Guasto all’impianto di osmosi, dialisi ferma allo Jazzolino di Vibo
L’Aned Calabria si scaglia contro la Regione e il presidente Spirlì: «Negli ospedali troviamo ascolto e conforto, alla Cittadella scompare anche la comprensione umana»
«È giunta l’ora di suonare le campane a morto per l’impianto d’osmosi acqua del Centro dialisi di Vibo Valentia dove, prima struttura in Calabria, vengono somministrati i vaccini ai pazienti grazie all’alta sensibilità della commissaria Bernardi. Grida vendetta al cospetto di Dio la latitanza della Regione rispetto ai solleciti Aned per finanziare gli interventi strutturali su impianti tecnologici e, ultimo, quello di spostare in struttura prefabbricata l’obsoleto Centro dialisi vibonese. Struttura in prefabbricato che risolverebbe in un solo colpo tutte le inadeguatezze del centro – unico tra le province italiane – a non avere sala contumaciale, adeguati spazi e servizi. Non solo, di fatto questo spostamento libererebbe spazi utilissimi per altre aree di emergenza, in un ospedale datato e costruito per esigenze ormai superate. Così continua la Via Crucis dei pazienti negli altri centri del territorio».
A denunciare il blocco della dialisi allo Jazzolino di Vibo, a cuasa di un guasto all’impianto di osmosi, è l’Associazione nazionale emodializzati (Aned) che chiama in causa direttamente la Regione. «È una vergogna – scrive il Comitato direttore Calabria – la mancata autorizzazione all’acquisto del prefabbricato da parte della Regione per motivi di natura finanziaria, mentre constatiamo la frivolezza dei politici per caso che si muovono nell’ottica di provvedimenti solo elettoralistici. Aned non starà ferma ne zitta! Lo sappiano i signori della Cittadella perché pretendiamo di avere diritto alla migliore cura e alla sicurezza del trattamento. E tutto ciò, in una struttura così malandata e con un ospedale nuovo di la da venire, non si può avere».
Regione Calabria e sanità, afferma l’Aned, «sono da mesi governate dal presidente f. f. Nino Spirli e dal commissario ad acta Guido Longo. Ambedue, affermano di lavorare d’amore e d’accordo ma per fare cosa? Cosa ha darci il presidente Spirli sulla mancanza fondi quando altri politici della Regione affermano che ci sono 1.782.000 di euro per edilizia sanitaria da spendere. Quando il commissario ad acta ci illustra il progetto di risanamento finanziario della sanità senza che peggiorino le strutture e si riducono gli organici? La Cittadella è una fortezza inespugnabile o più propriamente il triangolo delle Bermuda: spariscono fondi, progetti, comprensione umana. Nelle aziende sanitarie ed ospedaliere troviamo ascolto e confronto, così non è con la dirigenza della Cittadella, a partire dal f. f. presidente per caso, Nino Spirlì. Evidentemente, quest’ultimo, vive una realtà diversa dalla nostra, oggi, in tutt’altre faccende affaccendato, mentre il centro dialisi vibonese si ferma per consunzione».