venerdì,Novembre 29 2024

Caos tamponi a Vibo, il Pd: «La lista informale del Comune? Fatto grave»

Il Partito democratico interviene sull'elenco dei residenti da sottoporre a test redatto dai consiglieri e non comunicato all’Asp: «L’amministrazione cercava di recuperare qualche voto»

Caos tamponi a Vibo, il Pd: «La lista informale del Comune? Fatto grave»
La fila registrata ieri nei pressi del palazzetto dello Sport

Dura presa di posizione del Partito democratico di Vibo Valentia in merito a quanto accaduto nelle scorse ore durante lo screening al palazzetto dello sport: «Nella giornata di ieri – spiegano – molti cittadini di Piscopio si sono riversati su Viale della Pace, presso il punto allestito per i tamponi, sulla base di una lista di nomi redatta in modo “informale” da due consiglieri comunali. Tale lista – aggiungono – si è sovrapposta a quella ufficiale prodotta dall’Asp, generando confusione sia per gli operatori sia per i cittadini, paralizzando di fatto l’attività di screening e determinando l’intervento delle forze dell’ordine a presidio del drive in. Un fatto gravissimo che ha portato al corto circuito di un servizio fondamentale del sistema di prevenzione e tutela della salute pubblica, verificatosi ad opera di consiglieri comunali con modalità del tutto anomale e per finalità clientelari, estranee al senso di responsabilità ma anche al semplice buonsenso».

«Ciononostante – fanno presente i dem – nella sessione odierna del consiglio comunale, il sindaco ha ritenuto opportuno giustificare e legittimare -anziché disapprovare in maniera chiara -l’operato dei due consiglieri. Ancora una volta, purtroppo, in conformità allo stile dimostrato da questa amministrazione, si preferisce una gestione certamente utile a recuperare qualche voto in più, ma che compromette la tutela degli interessi generali».

«L’Amministrazione comunale – concludono gli esponenti Pd Vibo – avrebbe dovuto coordinarsi con l’Azienda Sanitaria nel rispetto delle norme e dei protocolli per l’emergenza. Siamo tutti stanchi di vedere rappresentanti delle istituzioni che, per alimentare una campana elettorale permanente e farsi inopportuna pubblicità personale, continuano a scherzare con i diritti dei cittadini».

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