‘Ndrangheta: i verbali inediti di Figliuzzi e le affiliazioni a Stefanaconi
Il collaboratore di giustizia del Vibonese svela i “battesimi” di mafia, gli incontri a Nicotera con il boss Mancuso, il ruolo dei Bonavota e di Bartolotta ed accusa pure il fratello
Continuano a svelare diversi retroscena inediti i verbali del nuovo collaboratore di giustizia, Nicola Figliuzzi, 27 anni, di Gerocarne che, dopo essere finito in carcere nelle scorse settimane quale esecutore materiale dell’omicidio di Giuseppe Canale, avvenuto il 12 agosto 2011 a Gallico, ha deciso di “vuotare il sacco” con i magistrati della Dda di Catanzaro.
Un nuovo verbale con nuove dichiarazioni è stato messo a disposizione dei difensori degli imputati del processo “Gringia” contro il clan Patania di Stefanaconi. E dallo stesso si ricava che Figliuzzi si autoaccusa anche del “taglio degli ulivi” e chiama in causa pure il fratello per il trasporto di sostanze stupefacenti. “Mi sono allontanato dai Patania verso marzo-aprile 2012, dopo il tentato omicidio di Calafati e non vi ho più avuto a che fare, ad eccezione del taglio degli ulivi – spiega Figliuzzi – e del trasporto dello stupefacente eseguito con mio fratello e Giuseppe Patania”.
I “battesimi” nella ‘ndrangheta. Nicola Figliuzzi tocca poi un tema importante relativo all’esistenza dell’associazione mafiosa a Stefanaconi. “Con riferimento ai Patania – mette a verbale il collaboratore di giustizia – posso dire che sia Salvatore Patania che Patania Andrea erano battezzati in quanto inseriti nella mia copiata e, quindi, non potevano non essere battezzati”. Figliuzzi confessa quindi di portare nella propria “copiata” (cioè nei tre nomi che vengono comunicati al momento dell’affiliazione alla ‘ndrangheta) i nominativi di Salvatore Patania e del cugino Andrea Patania, soffermandosi inoltre su altre figure del clan. “Lo stesso discorso – continua Figliuzzi – vale per Francesco Lopreiato e Cristian Loielo che hanno ricevuto le doti in carcere da tale Mongiardo di San Sostene o, comunque, di un paese del Sovertatese. Anche Giuseppe Patania aveva ricevuto, in carcere, delle doti da Loielo Giovanni e Loielo Cristian. Questo lo so perché me l’aveva riferito Loielo Cristian”.
Le “imbasciate” per Figliuzzi. Stando alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Salvatore Patania – figlio di Fortunato Patania – avrebbe poi mandato “un’imbasciata allo zio Salvatore” riferendogli che lo stesso Figliuzzi doveva “essere inserito in un locale di ‘ndrangheta” una volta uscito dal carcere. “Tuttavia – sostiene il collaboratore di giustizia – quando sono uscito non ho avuto più contatti con loro e quindi non so come è andata a finire. Di questa imbasciata io ho avuto notizia da Patania Salvatore, figlio di Fortunato, che mi diceva che era tutto a posto. Da questo io deduco che vi sia un locale di ‘ndrangheta a Stefanaconi del quale fanno parte i Patania”.
Gli incontri con Mancuso. A sostenere dietro le quinte la guerra di mafia dei Patania contro il clan dei Piscopisani e contro il clan di Antonio Emilio Bartolotta di Stefanaconi ci sarebbe stato Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, boss di Limbadi e Nicotera Marina. “Patania Saverio – ricorda Figliuzzi – e Mancuso Pantaleone erano soliti parlare sulla spiaggia di Nicotera Marina. Da Scarpuni andavamo o con la macchina di Patania Giuseppe, una Clio, oppure con macchine prese a noleggio. Nelle riunioni con i Patnia si diceva che i Bonavota erano insieme con Bartolotta Emilio, nel senso che erano un unico clan. In particolare so che i Bonavota erano un clan di Sant’Onofrio e Bartolotta Emilio era con loro.
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