lunedì,Novembre 25 2024

Cimitero degli orrori, a Tropea finisce nella bufera pure la politica

Il sindaco Macrì medita di gettare la spugna. I “conflitti” degli assessori Graziano e Trecate. L’unica a farsi da parte, al momento, è la consigliera di minoranza Saturno

Cimitero degli orrori, a Tropea finisce nella bufera pure la politica
La Guardia di finanza al Comune di Tropea nel giorno del blitz al cimitero

Lo scempio dei cadaveri al cimitero degli orrori segna uno spartiacque. A Tropea, nulla sarà mai più come prima. Inevitabilmente, nella bufera, ci finisce il Municipio. «Valuteremo le responsabilità di chi doveva vigilare», le parole del procuratore Camillo Falvo. Ed è evidente che preposta alla vigilanza è l’amministrazione. «È straziante essere ingannato», le parole del sindaco Nino Macrì. «Ingannato» da quel dipendente finito in arresto, Franco Trecate, il custode del cimitero, che aveva premiato per la sua abnegazione al lavoro l’estate scorsa, mentre sullo stesso – paradossalmente – pendeva una richiesta di rinvio a giudizio per assenteismo con conseguente truffa ai danni del Comune. [Continua dopo la pubblicità]

Quei paradossi

Lo scempio dei cadaveri al cimitero di Tropea

«Controlli più rigidi al cimitero», annuncia su Gazzetta del Sud Erminia Graziano, l’assessore comunale con delega ai suoli cimiteriali, ma anche madre dell’avvocato Francesco Muscia, paradosso tra i paradossi difensore di uno dei tre arrestati, Roberto Contartese. Il sindaco Macrì medita le dimissioni, ma nessun altro in seno alla sua giunta fa altrettanto. Eppure ci si ritroverebbe, domani, a costituirsi parte civile in un processo nel quale il Comune è rappresentato anche da un assessore il cui figlio difende uno dei possibili imputati e da un altro assessore, Greta Trecate (estranea, come la collega Graziano, a qualsiasi contestazione) che sarebbe la nipote di colui che si profila come il principale imputato, il custode appunto

Il sacrilegio compiuto

La Guardia di finanza al cimitero di Tropea

Chi getta la spugna sul serio è invece Virginia Saturno, consigliere comunale di minoranza: «Dopo un’attenta riflessione, nel silenzio straziante di un sacrilegio compiuto e di uno degli avvenimenti  più gravi e bui della nostra storia recente – scrive – sono arrivata ad una conclusione che discosta parecchio dal modus operandi manifestato recentemente da questa amministrazione e anche da quello dei miei sodali di opposizione; i fatti accaduti, dal mio punto di vista, vanno al di là di ogni riflessione politica o sociale, toccano gli animi e il cuore nei sentimenti più intimi di tutti noi e non esiste alcun aggettivo per definirli perché, per ciò, definizione reale non esiste». [Continua in basso]

«Pulcinella anche io»

La consigliera dimissionaria Virginia Saturno

E ancora: «Il mio pensiero va alle famiglie di quei corpi, va alle anime profanate e va anche a chi nessuno sembra pensarci ovvero ai congiunti delle persone coinvolte che molto probabilmente saranno straziati dal senso della vergogna per degli atti di cui non sono responsabili e che molto probabilmente manco  immaginavano nella loro atrocità. Il senso di pudore, ma soprattutto di smarrimento, che ho sentito in questi giorni mi ha affranta nel profondo dei miei sentimenti e non nascondo di sentirmi tutt’ora un poco “pulcinella” anche io. Non sapevo, non immaginavo ma sicuramente dovevo vigilare in maniera più accorta e sentire le “voci” che aleggiavano perché quello era il ruolo assegnatomi dalle urne, mi sono sentita anche io un poco responsabile e provo smarrimento di fronte a quello che ancora potrebbe succedere o uscire fuori da queste inchieste come asserito da più di un inquirente, e il fatto di non sapere non mi mette in una posizione di forza ma bensì mi sa sentire debole e inutile di fronte a cotanta atrocità morale».

«L’unica soluzione possibile»

Conclude Virginia Saturno: «Sono la più piccola del Consiglio, la meno esperta ma ho una morale, un’ etica e nessuna voglia di “giocare” alla politica, pertanto, cercando di evitare qualsiasi tipo di strumentalizzazione, credo che l’unica cosa da fare sia dimettermi da un ruolo che non mi appartiene più. La nostra comunità merita in questi momenti azioni forti e di coraggio, merita un sostegno “pulito” e nel cuore, le poltrone, i titoli ora hanno poca importanza. Come l’araba Fenice che rinasce dalle ceneri merita una nuova rinascita, un nuovo percorso per cercare di mettersi alle spalle questa oscurità che l’ha avvolta».

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