«Mai impedito a nessuno di entrare a scuola, ma serve sicurezza»
Genesio Modesti, dirigente scolastico dell’Ite, espone la sua posizione in merito alla querelle sulla concessione delle aule al Liceo Capialbi: «Ecco come sono andati i fatti»
di Genesio Modesti*
Allo scopo d’informare correttamente tutti gli interessati sulla realtà dei fatti e smentire false affermazioni, poiché ritengo sia mio dovere rendere visibile la verità e non per forzata pubblicità, comunico quanto segue: già nel mese di luglio, con spirito di collaborazione inter-istituzionale, il sottoscritto dirigente, (unico tra tutti i Ds della città), contro il parere pur vincolante dell’Rspp, del medico competente del Consiglio d’istituto, si era assunto la responsabilità esprimendo la disponibilità ad ospitare sei classi del Liceo Artistico “Colao” che doveva essere completamente chiuso per inagibilità, con il vincolo imprescindibile che si realizzasse, con una piccola parte dei 500mila euro assegnati all’uopo alla Provincia, un ingresso separato e una parete per rendere indipendenti i due Istituti, ciò al fine di permettere ai rispettivi “preposti” “Rspp”, “medici competenti” e “referenti Covid” di poter espletare i propri compiti nel rispetto di tutta la normativa generale sulla sicurezza e porre in essere “i piani di emergenza e Protocollo anti Covid 19″ e per tutelare la sicurezza di tutti gli alunni, sia dell’Ite che dell’altro istituto. Con tale soluzione anche i docenti e il personale Ata dei due istituti sarebbero stati responsabili solo dei propri alunni e non anche di tutti indistintamente. Specialmente per la prevenzione del Covid. [Continua]
Contrariamente a quanto concordato in conferenza di servizi e sancito in una delibera dei primi giorni di luglio, a seguito di rifiuto del dirigente scolastico dell’istituto Capialbi di utilizzare le 18 aule messe a disposizione dall’ente Provincia presso il cosiddetto Blocco 11 dell’Iti-Itg. L’11 settembre le aule messe a disposizione per l’Istituto d’arte, al secondo piano dell’Ite Galilei (senza concordarlo come previsto dalle norme con il Consiglio d’istituto il responsabile sicurezza e il Ds sottoscritto) sono state assegnate al Capialbi dato che il Colao era fortunatamente diventato agibile.
A seguito di tale decisione abbiamo dovuto liberare 8 aule anziché 6 e spostarne due nei laboratori e nostro malgrado ri-aggiornare il Documento di valutazione dei rischi, predisporre rifare il piano Anti Covid19, porre in essere un nuovo piano di allocazione delle classi con l’utilizzo di due laboratori come aule e della sala riunioni per fare spazio ad altri alunni docenti e personale Ata, dell’altro Istituto, sempre sotto responsabilità del sottoscritto, contro i pareri dei tecnici e degli organi collegiali. Siamo riusciti a preparare tutto e ad iniziare la didattica, anche se ci mancano ancora due aule per due classi numerose che sono state sdoppiate dal ministero e hanno iniziato le lezioni in una sala riunioni e in un laboratorio;
Dall’11 luglio (data della delibera definitiva del presidente) fino al 18 settembre, non si è mai presentato alcun responsabile o delegato dell’Istituto Capialbi per prendere in consegna i locali di cui trattasi, per poter sistemare dette aule, seguire e/o sollecitare i lavori di messa in sicurezza e separazione, e predisporre i piani di emergenza, di prevenzione Covid19 e tutto il necessario per la sicurezza di tutti gli studenti, compresi quelli del Capialbi naturalmente.
Non è mai stato assolutamente impedito a nessuno dell’altro istituito di venire a scuola, infatti, qualche giorno prima della chiusura per le elezioni, sono venuti la professoressa Cesareo e l’architetto Magro che prendendo atto che la Provincia aveva stabilito l’ingresso da una scala laterale esterna, hanno confutato tale decisione, anche se per tutto l’anno scolastico scorso gli studenti e i docenti del Capialbi ospitati nel liceo Berto accedevano allo stabile solo dalla scala di sicurezza esterna. Inoltre, solo dopo sollecitazione scritta della Provincia, finalmente, il 18 pomeriggio il dirigente Scalamandrè e la dottoressa Bellantoni si sono recati nell’istituto (come mi è stato riferito dai collaboratori) senza avvisare né il sottoscritto e nessun altro responsabile, altrimenti li avremmo incontrati volentieri.
Ma a tutt’oggi nessun altro del Capialbi è venuto a preparare i piani di emergenza redigere il Dvr e di Prevenzione Covid, concordare modalità di ingresso/uscita orari (misurazione temperatura,) consegnare i nominativi degli studenti, del personale docente e Ata che devono essere autorizzati e che in caso di contagio devono essere comunicati all’Asp, etc.
Noi dell’Ite abbiamo seguito un corso di prevenzione Covid19. Sono tutte operazioni che noi abbiamo fatto da diverse settimane. L’Rspp e l’assistente tecnico Antonio Palermo ha aggiornato il Dvr dell’Istituto “G. Galilei” da cui si evince che: a) la presenza di ulteriori 8 classi determina l’impossibilità di attivare un comune piano d’emergenza con l’uso comune di ingressi, atrii, scale, corridoi, bagni e cortile; b) è impossibile la messa in opera del piano di sicurezza e di evacuazione efficace per entrambi gli istituti, rendendo impossibile il rispetto delle norme di prevenzione nazionali del contagio e la messa in opera di due protocolli di sicurezza Anti Covid per i due istituti nel medesimo edificio. Inoltre, a tutt’oggi nessuno ha mai pulito e sanificato le aule assegnate; il Consiglio d’istituto dell’Ite e il Collegio dei docenti, su richiesta dei genitori hanno deliberato che all’ingresso si effettui la misurazione della temperatura e il piano anti-Covid prevede ingressi scaglionati tra le ore 8 e le 8,30 e lo stesso per l’uscita tra le 13,30 e le 13,45,da due ingressi separati mentre per il Capialbi non si sa da dove e a che ora devono entrare ed uscire gli studenti e il personale e dove e quando faranno l’intervallo.
In tutta questa confusione il sottoscritto, che deve predisporre e porre in essere tutte le misure di sicurezza per tutelare tutti gli studenti, sia dell’Ite che del Capialbi, in attesa dei piani di emergenza, di anti-Covid della sanificazione delle aule assegnate al Capialbi, ha anche chiesto un parere al dipartimento di prevenzione dell’Asp che deve ancora pervenire, anche perché l’Istituto non ha: il Certificato di collaudo statico e di agibilità; non ha un impianto antincendio; certificato antincendio dei vigili del fuoco; ha 3 scale d’emergenza in meno; i servizi igienici insufficienti.
Inoltre, una perizia tecnica dell’ingegner Mazza del 2018 (secondo norme pre Covid-19), depositata agli atti della Provincia, ha stabilito che tutte le attuali aule (esclusi i laboratori) possono contenere, il numero massimo di 370 alunni. Con l’aumento di altre 8 classi ci sarà il superamento del numero stabilito dalla legge. Tutti gli studenti hanno il diritto allo studio ma prima bisogna garantire la loro sicurezza, e il diritto alla salute anche di tutti i familiari, i professori e il personale Ata a rischio.
*Dirigente scolastico Istituto tecnico economico “Galilei” di Vibo