domenica,Dicembre 1 2024

Discarica a S. Onofrio, il Comitato: «Vincoli validi anche per l’impianto pubblico»

Lettera alla Regione per chiedere un pronunciamento sul progetto privato dal presidente Spirlì e dall’assessore all’Ambiente De Caprio

Discarica a S. Onofrio, il Comitato: «Vincoli validi anche per l’impianto pubblico»
L'area dell'ex discarica comunale di Sant'Onofrio

Torna alla carica il “Comitato No discarica VV” che, nella giornata di ieri, ha inviato alla Regione Calabria, all’Ato vibonese e singolarmente a tutti i sindaci che ne fanno parte, una comunicazione che muove dal parere che la Struttura tecnica di valutazione ambientale ha dato sul progetto di realizzazione di una discarica privata nello stesso sito già individuato come discarica di servizio del futuro eco distretto vibonese.

Il comitato, richiamando le «criticità segnalate dalla Stv sul sito “Palombara” di Sant’Onofrio, le stesse da sempre individuate come motivo per il “no” alla realizzazione di una discarica» rileva come il pronunciamento dia «ragione ai motivi della costituzione del Comitato, lo motiva a continuare nella sua protesta affinché i vincoli definiti nella citata relazione come inibitori vengano riconosciuti, come di fatto sono, escludenti e cogenti, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale, e quindi non superabili con dichiarazione di pubblica utilità». 

Nel dettaglio, il comitato ribadisce la presenza di «una vasta area boschiva, di proprietà del Consorzio di Bonifica, rimboschita con fondi pubblici che impedisce l’accesso a mezzi pesanti; la presenza di falde acquifere che costituisce un vincolo idrogeologico. Essi, pertanto, escludono, ai sensi del Prgr Calabria 2016 approvato con Dgr 497 del 06.12.2016, la realizzazione di impianti di gestione di rifiuti di qualsiasi genere».

Quindi si aggiunge la questione della vecchia discarica mai bonificata: «sul sito scelto dal Comune di Sant’Onofrio, tra l’altro, esiste già una discarica inutilizzata e mai bonificata di rifiuti (presenza anche di amianto), che costituisce un serio pericolo per la salute di tutta la popolazione dei paesi limitrofi, nonché per i paesi che si affacciano sul bacino del Mesima, data la presenza di uno sversamento di liquami (numerosi sono i decessi per tumore). Inoltre, la realizzazione di tale discarica costituirebbe un grave danno all’ economia della zona poiché impedirebbe la coltivazione dei terreni vicini vocati ad uliveti, al pascolo ed alla zootecnia (vista la presenza di aziende operanti in regime biologico)».

A ancora «le considerazioni precedentemente espresse e le criticità individuate dalla Struttura tecnica di valutazione della Regione Calabria come vincoli inibitori dovrebbero essere, a parere del Comitato No Discarica VV, in realtà escludenti e non superabili perché cogenti dalla normativa nazionale e regionale esistente». Il Comitato No Discarica VV, quindi, «ribadisce la sua netta contrarietà a qualsiasi azione o manovra, come la possibilità di avvalorare la realizzazione di una struttura privata attraverso il meccanismo di dichiarazione di “Pubblica utilità”, tendente ad eludere la normativa vigente, e chiede che si faccia chiarezza sulla vicenda». Chiede inoltre che «il presidente della Giunta regionale e l’assessore all’Ambiente esprimano, così come ha fatto l’assemblea dell’Ato N°4 all’unanimità, parere negativo alla realizzazione di una discarica privata».

Qualora ciò avvenisse, il Comitato No Discarica VV invita «gli organismi interessati a chiarire come i vincoli valevoli per la realizzazione di una discarica privata possano non essere tenuti in conto per la eventuale realizzazione di un eco distretto con annessa discarica di servizio, e dunque come questo progetto possa essere ulteriormente sostenuto e portato avanti per il sito individuato in località Palombara, Sant’Onofrio». Il Comitato No Discarica VV, «i cui principi ispiratori sono il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e della legalità, vigilerà sulla correttezza dell’azione amministrativa e sulle relative procedure burocratiche e laddove dovessero emergere circostanze poco chiare chiederà l’intervento degli enti preposti a garanzia della tutela dei cittadini».

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