Emergenza Covid, a Vibo le scuole restano ancora chiuse
Pubblicata l'ordinanza del sindaco Maria Limardo che proroga la chiusura al 22 dicembre. Stamane l’appello del comitato mamme: «Riaprire le classi in sicurezza, c’è in gioco il futuro dei nostri figli»
Resteranno ancora chiuse le scuole a Vibo Valentia. Il sindaco Maria Limardo ha infatti emanato una nuova ordinanza che stabilisce che gli studenti vibonesi non ritorneranno in aula se non dopo le festività natalizie e, dunque, il prossimo anno. La precedente ordinanza, firmata dal primo cittadino il 9 novembre a seguito dell’invito giunto ai sindaci da parte dell’Asp vibonese, prevedeva la sospensione delle lezioni per circa un mese con il rientro in aula ipoteticamente immaginato all’indomani della ricorrenza dell’Immacolata. Le nuove determinazioni stabiliscono una proroga al 22 dicembre e, dunque, di fatto, si sancisce un rinvio al 2021. La decisione è arrivata al termine di una mattinata di lavoro che ha visto impegnati sindaco e Giunta proprio sulla questione riaperture, con la definizione dei dettagli nell’atto pubblicato sull’albo pretorio online.
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Sul tema c’è da registrare l’appello formulato questa mattina dal Comitato mamme “Torniamo tra i banchi sicuri” che ha chiesto la riapertura dei plessi scolastici in sicurezza. «Siamo in tanti, mamme e papà in trepidante attesa – avevano scritto -. Oggi il nostro sindaco Maria Limardo dovrebbe emanare un’ordinanza per decidere se lasciare le scuole in Dad. Se è vero ciò che dicono gli esperti dopo Natale il contagio aumenterà e poi ci sarà una terza ondata, ancora più forte. Si rischia di non tornare in presenza per molti mesi. Il virus non si ferma e va combattuto e affrontato con una buona sanità. Le scuole devono essere prima adeguate, bisogna tornare in sicurezza, ci permettiamo di ricordarvi che in Calabria da marzo ad oggi sono stati spesi 10milioni di euro per adeguarle e allora ci chiediamo: è possibile che una scuola non si possa permettere di acquistare un termometro e misurare la febbre all’ingresso?».
Il sindaco, aggiungevano le mamme, «è responsabile della sanità e noi crediamo debba pretendere dall’Asp controlli nelle scuole, ogni plesso deve avere il responsabile Covid e deve interagire con le Usca (Unità socio assistenziali) che l’Asp deve rendere operative su tutta la provincia. Anche per queste sono arrivati i soldi da parte del governo, per assumere nuovi medici e infermieri e acquistare i presidi sanitari. Insomma bisogna che ognuno di noi sia responsabile e si attrezzi a combattere il virus e tutte le inefficienze che ha scoperchiato. Responsabili dobbiamo essere in primis noi famiglie che al primo sintomo dobbiamo tenere i nostri figli a casa. E poi sono fondamentali i controlli all’ingresso e all’uscita dalle scuole».
E ancora, «non vogliamo dire nulla sul diritto all’istruzione, sarebbe offensivo spiegare l’importanza di istruire ed educare i nostri figli, qui è in gioco il futuro di intere generazioni. Per non parlare di bimbi costretti a casa con genitori disoccupati e altre situazioni di impatto sociale devastante. C’è un dibattito in Italia su tanti temi fondamentali in questo momento, il rischio che il virus stravolga il nostro assetto economico e sociale è altissimo, ma perché non si affronta realmente il problema scuola? Forse perché attorno alle scuole non ci sono gli interessi delle grandi lobby? Forse perché i nostri figli non votano? Ma i loro genitori sì, e allora è arrivato il momento di prendere posizione e decidere del nostro futuro, del futuro dei nostri figli. È chiaro che chi non condivide il nostro pensiero è libero di tenere i propri figli a casa, così come si possono chiudere le singole scuole che da marzo ad oggi non sono state in grado di adeguarsi. Siamo in una democrazia e siamo tutti liberi, ma non toglieteci i nostri diritti fondamentali».