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Scomparsa di Maria Chindamo, Ascone: «Contro di me campagna denigratoria»

Il 54enne di Limbadi, detto U Pinnularu, arrestato nel luglio 2019 con l’accusa di concorso in omicidio ma scarcerato dal Riesame annuncia di volersi rivolgere alla Procura di Vibo dopo le rivelazioni del collaboratore di giustizia Cossidente

Scomparsa di Maria Chindamo, Ascone: «Contro di me campagna denigratoria»
Nei riquadri Maria Chindamo e Salvatore Ascone
Antonio Cossidente

Dopo la pubblicazione su numerose testate giornalistiche delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Antonio Cossidente (che hanno ripreso la notizia data in anteprima proprio dalla nostra testata) sul caso della scomparsa di Maria Chindamo, Salvatore Ascone di Limbadi, assistito dai propri avvocati Francesco Sabatino e Salvatore Staiano, si è determinato ad interessare della vicenda la Procura di Vibo Valentia. “Ormai da anni la mia persona e la mia famiglia – fa sapere Ascone – sono destinatarie di una campagna denigratoria senza precedenti, nonostante il Tribunale del Riesame di Catanzaro abbia escluso qualsivoglia indizio a mio carico. Ritengo che la misura sia colma in seguito alla pubblicazione delle dichiarazioni del pentito Antonio Cossidente – che ho appreso non già dall’autorità giudiziaria ma bensì dalle pagine dei giornali – riguardando una vicenda ancora in fase di indagine sulla quale, proprio per la sua delicatezza, dovrebbe vigere il massimo riserbo. Al contrario tutte le testate – prima regionali e a seguire nazionali – hanno imbastito un processo mediatico con un presunto colpevole al contrario scarcerato dal Riesame senza alcuna possibilità di difendersi in contraddittorio anche in una serie di trasmissioni in cui è stata raccontata una presunta verità di comodo. Per evidenziare l’assoluta parzialità degli organi di informazione, è sufficiente considerare che le dichiarazioni di Cossidente siano state pubblicate in ogni dove ma che nessun giornalista si sia curato di segnalare che la presunta fonte di tale pentito – sia pure in dichiarazioni ostese dalla Procura nelle quali riferisce di aver commentato con me l’accaduto – non mi abbia attribuito alcuna responsabilità, così come invece indicato dal Cossidente. Ribadendo la mia estraneità ai fatti, ho dato mandato ai miei legali al fine di tutelare la mia persona e la mia famiglia in tutte le sedi”.

Sin qui la nota di Ascone. Per parte nostra (non sta a noi giudicare il lavoro di altre testate) sottolineiamo di non aver fatto altro che esercitare il diritto di cronaca e, contrariamente a quanto afferma Ascone, la nostra testata ha dato conto della decisione del Riesame nei suoi confronti. (g.b.)

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