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I carabinieri all’ossario di Pizzo: resti umani e rifiuti cimiteriali ma tutto risale a ben settant’anni fa

Una situazione parecchio datata. L’Arma ha documentato tutto per valutare se vi siano comunque ipotetiche violazioni delle norme di polizia mortuaria

I carabinieri all’ossario di Pizzo: resti umani e rifiuti cimiteriali ma tutto risale a ben settant’anni fa
Un dettaglio dall'ossario di Pizzo per come riscontrato dai carabinieri: resti umani, feretri consunti e rifiuti cimiteriali vari risalenti a settant'anni fa

Così fan tutti? Forse è esagerato. Il sospetto che ci sia qualcosa che non quadri, però, la Procura di Vibo Valentia, ce l’ha. «I pentiti ci hanno spiegato cosa avviene in alcuni cimiteri», ha detto il procuratore Camillo Falvo subito dopo gli arresti operati della Guardia di finanza per i presunti squallidi misfatti che si sarebbero consumati al camposanto di Tropea. Dei cimiteri, dalle violazioni delle più elementari norme di polizia mortuaria all’asserito mercato illegale dei loculi, peraltro, tratta anche in alcuni suoi capitoli la colossale indagine Rinascita Scott, alla quale lo stesso attuale capo dell’ufficio requirente vibonese fu motore in seno al pool guidato da Nicola Gratteri.

Cosa sia successo effettivamente a Bivona, con l’anomalo seppellimento dei migranti giunti cadavere a bordo delle navi della Guardia costiera e delle Ong, piuttosto che a Vibo Valentia, dove cappelle private sarebbero state addirittura svuotate e ristrutturate per essere rivendute senza titolo, lo accerterà il processo. Al momento restano lo scempio documentato dalla telecamera spia della Guardia di finanza, a Tropea, che è resta un unicum.

Feretri del secolo scorso ammassati nell’ossario di Pizzo

Molto diversa è la situazione che hanno documentato, finora, invece, i carabinieri di Pizzo i quali – agli ordini del maresciallo Marco Failla – si sono recati al cimitero per verificare eventuali anomalie. L’unica situazione degna di nota è quella riscontrata all’ossario, dove è stata documentata la presenza di resti umani ammassati risalenti a circa settant’anni fa, assieme ad altri rifiuti cimiteriali: lumini e bare collassate sotto il peso del legno marcito a causa dell’umidità e qualche bottiglia di vetro che si ritiene fosse stata sistemata dentro i feretri per accompagnare i defunti nel loro ultimo viaggio. Una situazione, comunque, molto datata nel tempo. Il tutto è stato documentato dai militari dell’Arma al fine di valutare l’eventuale violazione delle norme di polizia mortuaria da segnalare eventualmente alla Procura per le successive determinazioni. Comunque sia, nulla di paragonabile a quanto registrato a Tropea.

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