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GdF al Comune di Sant’Onofrio, il sindaco Maragò: «Controllo non dovuto all’Eco-distretto»

Il primo cittadino smentisce categoricamente l’acquisizione di atti relativi al progetto e ribadisce: «La documentazione è pubblica e a disposizione di tutti. Sconcertante l’ipotesi che qualcuno abbia presentato esposti»

GdF al Comune di Sant’Onofrio, il sindaco Maragò: «Controllo non dovuto all’Eco-distretto»

«La Guardia di finanza ha fatto visita nella casa municipale lunedì scorso, questo è vero, ma non è intervenuta per acquisire alcunché riguardante la proposta dell’Eco-distretto nel territorio di Sant’Onofrio, bensì per azioni di indagine giudiziaria riguardante attività precedenti all’attuale Amministrazione». 

Il sindaco di Sant’Onofrio, Onofrio Maragò, smentisce categoricamente che il controllo della Guardia di finanza avvenuto lunedì scorso nella sede comunale sia stato finalizzato ad acquisire la documentazione relativa alla realizzazione dell’Eco-distretto dell’Ato n. 4 di Vibo Valentia previsto in località “Palombara” del suo comune.

«Tutto il fascicolo documentale inerente la questione eco-distretto – chiarisce il primo cittadino – è digitalizzato e a completa disposizione, anzi gran parte di esso è reperibile sul sito comunale. Ora che ci sono – aggiunge -, vorrei chiedere di sapere circa gli “esposti in procura” che mi riguarderebbero. Dall’articolo (pubblicato ieri da Il Vibonese, ndr) sembrerebbero essere partiti dal comitato “No discarica” guidato dalle minoranze consiliari, ovvero da uno o più sindaci della zona. Finora – spiega Maragò – nessuno degli “oppositori” si è degnato di presentarmi alcun documento probante rispetto a quanto, invece, riportato a mezzo stampa. E non riesco a pensare che un sindaco denunci un altro sindaco alla Procura per i motivi addotti, sarebbe politicamente sconcertante, anche da parte di un sindaco di diversa appartenenza politica».

E ancora: «Io avrei “provato a replicare punto per punto” ai miei avversari. Due considerazioni mi vengono immediatamente: la prima è che si metta in dubbio la mia capacità di replica anche quando ho prodotto documenti tecnici e pareri qualificati; la seconda è che vengono ribadite questioni che sono state ampiamente chiarite con documenti ufficiali, come per esempio la vincolistica sull’area e sui terreni indicati, così come su paventati sequestri dei terreni. Poiché nell’articolo si insiste ancora sulla questione avanzata dei conflitti di interesse e su interessi privati, mi corre l’obbligo di “riprovare a replicare punto per punto” a quanti confondono volutamente tale incombenza. Il sottoscritto non ha avuto e non ha alcun conflitto di interesse con la propria professione o con il proprio ruolo attuale, non trovandosi mai nella posizione controllore-controllato, basta leggere i contratti di lavoro, anch’essi pubblici e in italiano. Fare, come si è fatto, delle allusioni in merito è tentativo maldestro e improprio di mistificazione. Ed inoltre è opportuno ribadire: 1. La proposta di allocazione del polo tecnologico per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti urbani della provincia di Vibo Valentia in località “Palombara” a Sant’Onofrio è frutto di valutazioni di opportunità logistiche e ambientali idonee a insediare tali impianti; 2. Al momento non esiste una proposta alternativa, poiché quella di Vallelonga è impraticabile in quanto proposta in una cava di sabbia. Al contrario il sito indicato dal Comune di Sant’Onofrio, a seguito di una valutazione preliminare effettuata a norma di legge, risulta idoneo per ospitare la soluzione impiantistica completa; 3. Gli impianti previsti non producono danni per l’ecosistema e tantomeno per la salute dei cittadini, a meno che non si voglia contraddire il Piano regionale per la gestione dei rifiuti; 4. I paventati disagi, di tipo odorigeno, che preoccupano gli abitanti di Filogaso sono privi di fondamento, a meno che non si voglia credere ad esperti qualificati e ai dirigenti regionali dell’assessorato all’Ambiente che hanno categoricamente smentito tale eventualità».

Quindi la chiosa finale: «se si preferisce tacere in alcuni casi, non vuol dire che si ha torto o niente da dire, ma semplicemente si ritiene più consono sorvolare su chiacchiere e polemiche di campagna elettorale, che lasciano il tempo che trovano».

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