‘Ndrangheta: processo a Lo Bianco, la deposizione di Andrea Mantella
Nel processo a Vibo per tentata estorsione con imputato Nazzareno Lo Bianco è stato sentito il nuovo collaboratore di giustizia
E’ stata la volta del collaboratore di giustizia, Andrea Mantella, oggi pomeriggio nel processo che vede imputato Nazzareno Lo Bianco, 64 anni, detto “Giacchetta”, di Vibo Valentia, accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Collegato in videoconferenza da una località protetta, rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, il collaboratore ha spiegato di collaborare con gli inquirenti dal maggio del 2016, avendo scelto di cambiare vita. Una vita fatta “di omicidi e ogni crimine commesso sia per conto del clan Lo Bianco – ha sottolineato Mantella – sia in autonomia. Sono stato condannato sia per omicidio che per associazione mafiosa e conosco da sempre Nazzareno Lo Bianco, detto Giacchetta, in quanto mio parente e poi perché componente del clan Lo Bianco con un ruolo già di vertice quando io ero ragazzino.
Nazzareno Lo Bianco – ha chiarito il collaboratore di giustizia – aveva il grado della Santa all’interno del clan e costringeva gli imprenditori a pagare la tangente. Partecipava alle riunioni del clan che si tenevano a casa di Carmelo Lo Bianco, detto Piccinni, e ad altre che tenevamo in località Silica. Nazzareno Lo Bianco aveva un’attività di termo-idraulica e riusciva ad imporre la propria attività agli altri imprenditori. A fine anno raccoglieva i soldi e li portava nella cassa comune del clan tenuta da Carmelo Lo Bianco. Ho assistito anche a delle discussioni fra zio e nipote, ma poi i Lo Bianco sono sempre riusciti a trovare un accordo fra loro ed a prendere lavori anche all’interno dell’ospedale di Vibo. So che sino al 2016 – ha concluso Mantella – Nazzareno Lo Bianco ha fatto cassa comune con il clan Lo Bianco”.
Secondo l’accusa, Nazzareno Lo Bianco (difeso dallì’avvocato Francesco Sabatino) avrebbe tentato un’estorsione al titolare di un’impresa edile, Salvatore Naccari, impegnato nella realizzazione di 15 bagni e dell’impianto antincendio in un’azienda del luogo. Nazzareno Lo Bianco, secondo la Dda, avrebbe prima tentato di impedire all’imprenditore edile di continuare i lavori e poi tentato di costringere successivamente la stessa parte lesa a rinunciare pure ad altro lavoro di ristrutturazione idraulica in un appartamento di un ingegnere di Vibo. Ad avviso degli inquirenti, Nazzareno Lo Bianco avrebbe minacciato di gravi ritorsioni la vittima per imporsi nell’accaparramento dei lavori pur contro la volontà del committente e della ditta incaricata.
Nazzareno Lo Bianco, detto “Giacchetta”, nel 2009 era stato condannato a 4 anni ed 8 mesi per associazione mafiosa in primo grado nel processo nato dall’operazione denominata “Nuova Alba”. Nel 2010, a differenza del fratello e dei cugini, era stato poi assolto in appello.