L’arte pittorica di Giuseppe Naso e i suoi capolavori miletesi – Foto
Il maestro tropeano, allievo nel XIX secolo a Napoli di Del Vivo, su commissione del vescovo Mincione realizzò per la chiesa madre della diocesi tre dipinti
La basilica cattedrale di Mileto, oltre ad essere la chiesa madre della diocesi è anche un prezioso scrigno di opere provenienti dall’antica città elevata nell’anno mille da Ruggero I d’Altavilla a capitale della propria contea, e non solo. Tra le più importanti creazioni artistiche presenti all’interno dell’edificio sacro – fatto erigere dal vescovo Paolo Albera dopo i devastanti terremoti del 1905 e 1908 – bisogna sicuramente annoverare i due quadri su tela del pittore tropeano dell’ottocento Giuseppe Naso. [Continua dopo la pubblicità]
Il primo – una pala di notevoli dimensioni raffigurante l’Assunzione della Vergine in Cielo – è collocato sul soffitto a cassettoni dell’altare maggiore. Il secondo, invece, posto sulla parete dell’abside laterale destra, rappresenta il momento in cui San Luigi Gonzaga riceve la Prima comunione da San Carlo Borromeo. In effetti per la precedente cattedrale di Mileto il bravissimo artista calabrese – su commissione dell’allora vescovo Filippo Mincione – aveva realizzato anche un altro quadro in olio su tela, la splendida Madonna della Pace attualmente esposta nel locale Museo statale, con tanto di preziosa cornice originale in legno. Tre capolavori per certi versi unici, che fanno capire la maestria e la valenza dello sfortunato pittore, sordomuto dalla nascita e morto inopinatamente all’età di 25 anni per congestione cerebrale. I tre quadri presenti nella cittadina normanna furono realizzati da Giuseppe Naso durante il suo soggiorno a Napoli, dove si era trasferito sedicenne per apprendere dal Cavaliere Del Vivo, uno dei maggiori rappresentanti della categoria dei pittori storici che attinsero inizialmente dalla scuola camucciana. Da lì la celere scalata tra gli artisti emergenti del neoclassicismo, purtroppo interrotta bruscamente dalla sua inaspettata scomparsa, avvenuta per la precisione giusto 159 anni fa, il 5 gennaio del 1862.