Truffa sui farmaci nel Vibonese: tre condanne in Tribunale
Assolto il medico Francesco D’Agostino. Condannato il farmacista Giuseppe Dato che è anche consigliere comunale e provinciale. L’operazione “Pharma bluff” risale al gennaio 2014
Associazione a delinquere, falso e truffa. Questi i reati per i quali il Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Marina Russo (a latere i giudici Brigida Cavasino e Anna Moricca), ha condannato tre dei quattro imputati coinvolti nell’inchiesta della locale Procura denominata “Pharma Bluff”. Questa la sentenza: 3 anni e 2.500 euro di multa a testa nei confronti del farmacista di Joppolo Giuseppe Dato, 64 anni (avvocato Diego Brancia); Giuseppa Scinica, 54 anni, dipendente dello studio medico di Francesco D’Agostino (avvocati Giovanni Vecchio e Sandro D’Agostino); Carmen Ferraro, 36 anni, di Tropea, dipendente della farmacia Dato (avvocato Mario Ferraro) sita nella frazione Caroniti del comune di Joppolo. Gli imputati sono stati riconosciuti colpevoli dal Tribunale dei reati di associazione a delinquere, falso ideologico e truffa. Per tali ultimi due reati la condanna arriva per gli episodi commessi in data successiva al 29 marzo 2013, mentre per quelli antecedenti il Tribunale ha dichiarato l’estinzione per intervenuta prescrizione.
Assolto, invece, dalle accuse di associazione a delinquere e truffa con la formula “per non aver commesso il fatto” Francesco D’Agostino, 69 anni, di Joppolo, medico di base. Lo stesso D’Agostino incassa poi anche l’assoluzione per il reato di falso “perché il fatto non costituisce reato” per gli episodi dopo il 29 marzo 2013 e la prescrizione per quelli antecedenti. Francesco D’Agostino era difeso dagli avvocati Giovanni Vecchio e Sandro D’Agostino. Per lui anche il pm Eugenia Belmonte aveva chiesto l’assoluzione, mentre per gli altri imputati aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione ciascuno. [Continua dopo la pubblicità]
Giuseppe Dato, Carmen Ferraro e Giuseppa Scinica sono stati anche interdetti dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. Oltre al pagamento delle spese processuali (1.935,00, oltre Iva) sono stati condannati a pagare i danni all’Asp di Vibo Valentia (costituita parte civile con l’avvocato Domenico Paglianiti) da liquidarsi in separata sede.
Associazione a delinquere, falso e truffa i reati contestati. La presunta truffa sarebbe stata messa in piedi ai danni del Servizio sanitario nazionale, con rimborsi “gonfiati” dei farmaci che sarebbero stati presentati all’Asp di Vibo dalla farmacia di Caroniti di proprietà di Giuseppe Dato. Secondo la Procura di Vibo, Giuseppa Scinica avrebbe predisposto le ricette dei farmaci “di cui gli ignari beneficiari non avrebbero mai fruito poiché non affetti da quelle patologie”, mentre Francesco D’Agostino avrebbe “falsamente attestato il diritto degli assistiti all’assistenza farmacologica indicata nella ricetta”. Nel caso di Francesco D’Agostino, però, il Tribunale ha deciso per l’assoluzione.
Carmen Ferraro avrebbe invece rimosso “le fustelle dalle confezioni dei farmaci” apponendole “nel riquadro delle ricette facendo apparire di aver venduto i medicinali ai clienti laddove provvedeva invece a disfarsene”. Giuseppe Dato avrebbe infine inoltrato le prescrizioni all’Asp di Vibo per farsi corrispondere “indebitamente i rimborsi di quanto speso per l’acquisto dei farmaci”, disfacendosi poi degli stessi medicinali. Sarebbero oltre 100 le ricette mediche ritenute false dagli inquirenti. I beneficiari sarebbero stati o “non affetti da patologie per le quali si rendeva necessaria l’assunzione dei farmaci prescritti oppure non bisognevoli in concreto poiché già muniti dei farmaci”.
GENESI DELL’INCHIESTA E ACCUSE
Era stato il maresciallo Francesco Fedele – all’epoca in servizio al Corpo forestale dello Stato (oggi nella polizia giudiziaria “Nucleo Ambiente” della Procura) – a trovare nell’ottobre del 2012, abbandonati ai margini di una strada provinciale che dalla frazione di Caroniti di Joppolo conduce a Preitoni, un considerevole numero di confezioni di medicinali, perfettamente integre e ancora in corso di validità. La scoperta dei medicinali aveva portato gli uomini del Corpo Forestale dello Stato ad eseguire una serie di riscontri documentali attraverso il sistema di tracciabilità del farmaco e l’analisi di oltre 25mila ricette mediche. Il tutto al fine di risalire al percorso di ogni singolo medicinale, identificando così sia lo studio medico che ne aveva curato le prescrizioni sia la farmacia dispensatrice. Le successive indagini, svolte sotto il coordinamento della Procura di Vibo Valentia, attraverso numerose intercettazioni telefoniche e ambientali (con microspie e telecamere piazzate sia all’interno della farmacia, sia all’esterno) avrebbero permesso di accertare l’esistenza di un presunto sodalizio criminale che avrebbe commesso diversi reati ai danni del Servizio Sanitario Nazionale. [Continua in basso]
Il “sistema” sarebbe stato organizzato in modo che la farmacia erogasse i farmaci ai propri assistiti in assenza di una prescrizione medica: la regolarizzazione sarebbe avvenuta solo in un secondo momento tra studio medico e farmacista. In questa fase le ricette sarebbero state così liberamente “gonfiate”, applicando una o più fustelle (i bollini autoadesivi) ed, infine, per disfarsi delle confezioni commercializzate ingannevolmente, queste sarebbero state prima tolte dalle scatole e poi abbandonate. Il farmacista Giuseppe Dato, titolare della farmacia di Caroniti, si sarebbe poi adoperato per richiedere i rimborsi all’Azienda Sanitaria provinciale di Vibo Valentia per i farmaci che non sarebbero mai arrivati agli assistiti. Le ricette mediche ritenute false sarebbero oltre 100.
INDIRETTI RISVOLTI POLITICI
L’operazione Pharma Bluff risale al gennaio 2014 e finisce per avere, indirettamente, anche dei risvolti politici. Giuseppe Dato (già sindaco di Joppolo nella precedente consiliatura) è infatti attualmente consigliere comunale di minoranza avendo perso le ultime elezioni amministrative del giugno 2016 quando è stato eletto sindaco Carmelo Mazza. Dall’ottobre scorso Giuseppe Dato è anche consigliere di maggioranza alla Provincia di Vibo Valentia.
Giuseppa Scinica è invece la madre dell’ex vicesindaco di Joppolo, Caterina Mangialardo (amministrazione del sindaco Carmelo Mazza), nonché la moglie di Valerio Mangialardo, consigliere comunale di maggioranza sino all’agosto del 2016 quando ha poi rassegnato le dimissioni dopo il “caso” politico della nomina della figlia quale assessore esterno e anche quale vicesindaco. La stessa Caterina Mangialardo, mesi dopo, ha poi anche lei lasciato l’incarico dalla giunta comunale di Joppolo.
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