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Soriano, il sindaco Bartone: «I domenicani hanno disatteso gli accordi»

Il primo cittadino replica alla nota dei frati predicatori e ricostruisce le alterne vicende che hanno caratterizzato i rapporti tra il Comune e l’Ordine religioso in merito alla fruizione del Polo museale

Soriano, il sindaco Bartone: «I domenicani hanno disatteso gli accordi»
Il Municipio di Soriano

Il sindaco di Soriano Calabro, Vincenzo Bartone, replica alla nota con la quale la Provincia domenicana dei frati predicatori e la Comunità dei Padri domenicani hanno rivendicato la loro estraneità alle «vicende politiche locali».

A stretto giro di posta arriva, dunque, la risposta del primo cittadino che, preliminarmente, chiarisce: «Il Comune inoltrava alla Regione Calabria, richiesta di finanziamento nell’ambito dei fondi Por, da destinare al recupero e al restauro del “Polo Museale” – Museo della ceramica medievale antica e moderna – Museo dei paramenti ed argenti sacri e Pinacoteca; La Regione Calabria concedeva il predetto finanziamento; nella proposta progettuale finanziata, dietro accordo con i Padri domenicani, veniva garantita da parte dell’Amministrazione comunale una somma per il recupero ed il restauro di alcuni quadri, paramenti ed argenti sacri; nel 2014 veniva sottoscritto, tra il legale rappresentante dell’ente ed il Padre superiore delegato dai domenicani, accordo di concessione in comodato d’uso, per la durata di 99 anni, di tutti i reperti antichi, restaurati al fine di esporli scientificamente nella costruenda pinacoteca d’arte antica».

Detto questo Bartone precisa che «𝗽u𝗿 𝗻𝗼𝗻 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗺𝗮𝗶 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝘂𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮, 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗮 𝘂𝗻 𝗾𝘂𝗶𝗻𝗾𝘂𝗲𝗻𝗻𝗶𝗼 𝗹𝗮 𝗣𝗶𝗻𝗮𝗰𝗼𝘁𝗲𝗰𝗮 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘃𝗮 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗳𝗿𝘂𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗮𝗹 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼; in data 28 maggio 2019, a soli due giorni dall’insediamento da parte dell’attuale Amministrazione, immotivatamente ed illegittimamente i Padri domenicani decidevano di riprendersi la maggior parte delle opere esposte all’interno della Pinacoteca, nonché di chiudere 𝗶𝗹 𝗠𝘂𝘀𝗲𝗼 𝗱𝗲𝗶 m𝗮𝗿𝗺𝗶 (𝗠umar, 𝗮𝗻𝗰𝗵’𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝘂𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗶; subito l’attuale Amministrazione si prodigava a chiedere un confronto con il Padre superiore dell’ordine, il quale, a seguito dello stesso, esprimeva chiaramente la volontà di proseguire il rapporto di collaborazione precedentemente istaurato, subordinando la restituzione dei beni alla stipula di una nuova convenzione; nonostante le richieste, quali, la messa in sicurezza, l’assicurazione dei beni, la disciplina relativa alla gestione, che 𝘀𝘁𝗿𝗮𝗻𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗺𝗮𝗶 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗮 𝗲𝗿𝗮𝗻𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗳𝗼𝗿𝗺𝘂𝗹𝗮𝘁𝗲 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’O𝗿𝗱𝗶𝗻𝗲 𝗮 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗮 𝗣𝗶𝗻𝗮𝗰𝗼𝘁𝗲𝗰𝗮 𝗻𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗽𝗿𝗲𝗰𝗲𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗳𝗼𝘀𝘀𝗲 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗮𝗹 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼, l’attuale Amministrazione comunicava la volontà di andare incontro a tutte le esigenze prospettate, specificando come fine ultimo il completamento del museo e quindi l’apertura al pubblico».

Quindi si aggiunge: «malgrado i numerosi incontri avvenuti successivamente, volti sempre a rassicurare l’Amministrazione comunale circa l’apertura dei Musei, improvvisamente l’Ordine dei Padri domenicani comunicava la volontà di recedere dal sopraindicato contratto di comodato d’uso e contestualmente 𝗲𝗿𝗶𝗴𝗲𝘃𝗮 𝘀𝘂𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗶𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗶𝗻𝗳𝗲𝗿𝗿𝗶𝗮𝘁𝗲, 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗮𝘃𝘃𝗲𝗻𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝘀𝗼𝗿𝘁𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗲 𝗱𝗮𝗹 𝗣r𝗶𝗼𝗿𝗲 p𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗙𝗿𝗮 𝗙𝗿𝗮𝗻𝗰𝗲𝘀𝗰𝗼 𝗟𝗮 𝗩𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗮, 𝗶𝗹 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗲, 𝗻𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗶𝗻𝗰𝗼𝗻𝘁𝗿𝗼 𝗶𝗻𝘃𝗶𝘁𝗮𝘃𝗮 𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗮𝗹𝘇𝗮𝗿𝗲 𝗺𝘂𝗿𝗶 𝗺𝗮 𝗮 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝘂𝗶𝗿𝗲 𝗽𝗼𝗻𝘁𝗶».

Bartone prosegue: «Benché lo strappo voluto dai Padri domenicani fosse evidente, l’Amministrazione comunale con senso di responsabilità, chiedeva al prefetto di Vibo Valentia di mediare sull’intera vicenda;

A seguito degli incontri avvenuti in presenza del delegato prefettizio, Sergio Raimondo, in data 26 agosto 2020, le parti concludevano verbalmente un accordo, rinviando ad un incontro successivo per la formale sottoscrizione dell’atto; in data 09 ottobre 2020 inaspettatamente l’Ordine decideva di non presentarsi nemmeno all’incontro prestabilito».

Per il sindaco: «considerato che lo sviluppo della cultura, del patrimonio storico e artistico sono promossi e garantiti dalla Carta costituzionale e che è compito anche degli enti locali salvaguardare il rispetto di tali principi. Essendo i musei, le biblioteche, il parco archeologico presenti sul territorio della città di Soriano Calabro beni di interesse culturale, storico e archeologico, gli stessi non solo devono essere 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗿𝘃𝗮𝘁𝗶 𝗺𝗮 𝗱𝗲𝘃𝗼𝗻𝗼 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗮𝗿𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹 𝗳𝗶𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘁𝗶𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗺𝗮𝘀𝘀𝗶𝗺𝗮 𝗳𝗿𝘂𝗶𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁𝗮̀. 𝗧𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗶𝗼̀ 𝗮 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼𝗿 𝗿𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶 𝗯𝗲𝗻𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝘂𝗿𝗮𝘁𝗶 𝗰𝗼𝗻 𝘀𝗼𝗹𝗱𝗶 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗶».

Infine Bartone informa la cittadinanza che «l’Amministrazione comunale intende adottare ogni provvedimento volto alla tutela dell’immagine, della storia e dei valori di legalità, legittimità e trasparenza che da sempre contraddistinguono la città di Soriano Calabro».

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