizialmente prevista per lo scorso 13 dicembre, nonostante la pandemia questa volta si terrà regolarmente.
I soci fondatori che non potranno quest’oggi giungere a Paravati a causa del Covid-19, infatti, potranno in ogni caso esprimere il loro voto attraverso il sistema di delega. L’orientamento del presidente Pasquale Anastasi e della maggior parte dei membri è di approvare il documento pervenuto dalla Congregazione del Clero – tra l’altro già sottoscritto dal presule miletese – contenente modifiche allo Statuto ed al Regolamento per le elezioni del consiglio di amministrazione, nonché la convenzione tra fondazione e diocesi circa l’uso della chiesa. Salvo sorprese dell’ultima ora, quindi, oggi si metterà finalmente la parola fine alla stucchevole diatriba in atto sul tema delle riforme.
Secondo il nuovo statuto, alla Fondazione toccherà la cura della gestione economica, della manutenzione ordinaria e straordinaria dell’intero complesso dei beni di sua proprietà, «compresa la chiesa, dedicata alla Vergine Maria con il titolo di Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, da destinare al culto pubblico e privato, in vista di una sua desiderata erezione a Santuario Diocesano ad opera della competente autorità Ecclesiastica».
Per quanto riguarda la cura liturgica e pastorale dell’edificio sacro, invece, «in conformità alle norme canoniche e nel rispetto dello spirito della Fondazione» sarà di pertinenza della diocesi. I rapporti tra le parti saranno, come detto, regolati da una convenzione della durata di 5 anni «tacitamente rinnovabili», che – in ordine alla prevista istituzione di una cappellania – prevede che entro due mesi dall’approvazione delle riforme solo il primo rettore sarà «nominato per libero conferimento dal vescovo all’interno del clero della diocesi, tra i sacerdoti che condividono notoriamente la testimonianza di fede e di vita cristiana di Natuzza Evolo e lo spirito della Fondazione».
Tale nomina avrà la durata di 2 anni. Successivamente, «tre mesi prima dello scadere di questo mandato e per ogni successiva nomina», la Fondazione presenterà una terna di sacerdoti della diocesi con le medesime prerogative, «all’interno della quale il vescovo istituirà il nuovo rettore», che, in questo caso, durerà in carica cinque anni e potrà essere riconfermato «anche più volte a discrezione del vescovo diocesano, sentita la Fondazione».
Le altre modifiche allo statuto attengono al testamento spirituale di Mamma Natuzza, posto in appendice e non più all’interno del documento, all’istituzione dei cosiddetti “partecipanti”, da affiancare agli attuali fondatori all’interno dell’assemblea, e al consiglio d’amministrazione, a cui parteciperà “ex officio”, di diritto, il rettore della chiesa, ma solo “come membro consultivo non votante, qualora all’ordine del giorno vi fossero questioni inerenti la chiesa stessa”. Rimarranno fuori dal direttivo, quindi, il vescovo e il parroco di “Santa Maria degli Angeli”.