Coronavirus e spostamenti: si va verso otto giorni di zona rossa
Si tratta ancora sulle deroghe ai divieti mentre il Ministero dell’Interno 70mila unità delle forze dell’ordine per i controlli in strada
Si va verso otto giorni di zona rossa in tutta Italia nei giorni festivi e prefestivi, dal 24 al 27 dicembre, e poi il 30 e 31 dicembre, oltre al 5 e 6 gennaio o per l’intero periodo fino al 3 gennaio. Si tratta ancora sulle deroghe al divieto di spostamento, in particolare per consentire ai nonni o comunque a congiunti non conviventi – ma non più di due – di unirsi ai familiari per il cenone. Il quadro dovrebbe essere definito oggi in Consiglio dei ministri, se non slitterà tutto alla giornata di sabato.
Incombe comunque il weekend del temuto esodo del 21 dicembre per gli spostamenti tra regioni, che è anche l’ultimo fine settimana di shopping libero prima della stretta. Per evitare file e assembramenti visti come un pericolo per la possibile impennata dei contagi, il Ministero dell’Interno ha disposto più controlli in stazioni e aeroporti così come deciso nel comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal ministro Luciana Lamorgese. Già previsto lo schieramento di almeno 70mila unità delle forze dell’ordine per i controlli in strada. [Continua dopo la pubblicità]
Dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia arriva intanto il messaggio del Governo: «Natale è più rischioso di Ferragosto e dovremo passarlo ognuno a casa propria per tutelare i più fragili e gli anziani. Chi pensa a feste e cenoni si sbaglia di grosso».
Intanto il Veneto, assediato dai contagi, ha varato con il presidente Luca Zaia la stretta: da sabato 19 dicembre e fino al 6 gennaio sarà vietato uscire dal comune di residenza dopo le ore 14. Esclude invece provvedimenti del genere il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, mentre il Consiglio dei ministri ha impugnato l’ordinanza con cui la Regione Valle d’Aosta ha riaperto ieri bar e ristoranti, in deroga alla fascia arancione in cui si ancora si trova. Sul ricorso dovrà pronunciarsi il Tar, a cui il Governo ha chiesto sia la sospensiva sia l’annullamento nel merito del provvedimento.