Servizi alle disabilità a Vibo, associazioni verso il ricorso al Tar
Nel mirino la delibera di Giunta comunale sul diritto allo studio. Evidenziato il mancato coinvolgimento previsto dalla legge
«Contravvenendo all’impegno preso dall’assessore all’Istruzione con le associazioni per le disabilità della città, rappresentate da Io autentico, Angsa Vibo Valentia, Uici ed Aipd nella conferenza di servizi tenuta il 23 novembre con i dirigenti scolastici, il Comune di Vibo Valentia ha approvato il Piano per il diritto allo studio per l’As 2020/2021, su proposta del dirigente competente (che invece alla Conferenza di Servizi era assente) con Delibera di Giunta Comunale 221/2020 del 27/11/2020, pubblicata sull’albo pretorio solo il 2 dicembre, giusto il giorno prima della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità». È questa la premessa dalla quale Enrico Mignolo, presidente Io autentico Odv e Mary Naso, presidente Angsa Vibo Valentia Aps, partono perdenunciare «l’ennesima e incolmabile distanza che il Comune ha inteso assumere ormai da tempo nei confronti del diritto allo studio e alla formazione alla vita nei confronti degli studenti ed alunni con disabilità del Comune: ben 231, di cui la stragrande maggioranza con Autismo grave».
Per Mignolo e Naso «l’impegno preso era quello di gestire velocemente ed in autonomia i fondi e destinandoli al servizio di Assistenza specialistica all’autonomia e comunicazione, senza far gravare l’onere gestorio sui dirigenti scolastici. Con un affidamento diretto, ad esempio. O con una short list da cui estrarre i profili attinenti alle caratteristiche funzionali delle singole persone con disabilità, secondo i Pei. E invece no! Esattamente il contrario. Con una specifica, malamente abbozzata (testuale “con particolare attenzione all’inclusione, alla riabilitazione, all’aumento delle capacità relazionali e allo sviluppo delle capacità cognitive e comportamentali”), che neanche rispetta le disposizioni della priorità 1 della nota Siar 357019 del 03/11/2020 del Dipartimento istruzione della Regione Calabria (cioè “assistenza specialistica” all’autonomia ed alla comunicazione)».
Quindi si aggiunge: «Le cose vanno chiamate con il loro nome! Altrimenti si fa altro. Ma tanto lo faranno gli altri. Quest’onere sarà dei dirigenti scolastici. Che almeno tra 40 giorni potranno affidare il servizio ai professionisti. Quali professionisti? C’è da chiederselo! Perché la delibera di Giunta comunale è così tanto evasiva e superficiale nella descrizione della destinazione delle somme, che non risulta coerente neanche con le Linee guida stabilite dal Dipartimento Istruzione della Regione Calabria che identificano in maniera specifica e determinata quale è il Servizio di assistenza specialistica all’autonomia ed alla comunicazione (“L’Assistente per l’autonomia e la comunicazione è una figura appositamente formata in possesso di competenze professionali specifiche che si inserisce nelle attività scolastiche secondo il progetto elaborato in base ai bisogni dell’alunno in situazione di handicap. L’assistenza Specialistica all’autonomia e alla comunicazione prevista dall’art. 13 c. 3 della Legge 104/92 costituisce il secondo segmento dell’assistenza agli alunni disabili, da distinguere dall’assistenza di base che spetta invece alla scuola”) e chi può farlo (“psicologo, tiflologo, educatore professionale, facilitatore alla comunicazione, interprete della lingua dei segni, mediatore alla comunicazione, eccetera” con il compito di “sostenere l’alunno nell’ambito dell’autonomia e della comunicazione, collaborando con il personale della scuola e gli insegnanti, ai fini della effettiva partecipazione dell’alunno a tutte le attività scolastiche; integrano la propria attività a quella di altre figure (docenti curriculari, insegnanti di sostegno e personale Ata) non sovrapponendo compiti e funzioni ma valorizzando i diversi ambiti di competenza”]».
Si tratta per gli interessati di «Un “fate vobis” offensivo per gli alunni e le loro famiglie, sintomo di una azione dilatoria ad esclusivo danno dei fruitori del servizio per la garanzia del diritto allo studio costituzionalmente e universalmente garantito. Ma, d’altra parte, sui contenuti, anche il capitolato del primo l’affidamento di assistenza scolastica per le disabilità di settembre 2020 (quello di ben 2 ore settimanali a testa!) conteneva un pasticciaccio! Tra i requisiti degli operatori, la laurea in Scienze della comunicazione, famoso titolo per lavorare con le disabilità (?)… come giornalista! E pure il riferimento normativo era sbagliato (LR 23/2003 invece che LR 27/85). Con la gestione alle scuole, come evidenziato dalle associazioni e dalla maggior parte dei dirigenti scolastici (che in questo periodo nulla hanno da fare, vero?) c’è il concretissimo rischio (come dimostrato dalle esperienze passate) di slittare i tempi di erogazione del servizio, sempre che risulti adeguato alle necessità degli studenti. Abbiamo inviato immediatamente una specifica nota di diffida al Comune, potendoci affidare ormai solo alla sensibilità del sindaco e degli altri componenti della Giunta, giacché la presenza delle associazioni per le disabilità organizzati dall’assessorato all’Istruzione è solo una etichetta inutile. Se la delibera non verrà rettificata ci riserviamo di proporre ricorso al Tar».