Il dirigente scolastico Alberto Capria: «La tragedia della Shoah non ha insegnato nulla»
La riflessione che accompagna l’annuncio della mostra fotografica allestita da De Amicis e Filangieri per la Giornata della memoria
«La pandemia sta mettendo a dura prova anche il mondo della scuola; ma in questo mare aperto che ci è dato solcare, fra roboanti annunci e anacronistiche contrapposizioni, ci sono appuntamenti che sollecitano riflessioni che dovrebbero essere costanti». Con queste parole il dirigente scolastico Alberto Capria annuncia la mostra fotografica dedicata alla Giornata della memoria per le vittime della Shoah allestita dalla scuola De Amicis e dal convitto Filangieri. «Nella Giornata della memoria, istituita dall’assemblea generale delle Nazioni Unite del 1º novembre 2005, c’è un significato attuale – spiega il dirigente scolastico – che spesso viene sottovalutato ed una evidenza inoppugnabile. L’evidenza è costituita dalla palese dimostrazione che la tragedia della Shoah ha insegnato poco, se è vero come è vero che le discriminazioni razziali, sessuali, religiose, etniche sono sempre più presenti nella nostra quotidianità».
L’insegnamento attuale – dunque – è «legato ad una riflessione: tutto quello che è accaduto è stato possibile perché molti hanno osservato senza vedere, hanno udito senza ascoltare, hanno vissuto senza vivere. È quello che Liliana Segre – prosegue Capria – definisce con una sola parola: indifferenza. Ed è quello che oscura vesti e menti, soprattutto alle “nostre latitudini”. Dovunque vengano negate le libertà fondamentali dell’uomo, dovunque non ci si occupa e preoccupa dell’altro, scrive Primo Levi, ci si avvia verso un percorso negazionista e fascista dal quale, una volta intrapreso, è molto difficile tornare indietro».
Sottolinea ancora il dirigente scolastico: «Tutte le volte che si fa finta di non vedere o ci si fa fatti propri, ogni volta che ci comportiamo da “abitanti” e non da “cittadini”, si è “conniventi” – che ci piaccia o meno. In questo sta il dirompente ed attuale messaggio che ci consegna la tragedia della metà del secolo scorso. Ed allora si viva una vita piena, ci si indigni, si alzi la voce, si partecipi attivamente: questo è il valore ed il senso di una giornata della memoria che vada oltre il singolo giorno, che non si trasformi in un compleanno, che oltrepassi mostre e convegni, che duri un anno intero, anzi una vita intera. Solo così onoreremo le tante vittime innocenti del “processo di arianizzazione” partorito dalle folli menti naziste, con la condivisione del governo fascista: quello delle leggi razziali del 1938. Se io vi accompagno malgrado la mia età e la sofferenza, diceva Sami Modiano in un viaggio ad Auschwitz a cui ho avuto il privilegio di partecipare, è per trasmettere a voi il messaggio che tutto questo non deve succedere mai più. Sono stato scelto per dirvi che quando noi non ci saremo, ci sarete voi. Questa è la mia speranza».