domenica,Dicembre 22 2024

Gentile verso Forza Italia, parla Stefano Luciano: «Per me e “Vibo unica” non cambia nulla»

Intervista al presidente del consiglio comunale di Vibo Valentia dopo le dimissioni del coordinatore nazionale di Ap col quale aveva stretto un patto politico. E sull’appoggio a Censore dice: «Mi interessa il progetto più che il candidato»

Gentile verso Forza Italia, parla Stefano Luciano: «Per me e “Vibo unica” non cambia nulla»

«“Vibo unica” continua a rappresentare sul territorio una forza autonoma, moderata, riformista, che si pone in un’ottica centrista. La federazione non era una fusione in Alternativa popolare ma un tentativo di proiettare il territorio vibonese in una dimensione più ampia. La federazione però non escludeva l’autonomia che ognuna delle due forze rivendicava sul territorio. Ap non esiste più, ma è stata una decisione personale, non politica, da parte dell’ex coordinatore Tonino Gentile e questo non può compromettere sicuramente l’autonomia che, da subito, io ho rivendicato sul territorio».

Il terremoto politico che ha raso al suolo l’esperienza di Alternativa popolare, dopo le dimissioni del coordinatore nazionale Tonino Gentile, già sottosegretario del Governo Gentiloni che ha annunciato il suo sostegno a Forza Italia, sembra non scuotere il presidente del consiglio comunale di Vibo Valentia, Stefano Luciano, il quale aveva, nei giorni scorsi, stretto un patto proprio con il navigato politico cosentino. Un patto in forma di “federazione” tra l’ex partito di Alfano e il suo gruppo consiliare “Vibo Unica”, composto da sette esponenti tra assessori e consiglieri comunali vibonesi.

Una piega che non influenzerà, assicura Luciano, raggiunto telefonicamente, la posizione sua nè quella del suo gruppo

Luciano dunque non seguirà Gentile verso Forza Italia?

«Io rimango sulla mia posizione: moderata, riformista, centrista. Non ho mai fatto accordi organici in relazione alle elezioni politiche. Sono nel dibattito e nella discussione per capire quale sia la soluzione migliore per dare a Vibo una forza propulsiva che possa consentirle di entrare in meccanismi virtuosi, sia a livello regionale che nazionale. Quindi, in realtà, cambia il mondo intorno a me, ma io rimango nella stessa identica posizione di prima».

Lei continua a guardare al centrosinistra quindi?

«I contorni tra i due diversi schieramenti devono ancora essere disegnati a livello nazionale. Anche questi continui e repentini passaggi, che non saranno gli ultimi, rendono ad oggi indefinito il quadro sia del centrosinistra che del centrodestra. Fin quando questo quadro non sarà delineato, non è possibile affermare che noi guardiamo da una parte o dall’altra, perché in realtà non esiste né una parte né l’altra. Se fino ieri la coalizione di centrosinistra aveva un’immagine… questa oggi è cambiata così come, di riflesso, è cambiata quella del centrodestra».

Sta dicendo che ad oggi non possiamo dire che Luciano sosterrà Censore?

«Possiamo dire che Luciano oggi non si pone il problema di sostenere qualcuno, di appoggiare questo o quel candidato. Io ho in mente di mettere in atto, anche attraverso il meccanismo del proporzionale, un progetto che dia centralità a Vibo e che la proietti in una dimensione più ampia. Il fatto di appoggiare l’uno o l’altro candidato è un aspetto del quale io non mi sto interessando. Nel senso che io non mi pongo in una posizione politica che mi porti a dire: io appoggio Mangialavori o appoggio Censore. A me non interessa né di Censore né di Mangialavori. A me interessa individuare la strada giusta per dare alla comunità di Vibo quell’importanza strategica, che ad oggi non ha mai avuto per collocare questo territorio in una dimensione forte, cercando di capire quale progetto e quale area possa essere più coerente con questo tipo di obiettivo». 

Con uno o con l’altro dovrà pur schierarsi però?

«Si ma i due candidati all’Uninominale non sono, come dire, una priorità. Tenuto conto di una cosa: ad oggi non è possibile neanche formulare un’ipotesi di vicinanza politica a nessun candidato per il semplice fatto che ancora candidati non ce ne sono. L’attuale dibattito tra le forze politiche ci dimostra che esiste una corsa alla candidature ma che le stesse non sono ancora definite. Quindi come si fa a dire oggi che appoggi qualcuno che ancora non esiste? Ripeto, a me interessa il progetto, ed essendo la nostra una forza determinante sul territorio, un gruppo ad ampio raggio che va al di là della rappresentanza istituzionale (e a breve si vedrà anche di quali ulteriori partecipazioni gode), decideremo insieme la posizione da assumere, perseguendo l’obiettivo di dare forza alla città».

Come ha preso la mossa di Gentile?

«Il fatto che oggi Ap non esista più e che il coordinatore si sia dimesso per andare con Forza Italia è una decisione personale, che non ha nulla a che vedere con una federazione che non era stata costruita per un obiettivo di carattere politico ma per un obiettivo di natura amministrativa, per dare al territorio una risonanza in virtù dell’incarico di sottosegretario che ricopriva Gentile che, va detto, non era ne il capo politico di “Vibo unica”, né il mio gruppo si era sciolto per entrare in Ap. La nostra forza sia istituzionale che politica sul territorio rimane intatta. Continuiamo a rivendicare una posizione moderata e riformista che vuole svolgere un ruolo da protagonista in città in vista delle Politiche per dare una rappresentanza adeguata al territorio». 

Pensate di scendere direttamente in campo?

«Intanto guardiamo non già alle candidature all’Uninominale ma al Proporzionale, che è il sistema che effettivamente dà vera rappresentanza ai territori e che è la sua espressione più autentica, molto più dei candidati di coalizione. Quindi, ribadisco, qui non c’è una volontà di voler appoggiare Censore o di voler appoggiare Mangialavori, ma la volontà di rappresentare il territorio in un sistema proporzionale. A breve, quando il quadro sarà definito, dalla nostra posizione centrista noi daremo sicuramente un aiuto ad una coalizione che sarà quella che meglio saprà meglio interpretare le esigenze del territorio».   

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