lunedì,Novembre 25 2024

Appello al Tar, diffusi in rete i nomi dei ricorrenti e dei loro figli

Il caso della riapertura per decreto delle scuole di Vibo ha suscitato quello che viene definito «un accanito attacco mediatico». I genitori del Comitato Cib: «Violata la privacy dei minori, ci tuteleremo»

Appello al Tar, diffusi in rete i nomi dei ricorrenti e dei loro figli

Gli avvocati Miriam Servello e Francesca Guzzo, in nome e per conto del Comitato “Cib – Chiedo per i bambini”; gli avvocati Lino Matera e Sidney Arena, in nome e per conto della loro assistita, intervengono in merito «al clamore mediatico, suscitato dalla pubblicazione del decreto del Tar Calabria, che sospende l’efficacia del provvedimento comunale impugnato» sulla chiusura delle scuole dell’Infanzia, Primarie e Secondarie di primo grado a Vibo Valentia.

I legali dei 18 ricorrenti spiegano che «scopo primario del ricorso è stato la verifica della legittimità degli atti adottati dall’Amministrazione comunale, con i quali sono stati limitati i diritti dei singoli studenti, appartenenti alla fascia di età protetta e della collettività tutta. Il fine – specificano ancora – era, quindi, richiamare alle proprie responsabilità “istituzionali” gli Enti preposti alla tutela dei diritti violati, non in vista del ritorno in presenza per pochi giorni, a ridosso delle festività natalizie, ma riferito al periodo pregresso già trascorso:  dal 10 novembre e al 14 dicembre, cui si aggiunge tutto il periodo da marzo a giugno 2020. Al pregiudizio già subito, si sarebbe potuto aggiungere l’eventuale chiusura a gennaio 2021 e nei mesi a seguire, se il Tar non avesse interrotto il trend in corso».

Quindi si esplicita come «si è voluto tutelare, altresì, il principio di imparzialità e del libero accesso agli strumenti informatici digitali “latu sensu”, considerato che l’uso dei dispositivi per la Dad non è uguale per tutti e contribuisce ad aumentare il “divario digitale” e ampliare così la forbice della disuguaglianza, con riferimento al fondamentale diritto all’istruzione».

Per gli avvocati che hanno promosso il ricorso al Tribunale amministrativo regionale, all’indomani della sospensiva dello stesso Tar, è «importante chiarire che l’immediata comunicazione e la diffusione da parte dell’Amministrazione comunale dei dati sensibili, relativi ai nomi dei ricorrenti e dei loro figli, per giunta minori, costituisce violazione del diritto alla privacy. Nonostante l’Ente si sia prontamente attivato per rimuovere dalla comunicazione ufficiale i nomi dei ricorrenti e dei figli, così come prevede la prassi del Tar – proseguono -, gli stessi nomi, in brevissimo tempo, erano già stati diffusi in rete, innescando un accanito attacco mediatico, che in queste ore si è ripercosso e continua a ripercuotersi sui minori. In merito a quanto su espresso ci riserviamo ogni azione legale dinanzi alle sedi opportune».

Il Tar accoglie il ricorso dei genitori, a Vibo riaprono le scuole

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