domenica,Dicembre 1 2024

Emergenza Covid, Rodolico: «Mille tamponi fermi!». Stop alle partite della Vibonese

La denuncia del capo della task force dell'Asp di Vibo: «Comunichiamo le positività con una settimana di ritardo. È inaccettabile». L’Asp blocca anche le gare dei rossoblù contro Foggia e Casertana

Emergenza Covid, Rodolico: «Mille tamponi fermi!». Stop alle partite della Vibonese
L'ex sindaco Giuseppe Rodolico
Pino Rodolico

Solo sette positivi nelle ultime ventiquatt’ore rilevati dal bollettino diramato dalla Regione Calabria. Diversamente dalle altre province, che registrano un incremento quotidiano esponenziale di contagiati dal Covid 19, il Vibonese può dirsi un’isola felice? Affatto, perché invece «la situazione è invece drammatica – spiega Pino Rodolico, direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria provinciale e coordinatore del Tavolo tecnico permanente per l’emergenza coronavirus -. Abbiamo oltre mille tamponi che attendono di essere processati e siamo in ritardo di una settimana nel comunicarne l’esito ai pazienti. Non solo viene così vanificato – aggiunge Rodolico – lo straordinario lavoro che svolge questo dipartimento grazie al suo personale sul campo, sia nella somministrazione dei test biomolecolari che nel tracciamento dei contatti di quanti sono risultati positivi, ma si aggrava anche il rischio per la salute pubblica e questo, per chi si spende come noi nella tutela del cittadino, è inaccettabile».

Una fotografia in ritardo

Il problema che, di fatto, porta la provincia di Vibo a navigare quasi senza bussolanell’affrontare l’immane battaglia al contagio, andrebbe ricercato nella congestione che si registra al laboratorio di Catanzaro, dove in pratica vengono convogliati per essere processati i tamponi di mezza Calabria. Uno stress, quello del sistema di analisi dei test, che vedrebbe Vibo Valentia come la provincia più penalizzata.

«Io posso solo denunciare e ribadire – continua Rodolico – che a Catanzaro ci sono mille tamponi nostri che attendono di avere un risultato e che arriviamo a comunicare la positività del test dopo ben sette giorni e questo non è possibile. Non devo e non posso aggiungere altro. Ovviamente i cittadini è da noi che attendono risposte perché siamo l’interfaccia diretta della sanità sul territorio e come fai a spiegare che non siamo noi i responsabili di tutto questo? Come fai a spiegare che noi facciamo il possibile per assicurare l’efficienza dei servizi sanitari di nostra competenza ma l’analisi dei tamponi trova un imbuto a Catanzaro? I cittadini sono arrabbiati ed hanno sacrosanta ragione, ma alla fine se la prendono con noi. È un dato di fatto, anche se siamo consapevoli che questo è l’ultimo dei problemi, perché il problema vero, ciò che più è importante in questo momento, è comunicare l’esito dei test in tempi ragionevoli ed utili per fotografare la situazione, isolare i positivi, tracciare i contatti in tempo reale».

Stop alle gare della Vibonese

Già, è una situazione complicatissima mentre il sistema, nel suo insieme, rischia di collassare. Emblematico, ad esempio, quanto sta accadendo all’Us Vibonese, la più importante società calcistica della provincia, impegnata nel campionato di Serie C. I tesserati positivi sono arrivati addirittura a venti: una escalation che si è registrata dopo la gara con la Viterbese, che nei giorni precedenti aveva registrato le prime infezioni. Vano l’appello alla Lega per un rinvio di quella partita. La situazione ha indotto l’Azienda sanitaria provinciale ad intervenire per disporre il rinvio delle prossime due gare della compagine rossoblù: da quella di domenica contro il Foggia e quella di mercoledì prossimo contro la Casertana.

Un provvedimento del quale dà conferma lo stesso Rodolico: «Era necessario a tutela della salute pubblica, dei calciatori ma anche di quanti operano nel settore calcio. La situazione è davvero difficile ed è necessario che l’opinione pubblica lo comprenda fino in fondo, perché senza la collaborazione collettiva sarà davvero complicato uscirne e tornare quanto prima alla normalità».

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