«Gestione disastrosa dell’emergenza Covid», chieste le dimissioni dei vertici Asp
Dal tardivo acquisto del macchinario per processare i tamponi alla mancata attivazione delle Usca, l’associazione Umanesimo sociale elenca le criticità che hanno caratterizzato l’attuale fase nel Vibonese
Le «contorte determinazioni» adottate dal management aziendale dell’Asp vibonese per contenere il diffondersi delle patologie connesse al coronavirus hanno indotto l’associazione “Umanesimo Sociale” ad informare il prefetto di Vibo Valentia Francesco Zito, il presidente della Regione facente funzioni Nino Spirlì e la struttura commissariale della Regione Calabria della «sconcertante governance della gestione sanitaria vibonese».
«Nel corso dell’incontro avuto con il prefetto – informa l’associazione politica che fa capo al primario emerito Domenico Consoli e della quale fanno parte, tra gli altri, Elio Costa, Mimmo Consoli, Raffaele Mammoliti, Enzo Insardà, Michele Mirabello e Stefano Luciano – è stato anche evidenziato il rischio che per effetto di quelle determinazioni potesse derivare una sorta di penalizzazione per gli utenti e per la stessa struttura pubblica a vantaggio della sanità privata, con una possibile trasversalità d’interessi e di forze di ogni genere, com’è accaduto con la gestione commissariale sanitaria calabrese che ha aumentato le risorse destinate alla sanità privata, con conseguente aumento del debito. La decisione assunta da “Umanesimo sociale” è stata preceduta da un intenso scambio di opinioni tra i vari componenti – rimarca ancora la nota -, sulla scorta dei dati contenuti in alcune delibere e delle informazioni ricevute da alcuni operatori sanitari della Asp, che non hanno esitato a evidenziare come la “escalation dell’infezione da Coviď” sia in parte riconducibile a responsabilità organizzative del management dell’Asp».
“Umanesimo Sociale” punta ora «a dare voce a quel sentimento di insofferenza collettiva che è possibile cogliere tra i cittadini, ed a ricercare, attraverso gli approfondimenti eseguiti dalle autorità interessate, eventuali responsabilità». Questi gli aspetti critici che in parte sono stati segnalati e ribaditi, in modo più esteso, nel corso della riunione in Prefettura:
Adozione di test per diagnostica del Sars-Cov2. «Sebbene nella prima decade di novembre sia stata acquisita la strumentazione capace di processare 80 tamponi al giorno, che appare del tutto inadeguata rispetto alla vetta raggiunta dalla seconda ondata del virus, per la quale, in mancanza di soluzioni alternative, sarebbe necessaria una strumentazione con una capacità di almeno 300 tamponi giornalieri, resta aperto il problema della ragioni per le quali è stata operata quella scelta inopportuna. Tanto più che i test sierologici che pur sono stati acquisiti e gli stessi tamponi rapidi di cui la struttura dispone non vengono praticati a tutti i cittadini disponibili, ma soltanto ai ricoverati ed al personale sanitario, con l’ovvia conseguenza che quei cittadini devono rivolgersi al privato, sottoponendosi a snervanti ed interminabili file di attesa. Le scelte operate dall’Asp di Vibo, dunque, non sono funzionali al miglioramento dell’efficienza della struttura pubblica, ma sembrano piuttosto protese ad accentuare lo scollamento tra sanità pubblica e cittadini. Per completezza si ritiene opportuno precisare che un componente di Umanesimo Sociale, nel corso della riunione, ha posto il problema se quelle scelte fossero soltanto una conseguenza dell’attivismo superficiale al quale si è abbandonato il management aziendale in questo ultimo periodo, ovvero fossero ponderate e funzionali proprio al conseguimento di quei risultati. In ogni caso Umanesimo Sociale ribadisce che la struttura pubblica debba effettuare i test, a costi sociali, (con un ticket non superiore ai costi) a tutti i cittadini che richiedessero di sottoporsi all’esame».
Accorpamento Uuoo Medicina e Cardiologia, allocazione di 10 posti letto Covid in pediatria e trasferimento di questa ultima nella cardiologia. «Nella richiamata informativa Umanesimo Sociale evidenzia la impraticabilità della soluzione per la gravità dei problemi che essa creerebbe. Accorpando la medicina alla cardiologia si ridurrebbero notevolmente i posti letto internistici e cardiologici e si immiserirebbe il reparto di pediatria che attualmente gode di spazi che lo rendono accogliente e funzionante».
Chiusura nel mese di aprile della terapia intensiva Covid che era stata allestita nel reparto operatorio. «Anche questa – spiega Umanesimo sociale – è una decisione che denota grave disinteresse per gli ammalati non potendosi ignorare il grave stress cui sono stati sottoposti gli ammalati con il trasferimento nelle terapie intensive in uno dei tre ospedali hub. Peraltro pur essendo decorsi circa sette mesi, è estremamente difficile che possa essere riattivata in breve tempo mancando gli anestesisti e non essendo possibile utilizzare altre strutture ospedaliere.
Mancata realizzazione delle Usca (unità speciali di continuità) preposte alla gestione territoriale e domiciliare dei pazienti covid .
Mancata predisposizione di un piano per l’attivazione di posti letto Covid «nonostante nella nostra provincia vi siano numerosi hotel a quattro stelle e l’Asp disponga di ben quattro strutture ospedaliere sottoutilizzate».
Mancata tempestiva predisposizione di un piano per l’utilizzazione dell’ospedale di Tropea come ospedale Covid «che, in ogni caso, allo stato appare pressoché irrealizzabile per la mancanza di personale esperto».
«Inutile sperpero di danaro pubblico con l’acquisto, per 6000 euro, di mascherine in seta non autorizzate».
In conclusione «nell’incontro con il signor prefetto e nel documento più volte richiamato si è ritenuto di indicare un percorso, certamente finalizzato alla promozione sociale e, per tale ragione, indirizzato alla verifica di eventuali responsabilità nella gestione sanitaria e di colpevoli omissioni nell’adozione di doverose tempestive iniziative. In ogni caso si è ribadita l’opportunità che il management aziendale dell’Asp di Vibo Valentia si dimetta al più presto».