La Marina vara la nave “Natale De Grazia”, a Vibo non si decide sulla via
Nel giorno del 25esimo anniversario della morte del capitano di fregata che indagava sulle navi dei veleni, a Messina è stata varata un’imbarcazione che porta il suo nome
È una delle navi, nella categoria Sar (Search and rescue), più grandi al mondo, praticamente inaffondabile. Costruita nei cantieri navali Intermarine, la Cp 420, battezzata “Natale De Grazia”, è stata varata a Messina e porta il nome dell’ufficiale che ha sacrificato la vita per proteggere il mare e salvaguardare la salute collettiva. Il capitano di fregata Natale De Grazia, nativo di Reggio Calabria, morì in circostanze misteriose proprio nella notte tra il 12 e il 13 dicembre di venticinque anni fa mentre indagava su un traffico di rifiuti radioattivi nel Mediterraneo mediante le cosiddette “navi a perdere”.
Al suo impegno umano e professionale in difesa dell’ambiente è stata dedicata la nuova unità navale della Guardia costiera, la cui cerimonia di varo si è tenuta a Messina. Il motto dell’imbarcazione, che rappresenta il meglio dell’odierna tecnologia navale, è “Tenax pro maris salute” (“Ho lottato con tenacia per l’ambiente marino”), frase che racchiude il coraggio e lo spirito di sacrificio, di cui era dotato De Grazia, unitamente a un grande intuito investigativo.
Nei mesi scorsi era stata presentata, in seno alla competente commissione del Comune di Vibo Valentia, una proposta per l’intitolazione di una via cittadina all’ufficiale-eroe, medaglia d’oro al merito della Marina, anche in considerazione dei quattro anni di servizio prestato presso la Capitaneria di porto di Vibo Marina, ma la proposta avanzata dal consigliere Silvio Pisani (M5S) si era scontrata contro un muro di indifferenza e distinguo. Dopo ben quattro sedute dedicate all’argomento, i membri della Commissione non sono riusciti a trovare un accordo su quale via intitolare all’ufficiale, facendo ritornare la proposta, è il caso di dirlo, in alto mare.
Il 25° anniversario della sua morte avrebbe potuto rappresentare un’occasione importante per lanciare un forte messaggio di legalità. Tutto, invece, lascia ritenere che l’argomento si trascinerà “sine die” senza trovare una soluzione adeguata.